Sguardo da triglia

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(Rimpallato da Sguardo da Triglia)
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Lo sguardo da triglia è una particolare espressione facciale che l'Homo trogloditum sfoggia puntualmente con poca grazia e molta mestizia, davanti ad un esemplare adulto di femmina single taglia 42 che abilmente propone le proprie argomentazioni cimentandosi nella tipica camminata sculettantem, avvalendosi di potenti armi tra le quali rientrano gonna ascellarem, reggisenum balconcinum e/o push-upporum, tacchi a spillas ecc.


Caratteristiche fisiche

Esempio femminile (decisamente più discreto di quello maschile) di sguardo da triglia. Lo sguardo da triglia (molto probabilmente) potresti averlo tu in questo momento (soprattutto se ti è cascato l'occhio sulla scollatura).

Lo sguardo da triglia è facilmente identificabile nel momento in cui si presenta, essendo l'espressione di uno stato d'animo arcaico, consolidato da anni di involuzione nel genere umano. Tale stato, definito da alcuni spostamento cerebrale (per via della sua caratteristica principale cioè l'aumento improvviso dell'afflusso sanguigno a Sud, accompagnato dal corrispettivo esponenziale decremento a Nord) è definito da altri studiosi del campo (in particolare dal folto gruppo delle femministe convinte) status arrapatum, con ovvio riferimento al termine volgare e quasi dispregiativo, con cui viene definito generalmente uno stato di lieve ma costante eccitazione sessuale.

« Sei un arrapato mentale »
(Donna qualunque a uomo qualunque)

È caratterizzato da occhi sporgenti, leggermente strabici, che normalmente oscillano ritmicamente fissando l'oggetto in questione (tette e/o natiche), bocca semiaperta, curvata leggermente verso il basso, nei casi più eclatanti lingua penzolante verso l'esterno e soprattutto salivazione molto accentuata.

Conseguenze

Ovviamente l'Homo trogloditum difficilmente riesce ad avere pieno controllo di sé stesso dopo aver captato un fondoschiena sufficientemente sodo (che ricordate, sarà sempre e comunque più sodo del vostro, anche se avete passato gli ultimi 363 giorni a sudare su un tappetino in palestra). Inoltre, nel caso in cui il soggetto in questione abbia lo status impegnato e sia malauguratamente accompagnato dalla corrispettiva partner quando si verifica l'evento imprevisto, ancor più difficilmente riuscirà ad inventare una scusa plausibile in tempo utile ad evitare la tragedia imminente, considerato lo stato confusionale causato dal deflusso sanguigno dalla Zona Nord alla Zona Sud, con corrispettivo cedimento delle funzioni intellettive superiori. Una volta che l’input iniziale (immagine del fondoschiena) sarà arrivato alla corteccia visiva e da lì avrà raggiunto i centri neuronali della consapevolezza (detto in parole povere l'idiota si sarà accorto che quello è proprio un culo sculettante in carne ed ossa, ed è lì, davanti a lui).

Ovviamente perché si giunga a questo livello ci vorrà un tempo variabile a seconda dello stadio evolutivo raggiunto dal soggetto, può oscillare da alcuni secondi ad alcuni giorni, tempo in cui vegeterà in stato catatonico tanto per intenderci) per l'esemplare di Homo trogloditum impegnatum è la fine. Interrotta ogni forma di comunicazione con le parti evolute del cervello umano,la parte istintuale avrà preso il sopravvento causando aumento di pressione sanguigna, aumento di frequenza cardiaca e respiratoria, aumento di temperatura e sudorazione, e soprattutto, avrà indotto come unico riflesso condizionato un’intensa salivazione visibile ad occhio nudo ed inesperto, simile a quella del cane di Pavlov.
Non ci sarà più modo a questo punto di porre rimedio e-o mascherare lo stato psicofisico in alcun modo e tutto quello che dirà potrà essere usato contro di lui. Davanti a tale misero spettacolo, ovviamente, la corrispettiva partner, avrà assunto rapidamente una pigmentazione scura (causata non da un abbronzatura improvvisa ma dalla bile in circolo) e avrà anch’essa cessato ogni forma di comunicazione razionale.
Passando rapidamente e automaticamente dalla modalità donna che fa shopping col partner alla modalità donna gelosa su tutte le furie inizierà a berciare in strada in una lingua arcaica e sconosciuta, di cui l’uomo aveva ignorato l’esistenza fino a quel giorno. Passati circa dieci minuti, nei casi più fortunati, l’ Homo trogloditum, svegliatosi dallo stato catatonico a causa delle grida ad alta frequenza, dopo aver appurato che non si tratta di un caso di possessione demoniaca improvvisa, riuscirà a fatica a collegare le urla all’ipotetica causa e ancor più a stento riuscirà a pronunciare le prime parole che il suo cervello riesce a recitare in maniera ormai meccanica. Il repertorio varia dal semplice e poco credibile.

« Scusa amore, non lo farò più »
(Homo trogloditum preso alla sprovvista)

ad espressioni molto più evolute e articolate che sembrano essere segno attendibile di una qualche forma di attività cerebrale residua nell'Homo trogloditum quali

« Amore ma lo sai che io vedo te in ognuna di loro »
(Homo trogloditum di secondo livello)

Ovviamente nel secondo caso vi è un tentativo molto sottile di sfruttare il tallone di achille della donna gelosa su tutte le furie, cioè il suo intrinseco bisogno di essere al centro dell'attenzione che è in fondo ciò che guida il suo comportamento per il 99% del tempo. Potete facilmente intuire da questo che in questo caso l'Homo trogloditum ha manifestato capacità di ragionamento.

Ovviamente la complessità dell'interazione messa in atto (nonostante si tratti di forme di vita non molto differenziate) rende impossibile prevederne con certezza l'esito finale. La statistica non aiuta molto in questi casi in quanto i soggetti in questione difficilmente si lasciano avvicinare durante la messa in atto del comportamento, ciò rende particolarmente difficoltoso (e pericoloso) un eventuale lavoro di ricerca. Il senso comune vuole che, come nella maggior parte dei casi, tutto si concluda a tarallucci e vino, ma i pareri degli studiosi sono discordanti in proposito.

Le solite femministe convinte contestano il fatto che l'incontrastato potere maschile sulla nostra società patriarcale distorce il nostro giudizio obiettivo sulla realtà dei fatti, per cui potrebbe anche darsi che in una ipotetica realtà paralella e/o virtuale la discussione degeneri a tal punto da portare alla rottura del rapporto. Ma ciò non considera il fattore d, cioè il fattore dipendenza da relazione stabile, che recenti studi individuano come uno dei fattori chiave nella spiegazione del comportamento umano femminile.

Curiosità

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