Scooterista

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firma: -- WEDHRO B A 🗿? 19:40, 10 giu 2019 (CEST)
Non importa quante piume colorate può infilarsi nel culo. Uno scooterista non sarà mai un pavone

Lo scooterista (detto anche scroterista per indicare l'area anatomica che irrita a chiunque avvii un'interazione in strada con lui) è il detentore/possessore e conduttore di scooter. Si distingue dal motociclista[1] in quanto, anche se egli non lo sa, i due mezzi condotti differiscono sostanzialmente e formalmente.

Oltre a non sapere questo, lo scooterista ingora un sacco di altre cose, come ad esempio il significato profondo delle strisce pedonali, l'interpretazione articolata dei semafori, lo scopo nobile delle corsie di emergenza, il significato oscuro dei divieti di sosta e, sopratutto, il semplice fatto di essere scooterista.

In un bar a Napoli, sul registratore di cassa c'è scritto, riporto testualmente:

"Avere lo scooter e definirsi motociclisti è un pò come farsi il bidet e credere di aver fatto la doccia".

Tale verso, sintetizza in due righe la differenza, oltre che disorientare gli scooteristi che volevano solo pagare un caffè, e che si ritrovano invece dinnanzi ad un intricato spunto di riflessione sulla propria esistenza.

E, probabilmente, sulle proprie abitudini igieniche.

Profilo psico/fisico

Lo scooterista è in perenne stato di agitazione, il che lo porta a sculettare spasmodicamente nel traffico e a straziare il manubrio a destra e a manca solo per fare 1 metro e 86 centimetri in più rispetto al motociclista, su una distanza di 3.000 chilometri. Soffre di allucinazioni audiovisive e di sindrome compulsiva del clacson. E' irrimendiabilmente daltonico, il che lo rende insensibile ai semafori.

A destra, la normale morfologia del rachide, tipica dei motociclisti. Al centro, accentuata cifosi scooteristica. A destra, un tizio che cerca compagnia e svago e "si mette in mostra"

All'esame clinico, lo scooterista presenta cifosi da postura scorretta e schiacciamento L2/L3 - L3/L4 - L4/L5 - L5/L6 - L6/L7 - L7/L8 e via discorrendo fino a Ln/Ln+1, verso e oltre vertebre che normalmente un essere umano non presenta, ma che lo scooterista sviluppa al mero scopo di schiacciarle l'una contro l'altra.

Uno dei due pollici e i relativi muscoli flessori propri si presentano ipertrofici nello scooterista che, nella speranza di disintegrare le automobili ferme nel traffico davanti a lui, colpevoli a suo modo di vedere semplicemente del fatto di essere lì, si accanisce contro il pulsante del suo fastidioso clacson ancor prima di mettere in moto e fino a cinque o sei minuti dopo essere giunto a destinazione e aver spento il motore. Solo per puro istinto.

L'orecchio, generalmente il sinistro, presenta pronunciate escoriazioni dovute all'inserimento del telefono cellulare fra il casco e la testa. Lo scooterista ignora infatti l'esistenza delle cuffiette, degli auricolari bluetooth, e in genere del fatto che l'utilizzo del cellulare mentre si è alla guida è vietato dal codice della strada a dir poco sconsigliato.

Il piede, generalmente il destro, presenta segni di usura lungo tutta la fascia plantare; lo scooterista è infatti solito tenere un piede giù anche durante la marcia, forse nel tentativo di saggiare la qualità dell'asfalto, analisi che in ogni caso non saprebbe come interpretare, o molto più probabilmente perchè è troppo pigro per tirare su la gamba.

Lo scooterista alla partenza

Effetti di uno scooter lasciato acceso prima della partenza

Poco prima di partire, circa quindici o venti minuti (insomma nemmeno tanto poco prima) lo scooterista mette il moto il suo scooter, possibilmente in garage, dove il rombo del motore rimbalza come una pallina di gomma in una centrifuga, rincoglionendolo ulteriormente, e i gas di scarico al chiuso danneggiano la sua già compromessa capacità di ragionamento.

Conseguentemente alla sua natura pigra, lo scooterista impiega questo lasso di tempo per comprendere (ogni volta, da capo) l'utilizzo del casco, infilarlo in testa nella migliore delle ipotesi, e nei casi meno gravi, decidere e riuscire ad allacciarlo.

Per ragioni note solo allo scooterista, lo scooter deve necessariamente restare acceso durante queste operazioni prelimiari per tutto questo tempo, anche se sono le tre di notte e lo scooter è parcheggiato sotto un balcone di un piano ammezzato.

Lo scooterista ignora che, anche se fermo, lo scooter consuma carburante oltre a rompere il cazzo a tutto il condominio e vicinato.

Espletate le funzioni preliminari, lo scooterista monta il sella, si copre con il plaid della Tucano, infila le mani nei guantoni installati sul manubrio, sistema in grembo la borsa dell'acqua calda, apre la scatola di biscotti danesi, mette la bustina di tè verde in infusione, si sintonizza mentalmente sulla puntata di Il Segreto e, finalmente, parte.

Lo scooterista in marcia

Durante la marcia, lo scooterista dà il meglio di sè, esplicitando ogni sua caratteristica.

Assume una curiosa quanto aerodinamica forma a C, con schiena flessa all'inverosimile, e gambe e braccia distese che si protendono in avanti, rispettivamente verso la pedana e il manubrio. Quando impegnato ad evitare altre automobili nel traffico, lo scooterista tira fuori un piede e lo tiene sospeso radente l'asfalto. Cosa lo tira a fare su se fra due chilometri bisogna metterlo a terra per fermarsi?

Un'immagine non troppo rara degli esiti della conduzione di uno scooter. No, i tizi in divisa non sono amici suoi e nemmeno lo diventeranno

Se indossa il casco (se!), tiene un'accesa conversazione al cellulare provvidenzialmente incastrato all'altezza dell'orecchio, gesticolando come la più curiosa caricatura mafiosa estera. Quando il casco gli pende dal gomito (perchè fa caldo o perchè fa fighi o perchè durante la lunga fase di partenza lo scooterista non ne ha ben compreso l'utilizzo), la conversazione si sposta su Whazzapp, e la mano sinistra è devotamente impegnata a digitare febbrili repliche. Si fotta la leva del freno, tanto al prossimo ostatolo (leggasi automobile) sculetta e scarta di lato.

Per lo scooterista, le automobili sono fastidiosi ostacoli da superare con manovre evasive ed elusive, mirate a passare oltre e a confondere chi segue da dietro, il quale resta spiazzato manco si trovasse davanti all'elastico di Ronaldinho. Quando tali manovre gli sono precluse per carenza di spazio o perchè poste in atto da uno scooterista più rapido che precede, il ricorso al clacson non è frutto di una scelta ragionata, ma un semplice ed innato riflesso che emerge nel disperato tentativo di far sparire l'ostacolo o, nei casi più gravi, di aprire il traffico come Mosè fece con il Mar Rosso.

Scooteristi in riga, ben oltre la linea del semaforo. Riceveranno brutte notizie al verde dagli automobilisti

Quando si ravvede della colonna ferma ad un incrocio, lo scooterista ignora in buona fede il semaforo (non sa cosa sia, non è colpa sua!) e, superata tutta la colonna di auto, viene asslito per osmosi dal dubbio che forse è opportuno fermarsi; si piazza quindi giusto 0,5 metri più avanti alla linea del semaforo per guadagnare tempo alla ripartenza (lui si che è un coglione la sa lunga!), tempo che inevitabilmente perderà in quanto la sua posizione gli prelcude la vista del verde (che comunque ignorerebbe esattamente come farebbe col rosso), e per ripartire avrà bisogno di un'intronata di clacson da parte di tutte le auto ferme in fila, da quella immediatamente che segue a quella posta 25 chilometri più in là, per trasmissione quantistica.

In autostrada o in tangeziale, nel traffico fitto lo scooterista è subitaneamente colto da pensiero laterale e colpo di genio che, inducendolo a ritenere tutti gli altri dei perfetti idioti, scarta immediatamente a destra occupando una quarta corsia che, a sua insaputa, è definita corsia di emergenza e destinata a tali evenienze. Gli scooteristi dotati di maggior acume, consci del fine ultimo della corsia di emergenza, si convincono immediatamente del fatto che, in effetti, la loro è un emergenza. Devono giungere a destinazione, e gli ostacoli inspiegabilmente fermi in colonna cercano di impedirglielo.

Lo scooterista a destinazione

Giunto nei pressi della destinazione, lo scooterista cerca ed individua un varco laterale nella corsia per superare il fastidioso dislivello generato dal marciapiede, del quale naturalmente ignora la funzione. Nei casi di scooteristi esperti e sensibili allo stato di salute del proprio mezzo, la ricerca si concentra sulle rampe per disabili, imboccandole di gran carriera, incuranti della presenza di passanti, anch'essi considerati ostacoli al loro sommo scopo.

Fastidiosa quanto inutile variante dello scooter generata dall'incrocia fra una Smart e un Si Piaggio. Da notare l'atteggiamento "a strafottere£ dei due che occupano la carreggiata. Il casco, rigorosamente in testa anche se fermi e giù dal veicolo, era slacciato anche durante la marcia

Quando la destinazione è un'abitazione, un ufficio, un esercizio commerciale, un distributore di sigarette, o semplicemente uno spacciatore un amico, lo scooterista sfilandosi il casco al volo (quando lo indossa) ancora in marcia si dirigerà spedito e parcheggierà in un'area distante dalla meta di circa 40 centrimetri. Perchè camminare a piedi quando si ha uno scooter?

Quando la destinazione è l'incontro con tamarri o drogati amici per strada, meglio se già fatti scooteristi anche loro, lo scooterista si limiterà a scartare di lato e a raggiungere il gruppo. Cosa importa se nonostante la sosta si continua ad occupare la corsia e a generare una strettoia al transito? I suoi amici sono lì ed è lì che lui vuole fumare una canna anche se ha quarant'anni fermarsi.

Gli indicatori di direzione, volgarmente detti frecce, strumentali ed indispensabili alle predette monovre, sono dispositivi per i quali in Parlamento è in corso di approvazione una legge che esonera gli scooteristi dall'utilizzo.

Caratteristiche comportamentali

  • Uno scooterista che aveva provato a tener testa in curva a due motociclisti
    Lo scooterista non mette in moto, mette in scooter. Con somma soddisfazione dei motociclisti che non vedranno sporcato il loro buon nome
  • Lo scooterista crede che lo scooter sia meglio di una moto. Con somma soddisfazione dei motociclisti che non se lo ritroveranno tra le palle ai raduni
  • Lo scooterista non sarebbe in grado di condurre una motocicletta, ma non lo sa. Per contro, il motociclista sarebbe perfettamente in grado di condurre uno scooter, e lo sa ma si rifiuta categoricamente di farlo
  • Lo scooterista non parte, inizia una corsa contro il tempo
  • Lo scooterista non sorpassa, va oltre l'ostacolo
  • Lo scooterista non parcheggia, si ferma e basta
    No, lui non è invitato
    Lo scooterista si arresta oltre il semaforo, guadagna tempo
  • Lo scooterista viene regolarmente sverniciato dai clacsono di chi segue, fermo al semaforo, una volta scattato il verde
  • Lo scooterista riparte quindi indignato, sculettando ovviamente, verso orizzonti che quei poveri coglioni dietro nemmeno immaginano
  • Lo scooterista può fare, e fa, piacevolmente a meno della mano sinistra durante la conduzione dello scooter. Non c'è la frizione, non ci sono le marce, non c'è nulla lì, salvo una fastdiosa leva della quale ignora la funzione. Meglio trafficare con il cellulare.

Variante XL

Tentativo infruttuoso di uno scooterone di affrontare una curva in sicurezza

Una variante allo scooterista è lo scooteronista, il quale com'è facile dedurre, conduce un mezzo XL veloce come una Ducati Panigale truccata, grande come un Humvee dopato di steroidi, stabile come un windsurf bucato e, pertanto, sicuro come la tua privacy su Facebook.

Considertato tutto, va tutto liscio finchè non prova a frenare e passare da 3.000 km/h a zero in dieci metri, o finchè va dritto.

Data la taglia XL del mezzo che conduce, la dotazione sessuale stazza dello scooteronista non cambia, ma si ingigantiscono tutte le caratteristiche dello scooterista semplice.

L'unica cosa che resta invariata è la capacità di pensiero superiore. Qualsiasi fattore ≠∞ si moltiplichi per zero, com'è noto, darà come risultato sempre zero.

Note

  1. ^ Si definisce motociclista il detentore/possessore e conduttore di una motocicletta la quale, sia chiaro, non è uno scooter. Si definisce infatti motocicletta tutto ciò che il motociclista ritiene che lo sia.