Scopino del cesso
Lo scopino del cesso è l'oggetto con il compito più ingrato di questa terra, o almeno lo è stato fino all'invenzione della sonda rettale. Il suo scopo è non lasciare tracce sul luogo del misfatto, e assieme al deodorante rappresenta il miglior alleato di chiunque si sia appena liberato l'intestino.
Origini
Teoria creazionistica
La nascita dello scopino del cesso può ricondursi al 478millemila avanti Cristo, anno in cui Albert Einstein brevettò il cesso (ma l'invenzione, secondo alcuni, sarebbe invece più recente): le meditazioni e i pensieri che venivano ispirati dalla utilizzazione di quell'apparecchio, e soprattutto la sensazione di alleggerimento che ne derivava, acuirono il bisogno di comunicazione, per mettere in sinergia i propri pensieri con quelli del cacante successivo. Questo bisogno rese evidente la necessità di uno strumento per scrivere sulle pareti del cesso stesso. Si suppone sia stata questa l'origine delle pitture rupestri come prima forma di arte grafica sui muri delle latrine e nelle cabine cacatorie. È noto infatti che le pitture rupestri sui muri delle latrine rappresentano la prima forma di espressione scritta del genere umano (per dire, a quei tempi le multe, ad esempio, non erano scritte bensì si incidevano su mp3 e venivano spedite in podcast). Com'è noto, però, l'arte grafica e la scrittura richiedono materiali stabili, che lascino tracce indelebili sulle superficie utilizzate (in questo caso i muri dei cessi).
La soluzione fu trovata dal giovane Maometto nel 6572,8 dopo Cristo: egli si accorse che il cesso abbondava di un materiale malleabile, di colore bruno e consistenza morbida, che ben si prestava come tintura per dipingere sui muri. Grazie a questa intuizione, attingendo col dito indice nella succitata materia egli compose sul muro del bagno dell'autogrill dell'uscita Ferrara-Catanzaro quella che divenne la sua opera più celebre: una raccolta di annunci e numeri di telefono delle tante prostitute quarantenni di cui era protettore. Spesso la tintura a disposizione nel cesso si esauriva per cui Maometto era costretto a infilarsi il dito in culo per intingervi (a causa di ciò l'opera venne ribattezzata Coll'ano).
Ma la tecnica di pittura col dito non soddisfaceva l'artista rinascimentale Michelello da Vinci detto il Caravaggianino che nel 666 senza Cristo ebbe l'idea di usare un pennello per spalmare il colore con più efficienza.
Teoria evoluzionistica
Nel 567 in Cristo l'illustre antropologa Christina Aguilera espone una nuova teoria: lo scopino del cesso rappresenta l'anello mancante dell'evoluzione da leghista a essere umano. Tale ipotesi appare confortata dal ritrovamento su YouTube di fonti paleolitiche che testimoniano un antico uso dei bambini per pulire il cesso - usanza tuttora in voga nei villaggi rivieraschi e sui battelli da pesca della Val d'Aosta, nonché in tutto il mondo.
Classificazioni
Esistono 4 tipi di scopino del cesso:
- ritorto: è uno scopino di forma elicoidale che si utilizza per avvoltolare gli stronzi troppo lunghi.
- a spatola: è usato per disincrostare il cesso da merde tenaci, ad alto contenuto colloidale.
- scopino dei bagni pubblici: micidiale arma batteriologica bandita nel 123³ dC dal Congresso del Ginepro; si narra che uno di essi fu la causa dell'estinzione dei dinosauri in Umbria e dei cattolici in tutto il mondo.
- scopino invisibile: è il meno efficace di tutti, dato che si tende a perderlo facilmente.
Usi
Lo scopino del cesso (talvolta citato col nome scientifico di Skatizzolamerda) presenta altre notevoli possibilità di utilizzo, alcune addirittura singolari, altre classiche o artistiche:
- come spazzolino da denti (da usarsi immediatamente dopo l'impiego nel cesso, per sfruttare le qualità dentifricie del materiale latrinico)
- per grattarsi la schiena; consigliato per la sua capacità di rimuovere le squame di pelle morta (ottime sulle orecchiette al ragù)
- come arma da guerra per affrontare i draghi sputafuoco
- come spiedo per arrostire la carne
- come remo per attraversare l'Atlantico
- come responsabile del palinsesto di Italia 1
- come dildo
- come elemento decorativo nel salotto di casa (solo quelli fuori uso)
- come spazzola per capelli
- come oggetto da lanciare a un concerto di Richard Benson
- come pennello per la pittura artistica sui muri di casa Vianello
- come racchetta da tennis o da ping pong (preferibilmente la seconda)
Avvertenze
- Non agitare prima dell'uso, e neppure dopo: ciò provoca l'effetto pioggia aromatica, non sempre apprezzato. In particolare gli schizzi di merda si dimostrano tenaci, indelebili e di aroma molto persistente.
- L'acqua della tinozzina in cui è riposto lo scopino potrebbe essere non più limpida, o quantomeno non zuccherata e, per quanto profumata, si consiglia di berla a temperatura ambiente.
- In caso di utilizzo in case di suoceri, parenti o affini, qualora qualche souvenir poco gradito rimanesse abbarbicato disgraziatamente allo scopino, l'unica soluzione è quella di sbattere con violenza lo strumento sulle pareti del cesso pregando che in conseguenza dell'urto l'appiccicosa scoria si stacchi dal suddetto scopino. L'azione è da compiere preferibilmente allontanando la faccia dal raggio di azione della pioggia aromatica di cui sopra. Se durante l'esecuzione lo scopino si rompe, finendo nel cesso, potreste trovarvi in un film di Ben Stiller.