Pennichella

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« Quanno t'arriva 'a botta, e senti che s'attombano 'e cervella,
ammolla qualunque cosa: è ora che te fai 'na pennichella.[1] »
(Ignazio Sifone, poeta carpentiere, Te dico io come - Guida essenziale pe' varie robbe (Collana "I pratici"), Roma 1964, Ed. Longara)

La pennichella, chiamata anche sonnellino pomeridiano[2], è una pratica meditativa di antiche origini romane. Consiste nella ricerca del benessere interiore, ottenibile attraverso alcuni esercizi che implicano:

  • restare completamente immobili col corpo;
  • roteare gli occhi all'indietro per qualche secondo;
  • lasciar cadere la testa dove gli pare e piace;
  • russare fragorosamente a bocca aperta;
  • ingoiare un paio di mosche;
  • grugnire di tanto in tanto.
  • sbavare come Steve Jobs quando ha fatto la nuova iMela

È utilizzata da sempre come unico rimedio per la patologia invalidante chiamata "abbioccone", quello stato di torpore che giunge improvviso dopo un pasto gratificante, annunciato di solito da un tale malcelato sbadiglio che la persona che ti siede accanto riesce a vedere che hai la sgommata nelle mutande.
Per evitare ulteriori brutte figure è bene scusarsi e chiedere congedo ai commensali, utilizzando una scusa credibile tipo: "Mi spiace ma devo andare a studiare, domani ho l'esame del colesterolo".
A questo punto si raggiunge la poltroncina dello studio; il letto è sconsigliato perché lo stare sdraiati è dannoso per la digestione.

« Viè da li tempi antichi 'sto bel cerimoniale, bisogna stà alle regole, perché sinnò nun vale.
La pennichella classica c'ha le norme sue, l’orario è categorico: sul giro delle due!
Er letto è sconsijabbile ch’er sònno là te passa, ce vo’ la sedia a dondolo, o ‘na poltrona bassa! »
(Nino Manfredi, La pennichella (Boccoli, Perretta, Verde, Caruso). Sigla di Domenica In 1980.)

Origini della pratica

In base all'editto imperiale 71 bis di Caligola: dopo un pranzo luculliano l'unica attività alternativa alla pennichella può essere la trombata.
« M'appènnico ergo sum »

Secondo alcune voci prive di riscontri, e comunque parecchio estranee al termine "fondatezza", la pennichella non compare tra le abitudini dell'uomo primitivo. La cosa ha anche senso perché, proprio nell'ora preposta a tale attività, è plausibile che le prede cacciate dai nostri antenati la stessero facendo loro. Era dunque il momento in cui erano più vulnerabili. Per cacciare una tigre dai denti a sciabola non gli vai a rompere le palle mentre si accoppia o mentre sgranocchia una rotula di mammuth; meglio farlo mentre è alle prese con una digestione impegnativa. Durante questa fase, definita come "abbiocconae post prandium" da Plinio il Vecchio, qualsiasi mammifero è generalmente inoffensivo, se escludiamo i licaoni e Giuliano Ferrara.
Attorno al 69 a.C. la pennichella assurge[e scusa se è poco] a gloria imperitura. Lucullo introduce l'abitudine di consumare i pasti sdraiato su un divanetto. Nella mezz'oretta che intercorre generalmente tra un suo pasto e l'altro trova inutile allontanarsi, col rischio di fare tardi al manducamento successivo. L'unica eccezione è rappresentata dall'andare in bagno, azione che affronta comunque equipaggiato con tre panini, per sicurezza. Nelle pause schiaccia un pisolino russando a bocca aperta dato che il vorace individuo ha dato ordine ai suoi schiavi di gettarci dentro qualcosa, di tanto in tanto. L'unica incognita è rappresentata dalla presenza in casa della suocera Fulvia Clodia Spurga che sovente si diletta ponendo nelle fauci del genero materiali di dubbia collocazione biologica, nonché gli escrementi del suo mastino napoletano Rutilio. Per evitare di essere scoperta, la scaltra donna aggiunge a fine pennichella acini d'uva e foglie di menta. Lucullo lamenta un retrogusto asprigno e la consueta bocca impastata tipica del risveglio, ma dopo dodici secondi è già alla quarta salsiccia e quindi non sospetterà mai nulla.

Etimologia

Sull'origine del termine gli studiosi sono divisi:

  • potrebbe derivare da pandiculare, dal lat. tardo pandiculatio -onis, der. di pandiculari "stirarsi sbadigliando", da pandĕre (aprire);
  • oppure da pendiculare, dal lat. laido pendiculatio -anis, der. di pendēre anis "pendere col sedere", da culære (di culo);
  • o magari da pen nichel là, in risposta alla domanda: "Dov'è finita la penna metallica che mi hai regalato a Natale?"[3]

Tentativi di imitazione

I vari tipi

La pennichella "classica" è definibile come tale solo se ha rispettato un iter rigoroso che comprende un pasto con almeno sei portate, un digestivo potente (come Unicum o Stroh), un rutto udibile a due isolati di distanza, una frase tipo: "Gertrude stacca il telefono che non voglio rotture di coglioni".
La altre sono classificate in base all'interprete della performance.

  • Riposino pomeridiano: tipicamente effettuato dai fancazzisti (per garantirsi la "tenuta" in discoteca) e dai pensionati (per recuperare dalla fatica di aver borbottato tutta la mattina fuori dal cantiere).
  • Sonnellino di bellezza: in genere ci troviamo di fronte ad una donna attempata e brutta come una bestemmia in chiesa. L'unico a trarne vantaggio sarà il marito, che non avrà quel mostro davanti per venti minuti.
  • Stravaccamento "a 4 di spade": svolto quasi sempre da un facchino dei mercati generali, che occuperà per intero il letto matrimoniale assumendo la posizione dell'Uomo vitruviano. Ovviamente avrà ancora addosso la canottiera sudata del lavoro, a cui si sono aggiunte macchie di sugo all'amatriciana.


Classificazione "JCEMVS"

Una classificazione alternativa è quella proposta dal Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism Very Sleeping, che propone come fattore discriminante il luogo in cui viene svolta.

  1. Casalinga: da fare in poltrona nella propria abitazione.
  2. Disagiata: tipicamente da autogrill della Salerno-Reggio Calabria.
  3. Transitoria: attombamento[4] aeroportuale da coincidenza in ritardo.
  4. Campagnola: va bene se il terreno è coltivato a fieno, altrimenti può essere scomoda.
  5. No-Stop: in genere si passa la giornata tra un capolinea e l'altro.
  6. Ventilata: fatta in altura, con la brezza che concilia il sonno.
  7. No-Boss: in ufficio, quando il capo è altrove.
  8. Aromatica: fatta in un centro benessere specializzato in Aroma therapy.
  9. Spiedino: all'aperto, assumendo la posa della porchetta in cottura.
  10. Animalesca: fatta in un centro benessere specializzato in Pet therapy.
  11. Meccanica: per chi ama farla in auto (o sopra).
  12. Meccanica 2: per chi ama farla in auto (ma non ce l'ha).


Classificazione "Nordström"

A partire dal 2011 viene accettata anche la classificazione "Nordström"[5] basata sul mestiere del soggetto.

  1. Cowboy: allevatori di bestiame, fantini e corazzieri a cavallo.
  2. Polska: camionisti, autostoppisti e killer con cadaveri da mantenere freschi.
  3. Muleboy: agenti di commercio, diplomatici e corrieri della droga.
  4. Farm-Boy: braccianti agricoli, fattori e fatti come pigne.
  5. Vigilantes: agenti di sicurezza, buttafuori e guardiani notturni.
  6. Happy Wood: guardaboschi, dipendenti dell'ANAS e bracconieri.
  7. Parking: ausiliari del traffico, parcheggiatori di hotel e parcheggiatori abusivi.
  8. School: studenti, bidelli e genitori che aspettano il loro turno per parlare con il professore.
  9. Caterpillar: manovratori di ruspe, lavoratori dei cantieri autostradali e barboni nei pressi degli stessi.
  10. Rom: commercianti all'ingrosso di cipolle, venditori di aglio e gente da autobus.
  11. Bicycle: ciclisti, pony express, autisti di risciò e scippatori.
  12. Retired: pensionati, fancazzisti, esodati ed esibizionisti da parco pubblico.


Pennichella Tour

Note

  1. ^ Traduzione: Quando sei raggiunto da un colpo di sonno, e senti che il cervello tende a spegnersi, molla qualsiasi attività e concediti un salutare riposino pomeridiano
  2. ^ dagli snob altolocati che abitano ai Parioli
  3. ^ Ma forse non dovremmo dargli troppo credito
  4. ^ Attombarsi: cadere in uno stato di morte apparente
  5. ^ Stig-Göran Nordström: psicologo finlandese autore del libro: Se sei cretino non è certo colpa mia

Voci correlate