Sampietrino

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(Rimpallato da Sanpietrini)
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« Dal punto di vista squisitamente etimologico è più corretto sanpietrino, ma quasi tutti lo chiamano sampietrino. »
(Un saccente al suo migliore amico.)
« In effetti succede anche per tua moglie, si chiama Elena ma quasi tutti preferiscono chiamarla Troia! »
(L'ex migliore amico del saputello.)

Il sampietrino o sanpietrino, plurale via Margutta, è un termine che ha origine da San Pietro in Roma. Esso può avere diversi significati, generalmente identifica però la pietra con cui sono pavimentate alcune strade della capitale e del Lazio, chiamate affettuosamente dalla popolazione femminile: scassatacchi.

Il minerale che li compone è la leucitite, una roccia eruttiva effusiva iposilicica a struttura ordinariamente porfirica[fonte Gino], questa caratteristica lo rende uno dei sassi più preziosi della terra, al pari dei diamanti. A riprova di ciò, il quotidiano furto di sampietrini da parte dei turisti con i cappellini buffi, ma anche di quelli con le macchinette fotografiche ganze. Un danno incalcolabile per il nostro Paese, tuttavia incoraggiato subdolamente dalle compagnie aeree internazionali, che hanno visto triplicare i proventi derivati dal superamento della franchigia valigie. Per evitare il salasso, alcuni furbacchioni li mettono nelle tasche, li mascherano nelle scatole dei tampax, sotto il cappello, usano ogni mezzo per portarli a bordo come bagaglio a mano, con conseguenze a volte tragiche.

« Che succede?!!... Porca puttana non si alza!!!.... Tiralo su accidenti!... I motori sono al massimo!!... Cazzo la pista è f... tiralo suuuu!!!!! »
(Concitato dialogo rinvenuto nella black box del Boeing 747 Bastard Pig della TWA.)

Secondo i bene informati deve il suo nome a Pietro Boccadiporco, diventato il 142° Papa col nome di Sergio IV nel 1009, ma restato nel cuore dei fedeli come San Pietrino da Trastevere.

Comparsa del sampietrino

Papa Sergio IV, meglio conosciuto come San Pietrino da Trastevere.

È stato inventato sotto Papa Sisto V alla fine del 1500 e, per volere del pontefice, fu usato per lastricare tutte le strade principali di Roma. La spesa era davvero folle, il prezioso minerale già a quel tempo costava uno sproposito, però era anche la cosa più resistente di cui si potesse disporre assieme ai diamanti, inutilizzabili per due ragioni:

  1. l'accecante bagliore dato dal rimbalzo dei raggi solari;
  2. piazza San Pietro si stava riempendo di ebrei, che gridavano in modo assordante e ripetitivo "Mio tesssooro".

Per far soldi si ricorse all'infallibile e consolidato metodo delle indulgenze plenarie, vendute a blocchetti da dieci in pratici pezzi da 100 anni cadauno, scontabili al portatore. Erano tempi di peccato e gozzoviglio sfrenato, le entrate furono cospicue.

Dopo aver pavimentato tutto il Vaticano, il centro storico e la sua villa a Frascati, il Santo Padre si occupò anche del quartiere Trastevere, che aveva dato i natali a San Pietrino (a cui era devotissimo) e chiamò quel lastricato in suo onore. Non pago, tolse dalla facciata superiore di San Pietro la statua dell'apostolo Simone (che ebbe a definire "sine pilam"), sostituendola con una raffigurante il suo santo preferito. Molti cardinali insorsero gridando al sacrilegio e Sisto V, detto il Mediatore, li fece trucidare dai suoi fedeli mercenari Lanzichenecchi. Il pontefice aveva però un debole per la tisana di cicoria (che prendeva prima di addormentarsi) e, come tutti sanno, a confonderla con il conium maculatum è un attimo, specie se lo fai apposta.
A dar la triste novella della scomparsa del Santo Padre fu il cardinal Castagna: prima di farlo dovette martellarsi le palle circa venti minuti, per togliersi quell'inadeguato sorrisetto dalla faccia. Dopo un paio di giorni venne eletto col nome di Urbano VII e l'apostolo Simone tornò al suo posto.

Lancio del sampietrino

Il lancio del sampietrino, nonostante l'elevato numero di sportivi che lo pratica, non è ancora inserito tra le discipline olimpiche.

Nella Roma papalina del XIX secolo il sampietrino ebbe il suo più alto momento di gloria. Il campanilismo serpeggiava tra le varie borgate e, falliti i tentativi diplomatici, le questioni spinose si risolvevano con le cattive maniere. La gravità dell'affronto condizionava la scelta della sfida, si poteva andare dalla scazzottata semplice alle coltellate, per i casi di media entità si faceva a selciate. L'onore e il rispetto dell'avversario era fondamentale, si doveva approcciare allo scontro col medesimo numero di uomini e, soprattutto, rispettare le regole.

« A 'nfamoni!! Tirate quelli grossi che quelli piccoli vanno all'occhi! »
(Marcello Sorcaviva, Regole della guerriglia urbana del 1800, 1964, Ed. La Teppa)

Questo clima di lealtà sportiva continuò negli anni, ancora oggi, i sampietrini vengono usati per dipanare le incomprensioni tra fazioni opposte, come accaduto nel derby ligure Manifestanti-Celerini del 2001.
La FALSA[1] ha ratificato il regolamento nel 1969, nelle competizioni di Lega Pro sono ammessi tre tipi di lancio:

  1. Canguro: si effettua con un saltello "a piedi pari" per accompagnare il tiro, che viene eseguito con la rotazione all'indietro del braccio;
  2. Bradipo: è simile al precedente ma senza salto, il tiro va accompagnato dal grido FUCK YOU PIGS;
  3. Falco: in questo caso il tiro viene eseguito con un movimento laterale, accompagnato dal grido MAMMAAAAA[2].
Massimo Tartaglia, Fondamenti di balistica, Ed. Ciottoli, 2012.

In alcuni casi l'eccessivo agonismo sfocia in comportamenti insensati, come avvenuto durante il match valevole per il titolo "Quanno ce vò ce vò" del 13 dicembre 2009. Lo sfidante Massimo Tartaglia, che aveva fatto suo l'incontro, fu squalificato per aver infranto il regolamento in più punti:

« Mi ritengo comunque il vincitore morale. »
(Dichiarazione a caldo dello sfidante.)
« Non ho la minima idea di cosa sia questa "morale", ma il vincitore resto io. »
(Pronta risposta del premier.)

Intermezzo fotografico

Uno dei più acerrimi nemici dei tacchi delle donne: il sampietrino by night.
Essere un sampietrino a volte ha i suoi vantaggi.
Dal 2011 il sampietrino è stato classificato DOP (Denominazione di Ogiva Pesante).

Anche i sampietrini nel loro piccolo si incazzano

La notizia lasciò molti increduli, persino Piermatteo Barambanic (il giornalista di Rai Uno che ne fu testimone) rifiutava di credere ai propri occhi, anche perché notoriamente bugiardi. Eppure la minaccia si stava concretizzando.
Due giorni prima, in segno di protesta, nel piazzale antistante Palazzo Montecitorio, tutte le deputate avevano subito un letale attentato ai tacchi, finendo chi scalza chi zoppicante. Era il preambolo di quanto stava per accadere.
Ma vediamo la ricostruzione fornita dagli inquirenti:

La rivolta dei sampietrini del 2006 fu repressa nel sangue.
  • Giovedì, ore 18:40. Faruk Hajsafi, leader carismatico della OLPS[3], riunisce i capicellula e li istruisce sulle modalità di attuazione del piano.
  • Venerdì, ore 6:40. Alle prime luci dell'alba i sampietrini rivoltosi si trovano riuniti in piccoli gruppi, in attesa di formare il corteo di protesta.
  • Venerdì, ore 10:27. Il corteo viene bloccato dalla polizia e si arriva allo scontro. Dopo scene raccapriccianti di vera guerriglia urbana e l'uso di lacrimogeni, i principali responsabili dei disordini e della fitta sassaiola che ne era derivata (coinvolgendoli in prima persona) vengono arrestati.
  • Venerdì, ore 16:50. Nel corso del fermo di polizia vengono violati la maggior parte dei diritti uman minerali, si arriva persino alla giustizia sommaria.

Ma cosa aveva scatenato tutto questo?

« Eravamo stanchi di essere calpestati da tutti. »
(Dichiarazione di un membro dell'OLPS.)

Altri significati

Operai della Reverenda Fabbrica di San Pietro

A destra un selciarolo che posa un sampietrino, a sinistra un sampietrino che posa un selce.

Un sanpietrino (o sampietrino) è un prete che si occupa della manutenzione ordinaria della Basilica Vaticana, mentre il termine selciarolo indica l'operaio che lavora nella messa in opera dei sanpietrini per lastricare vie o piazze.
La prima cosa ci coglie di sorpresa e ci lascia sgomenti. A quanto risultava dagli studi dell'illustre antropologo crucco Hans-Jörg Bauchspieß, di preti che lavorassero non v'era menzione nemmeno nell'antico testamento. Qualcosa ci era giunta su Frate Indovino che, a quanto sentito, ogni tanto tira un colpo di zappa per fare l'orto (e coltivare un organismo vegetale officinale legale in alcuni paesi).
La grammatica della lingua italiana considera errore grave inserire nella stessa frase le parole prete e lavoro, con una sola eccezione:

« I due termini possono coesistere, a patto di trovarci a tradurre un documento di un missionario del Darfur. »
(Prof. Ignazio Brufoli, Itagliano per badanti cecene, collana I pratici, 1964 Ed. La Trota)

Moneta

Il sampietrino di Pio VI, valeva due baiocchi e mezzo, al cambio ufficiale: una mela cotogna.

Il sampietrino (ma anche sanpietrino o san pietrino) era una moneta fatta del metallo preferito dai rumeni, del valore di due bajocchi e mezzo, coniata dallo Stato Pontificio in varie zecche (quali Ancona, Viterbo e Modena City Ramblers) durante il pontificato di Pio VI (1775-1799). Deve il suo nome al busto di San Pietro effigiato su una delle due facce, attorno al quale è inciso il titolo di "APOSTOLORUM PRINCEPS" (Principe degli Apostoli), preferito proprio all'ultimo a "TERTIUM LOCUM UT MAGNO FRATIS" (terzo posto al Grande Fratello), sicuramente più appropriata ma troppo lunga da scrivere.
Il suo valore rappresentava la giornata di paga di un monetiere della zecca, quindi a coniarlo ci si andava pari. Questo palese senso d'inutilità segnò la vita della moneta, che sparì in breve tempo dalla circolazione.

Strumento di minaccia

La caratteristica della pavimentazione "a sampietrini" è di non essere cementata, ma solo posata e poi battuta su un letto di sabbia e/o pozzolana, questo le conferisce elasticità e capacità adattamento al fondo stradale, ma è anche facilmente asportabile. Quindi i sampietrini (detti anche, a Roma, "selci") possono essere un mezzo di offesa, di pronto uso, reperibile nell'immediato.

« Ti prendo a selciate! »
(Nota battuta di Carlo Verdone, che minaccia la moglie al telefono nel film Compagni di scuola (1988).)

Voci correlate

Note

  1. ^ Federazione Amatoriale Lancio del Sampietrino Agonistico
  2. ^ è inutile che mi guardate così, non sono mica io che faccio le regole
  3. ^ Organizzazione per la Liberazione della Pavimentazione Stradale