Ispica
Ispica (Išhpca o Šhpaccafurnu in dialetto locale) è un insediamento di australopitechi comune italiano di qualche migliaio di vecchi e altrettanti immigrati del libero consorzio comunale di Ragusa in Sicilia.
(Stemma) | |
"ZUUUUU" (Motto) | |
Posizione geografica | A sud della provincia più a sud del sud |
Anno di fondazione | E cu so ricorda |
Abitanti | Quattru cucchi e n panzutu |
Etnia principale | Cavari, nunziatari, carmelitani (minoranza) |
Lingua | Spaccafurnaro, arabo |
Sistema di governo | Teocrazia delle statue del signore |
Moneta | Tutta liquidata in fuochi d'artificio |
Attività principale | Oziare |
Patrono | U pupu ca piscia |
Gemellaggio | Salem |
Originariamente nota come Spaccaforno, Ispica ha cambiato nome per far sembrare che qualcosa sia effettivamente cambiato nel corso dei secoli. Spoiler: non è cambiato nulla.
Geografia fisica
Situata a metà tra Modica e il nulla, più precisamente "unni persi i scarpi u signuri", Ispica è famosa per il suo paesaggio mozzafiato (nel senso che quando arrivi a Ispica probabilmente il tuo respiro sarà già mozzato dal caldo torrido), con cave di pietra, rocce e... ancora rocce.
Ogni città che si rispetti ha il suo fiume, per questo motivo il fiume di Ispica ha deciso di suicidarsi nel 256 a.C.C. (Avanti Cruci e Culonna).
Il suo paesaggio grottesco (pieno di grotte) e l'assenza di ogni bene di prima necessità conferiscono quel look tipico da paesino morente dell'Italia sottosviluppata. Tali grotte sono sempre state le abitazioni per gli ispicesi di ogni epoca storica: dall' australopiteco all' australopiteco (perché non si sono mai evoluti).
Il clima è arido e secco, ma quando piove sono cazzi amarissimi, non tanto per la pioggia in sè, ma perché gli ispicesi sono convintissimi che la pioggia altro non sia che l'ira funesta ra Matrocarmunu per una mancata offerta.
Ma il vero protagonista del clima ispicense è il vento.
Questo vento soffia così forte e così spesso che molti ispicesi sono convinti che non sia solo un fenomeno atmosferico, ma una forma di controllo governativo segreto per impedire a chiunque di lasciare la città. Si dice che il vento sia stato addestrato appositamente per bloccare i tentativi di fuga
Le scuole di pensiero sul vento sono due:
1. Gli scettici – Che credono che il vento sia semplicemente una sfiga naturale.
2. I complottisti – Che pensano che il vento sia una strategia dei vicini di Modica e Ragusa per mantenere Ispica isolata e soffocare la sua crescita economica. Dopotutto, se ci fosse meno vento, forse qualcuno si fermerebbe per vedere la Cava d’Ispica.
Storia
Fondata tanto tanto tempo fa nei pressi di molto molto lontano, la storia della nascita di Ispica si perde nella notte dei tempi, e il nome "Ispica" deriva al termine latino "Hispica", che significa "luogo dove non accade nulla".
La leggenda narra che sia stata fondata un gruppo di poveri sventurati, che avventuratisi troppo all'intero della cava non riuscirono infine a trovare l'uscita, decidendo infine di fondare su una base di odio e lagnusìa, le basi della città di Spaccaforno.
Ma il grande evento che ha scosso Ispica fu il terremoto del 1693, che ha distrutto gran parte della città, obbligando i suoi abitanti a riflettere su una questione filosofica molto importante: “Vale davvero la pena ricostruire tutto se poi siamo comunque a Ispica?”. La risposta fu sì, ma senza troppa fretta.
Cultura
La cultura ispicese è un mix esplosivo di processioni religiose e un amore sfrenato per qualsiasi cosa possa essere fritta o trasformata in una scusa per non lavorare.
Essendo che l'amore per le processioni e per la "religione" era troppo (o forse perché serviva un altro motivo per litigarsi) , gli ispicesi hanno deciso di creare un secondo Gesù. Culonna. Anzi forse Cruci. Va bene non lo sappiamo, OK?!
Ma essendo che come detto prima, Ispica venne fondata sull'odio, gli ispicesi non sono ancora giunti a una tregua su chi sia il vero salvatore.
E così, Ispica si divise in due:
- Cavari (color sugo) a supporto del padre alla colonna, giorno festivo: jovassantu
- Nunziatari (color pillola magica) a supporto del padre alla croce, giorno festivo: vennirissantu
Così ogni anno, per asserire la propria dominanza i membri delle due fazioni portano in spalla le statue del signore sfidandosi a chi rientra la statua più tardi e a chi butta più soldi in fuochi d'artificio.
Un evento così importante da richiamare tutti gli ispicesi (e gli altri scoppiati a cui piacciono queste cose) in giro per il mondo (40 milioni) al loro paese natale.
Società
L'Ispicese medio è basso, grasso e zaurdo, con il colore della pelle che può variare dall'olivastro al ben cotto; sostanzialmente una piccola botte di vino ambulante. Ciò è dovuto principalmente dalla loro dieta a base di pane e salame accompagnato da 2 birre.
Non ci sono dati ufficiali riguardanti la percentuale della popolazione ispicese alfabetizzata, anche se con molte probabilità non supera lo 0,2%.
In media un ispicese medio passa il 24% della sua vita a gridare E PICCIUOTTI e il restante 76% a rispondere CRUCI/CULONNA in base alla malattia mentale dalla quale è afflitto.
Gli ispicesi inoltre si possono suddividere in:
- 40% cavari
- 40% nunziatari
- 5% carmelitani
- 9% seguaci del glorioso San Giuseppe (che comunque sono sempre cavari)
- 7% venditori di tonno della matrarazia (che comunque sono sempre nunziatari)
- 62% africani
- 32% zingari
- un pugno di Cinesi
- 89% anziani
- Veramente pochissimi giovani (che spariscono dopo il diploma)
- 100% stronzi
Lingua
A Ispica si parla un dialetto così stretto che nemmeno gli abitanti dei paesi limitrofi lo capiscono; un mix di suoni gutturali che, secondo gli studiosi, possono essere capiti solo dopo anni di esposizione alla cava e almeno tre sagre, ma per ottenere il C2 di Ispicese bisogna comprendere il loro durissimo accento.
L'ispicese medio infatti, sfoggia, e con orgoglio, la sua durissima S (pronuncia: šh). Per esempio, "Stamattina a Ispica ho visto Stefano stringere la scatola stretta sotto il braccio" in Italo-ispicese verrebbe "Šhtamattina a Išhpica ho višhto Šhtefano šhtringere la šhcatola šhtretta sotto il braccio" ma l'essere umano medio sentirebbe solo il suono del sibilo di un serpente.
Inoltre per sgamare un ispicese basta chiedergli di pronunciare "cinquantacinque giudici", se risponderà con "ginguandagingue giudigi" o "a fatti rumpiri u culu" state sicuri che è ispicese.
Lo "Zu"
Lo zu a Ispica non è una semplice esclamazione, ma un vero e proprio marchio di fabbrica, e anche un metodo per riconoscersi con altri conterronei in luoghi stranieri.
In base al contesto le "u" di zu possono essere una soltanto o diverse centinaia di migliaia.
Ma vediamo in quali contesti si usa questa esclamazione:
- Stupore
- Delusione
- Salutare o richiamare qualcuno
- Esultare
- Ricordarsi di qualcuno/qualcosa
- Complimentarsi
- Condire la pasta
Economia
L'economia ispicese è attiva solo d'estate, e durante il resto delle stagioni sta in ferie. Durante la stagione estiva vengono applicate svariate metodiche di sfruttamento dei lavoratori, dove gli stipendi possono raggiungere un massimo di $500 del Monopoly, se il lavoratori possiede almeno 4 figli, o una bellissima funcia di mincia se si è ancora minorenni e si decide di sfruttare le vacanze estive per fare un lavoretto estivo.
Il 98% dello stipendio di un abitante locale viene usato per acquistare erba, altamente consumata dagli ispicesi per dimenticare di vivere a Ispica.
Per quanto riguarda le attività commerciali, un negozio ha una durata media che va dai 3 agli 8 mesi per chi ci va di Culo.
Per questo motivo a Ispica ha fallito pure la mafia
Sport
Impennata Juniores
I cuccioli di Ispicese (dai 0 a un età X dove X=quando prendono il motorino) imparano prima ad impennare e poi a camminare, ma essendo per l'appunto cuccioli l'impennata si fa solo su bicicletta. A fine giornata, l'ispicese che ha impennato di più viene nominato capo supremo indiscusso. Ma la difficoltà non sta nell'impennata di per se, ma dalle buche presenti in ogni angolo del paese e dagli autisti svegli come un ghiro in pieno letargo.
Impennata Senior
Una volta ottenuto il motorino (che generalmente coincide col compimento del dodicesimo anno di età) l'ispicese medio si approccia, come per naturale attrazione ai cinquantini, modificati in settanta generalmente degli zip scassati appartenuti al fratello maggiore nuovi di zecca. Durante l'impennata è tradizione per gli ispicesi portarsi nel sedile posteriore un amico (rigorosamente senza casco) il cui impiego è contare quante persone si sono girate a vedere il motore.
L'impennata è inoltre il principale metodo per corteggiare la femmina.
Calcio
Per un ispicese troppo fifone nell'impennare c'è sempre la via del calcio. Ogni ispicese è un talento cristallino, ma che per un motivo o per un altro non andrà mai oltre il campionato di promozione.
Sollevamento vara
Per coloro troppo cazzuti per delle semplici impennate, Ispica presenta: IL SOLLEVAMENTO VARA
Usi davvero poco le spalle e vuoi dare un senso alla loro esistenza? Non riesci a non pensare un attimo della tua vita ai signori Croce e Colonna? La suoneria del tuo telefono è la scampaniata di pasqua? Se la risposta a queste domande è un SI, allora prova subito il sollevamento vara:
Ore e ore di portare in spalla ammassati l'uno dietro l'altro una statua di diverse centinaia di chili e tanto divertimento.
Infrastrutture e trasporti
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Monumenti
- Chiesa di Culonna
- Chiesa di Cruci
- Chiesa di San Bartolomeo (A Matrici)
- Chiesa del glorioso San Giuseppe
- Chiesa ra Matrarazia
- Convento dei frati (Ghiesu)
- Convento delle suore carmelitane (U Carmunu)
- Convento dei talebani (Piazza)
- Chiesa di San Biagio
- Chiesa di Sant'Anna
- Chiesa della santissima Juventus
- Chiesa di Cicciu ra cava
- Santuario dedito al culto dei fuochi d'artificio
- Casa di Zia Concetta così piena di santini e crocifissi da essere considerata chiesa
- Fritz
- Qualsiasi panineria
Cinema
- Il finale originale di QuoVado prevedeva Checco Zalone dare finalmente le dimissioni dopo aver ricevuto il trasferimento a Ispica
- Tra le tante grotte ispicesi si può anche trovare la bat-caverna
- La Rainbow Road di Mario Kart è ispirata alla Barrera