Tommaso d'Aquino

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(Rimpallato da San Tommaso)
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« Tu non possiedi il Partito, ma è il Partito che possiede te. »
San Tommaso ti sta guardando. E non gli piaci per niente

San Tommaso d'Aquino, dottore della Chiesa, Primario in Oncologia (1225 - 7 marzo 1274), venerato dalla Chiesa cattolica come patrono di teologi, accademici, librai, scolari, studenti e truzzi, questi ultimi per via della particolare pietà che prova per loro. Tommaso d'Aquino è stato il primo, unico vero teologo della Chiesa Cattolica; prima di Lui infatti i teologi vivevano tranquillamente delle rendite della chiesa e confondevano i contadinotti con complicati discorsi privi di coerenza e abili scioglilingua in latino (o presunto tale). L'era dell'ozio però finì per questi simpatici personaggi, quando un frate curioso e con la voglia di studiare e lavorare imparò veramente il Latino e pure il Greco per leggere la Bibbia e i testi dei filosofi antichi (di cui si era persa memoria). Leggendo questi libri scoprì che anche i pagani avevano capito qualcosa di morale, bene, ecc... e anche che la Bibbia richiedeva lo studio e l'impegno personale per una vita santa.

La Reazione

I teologi vecchio stile vennero a sapere di queste idee e inorridirono perché maggiore libertà per tutti sarebbe significato per loro meno privilegi, più studi e meno tempo per la disco e lo spritz. Riunitisi tutti i teologi in un mega sinodo a PadovaFiere, con megaschermo papale, buoni pasto per le salsicce, piscina e albergo compresi a 999€ a persona (sconto per moglie e figli); decisero di scomunicare Tommaso per eresia e lo accusarono anche di aver affermato che la Terra è rotonda, l'acqua asciutta e l'aria liquida. Fu pure organizzata una lotteria obbligatoria per estrarre i dieci (falsi) testimoni che lo avevano sentito.

Le opere

Il Teologo scrisse una quantità smisurata di libri, alcuni ipotizzano che siano circa un miliardo, ma i più ritengono che il numero che rappresenta tale quantità non sia rappresentabile con l'attuale sistema di numerazione (infatti San Tommaso scrisse anche trattati di matematica, per affrontare la spinosa questione di sapere quanti libri ha scritto). Imitando il suo maestro Aristotele, compose libri su ogni sorta di tema, anche il più particolare; tra questi: "Trattato sulla moralità dei canguri mutanti", "Circa l'espressione artistica dei gatti khmer", "la fede dei marsupiali congolesi: diceria o realtà?", " La confessione, sacramento della Riconciliazione, guida al prete per non mettersi a ridere dei peccati delle vecchiette" e l'intramontabile " Sui legulei londinesi che avvitano chiodi nel Madagascar ".

Questi sono alcuni dei libri pubblicati

Lo Spirito su Tommaso

Alquanto dispiaciuto della scomunica e della perdita del diritto di voto che questo ai tempi comportava, Tommaso scrisse una lettera di duemila pagine al sinodo chiedendo di essere perdonato, mostrando le sue ragioni con ragionamenti logici e convincenti che avrebbero convinto chiunque non fosse in malafede. Pur non convinto il Sinodo accettò le idee di Tommaso perché scoprì che era proprio bravo a studiare, così la parte faticosa poteva farla solo lui. Lo nominò perciò "Doctor Universalis", nel senso che chi voleva una risposta doveva chiederla solo a lui, non ai preti normali che avevano altro da fare.

Il Pensiero Completo

Rincuorato Tommaso aprì una rubrica ai lettori su tutti i principali quotidiani del tempo, anche quelli dei partiti; cominciò a spulciare tutti i volantini dei Testimoni di Geova (anche i libretti) trovando le eresie e confutandole poi su cartelloni pubblicitari; predicando nei centri commerciali (già allora principale punto di ritrovo della gente). Verso la fine della vita redasse un riassunto del suo pensiero, la "Summa Theologiae", imperdibile libro di duecento pagine (per volume), contiene ogni domanda con relativa risposta riguardo a qualunque cosa, in un'ottica cristiana corretta con scolorina e aristotelismo.

Tipico quesito tomista

Tommaso d'Aquino si chiede anche lui, come tantissimi filosofi dell'epoca, se fosse giusto o meno concedere l'elemosina ai mendicanti, pur essendo questi strafatti di droga; dopo lunghi studi filosofici giunge alla conclusione che ciò è sbagliato, perché l'essenza della materia della droga è assimilabile al vizio che LUI considera come massimo attributo della psichè visibile della concomitanza addizionale del genere specifico. È ovvio.

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