Pompei

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia biologica a km 0.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Ritenta, sarai più fortunato. Se ti aspettavi Bombei, vedi Bombay.
Disambiguazione – Oops! Forse cercavi il film che ha plagiato Il gladiatore, vedi Pompei (film 2014).
La piazza principale di Pompei all'epoca degli eventi narrati nella voce.
« Io pensavo che Pompei era un verbo al passato! »
(Checco Zalone su Pompei)

In epoca romana Pompei era la città delle pompe[1] idrauliche nonché patria dei soffoconi. Famosa per l'incredibile patrimonio paesaggistico, per una scelta sbagliata di marketing si puntò tutto sul succo di pompelmo, trascurando il territorio; purtroppo il clima improbo per la coltura di frutti tropicali e l'incapacità degli ingegneri romani di inventare il Tetrapak© per il confezionamento fece cadere in rovina la città, trascurata ormai anche dalle istituzioni. Nel 79 d.C. venne completamente rasa al suolo da un eruzione cutanea, la quale la portò sostanzialmente all'abbandono. Attualmente il Ministero dei Beni Culturali, guidato da Sandro Bondi, sta cercando di rilanciare Pompei nel mercato del turismo grazie alla costruzione di un enorme parco divertimenti.

Vita pompeiana

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Pompei

La terapia delle pompe venne introdotta in Pompei (prima che prendesse questo nome, quando si chiamava ancora Castrum Prostatorium), da alcuni medici egizi rifugiatisi a Pompei per sfuggire alla cattura da parte dei soldati del Faraone che non aveva gradito le loro cure.

Le loro terapie consistevano nel praticare al paziente, ad fortiori, 5 pompe al giorno, a giorni alterni, al fine di disintossicare l'organismo e ristabilire la salute. Questa terapia fu però in seguito utilizzata come pratica dilettevole, nonché tecnica preparatoria all'introduzione di altre medicine, o oggetti, per la medesima via.

Commerci e lupanari nella Pompei antica

Archeologi impegnati nel restauro delle rovine greco-romane.

La moda delle pompe fece di Pompei una città ricchissima. Il Console Pomponio, marito di Augusta Pompella, cugina dell'Imperatore Tito, detto il pomposo,o anche il pompato, autorizzarono l'importazione di pompelmi dalla Siria e di pompanti dalla Fenicia. Ciò portò allo sviluppo di lupanari specializzati: ve ne erano alcuni specializzati nel bocchino al pompelmo, una pratica che restituiva lucentezza ai denti; altri era specializzati nella tecnica ad tergum, una cura a base di supposte costituite da un pompelmo intero, altri ancora erano adibiti al maneggio immergendo il tutto nel succo di pompelmo, e altri ancora offrivano bagni nel succo di pompelmo con strofinatura delle parti intime con scorza di pompelmo. Pompei era sempre affolata di turisti e nei lupanari bisognava prenotarsi mesi prima per ricevere i 'trattamenti'. La prestazione più richiesta era però la pompa al succo di pompelmo e i pazienti, per essere curati, venivano persino dalle Gallie e dalla Sarcazzia.

Tito imperatore visita Pompei

Incuriosito dal fervore di Pompei e dai racconti di sua cugina Pompella, Tito volle visitare Pompei, per vedere se lì fossero in grado di curargli le emorroidi che lo tormentavano. Fece tutto il viaggio seduto su un carro, invocando Giove, Bacco e altri Dei e le virtù delle loro madri celesti, a causa dei bruciori delle emorroidi che neppure i cuscini e gli unguenti riuscivano ad attenuare[2]. La cura, fatta a base di succo acido bollente di pompelmo, non ebbe buon esito e Tito, andandosene, disse: " Perversa città! Che tu possa bruciare in un enteroclisma di fuoco come quello che è stato fatto a me da tuoi cerusici[3]!", infatti...

Plinio il Vecchio e l'Enteroclisma al Vesuvio

I cittadini di Pompei scaricavano i residui delle attività pompatorie nel cratere del Vesuvio. Plinio il Vecchio, comandante della flotta romana, ma anche grande scienziato, li aveva da tempo avvertiti che "anus Vesuvii est irritandum" e che era pericoloso. I Pompeiani pensarono allora di rimediare pompizzando il Vesuvio, ma al vecchio modo (acqua bollente e soda caustica), e ciò fece precipitare la situazione. Si udì dapprima un rutto tremendo, che fece crollare tutte le case, poi un diluvio di fuoco che sorprese molti pompeiani ancora con la sonda nel culo (ed è così che furono ritrovati negli scavi, anche se in un primo tempo si pensava che avessero la coda). Di Pompei non rimase nulla e si perdette tutta l'esperienza pompatoria acquisita; l'umanità dovrà attendere per molti secoli che un filosofo, il Bondi, riscoprisse il potere delle pompe e le utilizzasse per magnificare il suo méntore, il Silvio.

Note

  1. ^ Pumpa, in latino significa Enteroclisma.
  2. ^ Possiamo dire che certamente fu allora che cominciò lo studio della bestemmia che porterà, secoli dopo, alla suprema elaborazione mosconiana.
  3. ^ medici e curatori