Gioachino Rossini

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(Rimpallato da Rossini)
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(Gioachino Rossini studiando inglese)
Intenso ritratto di Gioachino Rossini.

Gioachino Rossini è uno dei massimi compositori italiani d'opera lirica, musica sinfonica, liscio e disco-music, direttore d'orchestra, violoncellista, virtuoso del triangolo e dello scacciapensieri catanese, cuoco e gourmet di fama mondiale.

I primi anni

Gioachino Rossini nasce nelle ridente città marchigiana di Pesaro nel 1792. I misteri che circondano la sua vita di illustre compositore cominciano al momento dell'iscrizione all'anagrafe, viene infatti iscritto come Gioachino, poi corretto in Gioachino, ricorretto in Giovachino, barrato e riscritto come Piergioachino Maria Rossini, ma nel registro parrocchiale risulta battezzato col nome di Pamela.

Rossini fu un figlio d'arte, entrambi i genitori erano stimati professionisti della scena musicale italiana, il padre Tony Corallo Rossini dirigeva un'orchestrina di liscio ed era molto conosciuto nella costiera Romagnola e divenne famoso ai più per "Sinfony from Cesenatico" e "Lauretta mia" di cui in seguito il figlio comporrà una versione corale conosciuta come Stabat Laura. La madre di Gioachino, Anna Guidarini, era un'apprezzata mezzo-sotto-piùomeno-soprano considerata la migliore interprete di sempre di "Quel gran pezzo dell'Arialda tutta nuda tutta calda" melodramma in tre atti di Salvatore Cimarosa su libretto di Renzo Montagnani.

L'incontro che cambia la vita

Il celebre impresario Domenico Barbaja.

E così seguendo i genitori nelle loro esibizioni Rossini passò la sua infanzia tra le città dell'Emilia-Romagna e delle Marche, soprattutto nel periodo estivo quando l'opera dei suoi genitori era richiesta alle numerose sagre di paese, Gioachino quindi ebbe modo di affilare il suo palato ad ogni vivanda del suo tempo, dato che ogni anno in sequenza si tenevano le sagre della pannocchia bagnata, della pecora seviziata, dell'amanita phalloides, del culo di gallina, oltre alla festa del lardo colante, la mostra internazionale del tartufo stantio, il festival delle croste di parmigiano, la giornata mondiale del culatello, la biennale del pollo alla diossina, il convegno internazionale amanti del gatto in salmì. Proprio in quest'ultima occasione, nell'edizione celeberrima del 1812 Rossini fece un incontro determinante per la sua vita e la sua carriera artistica, incontrò Beppe Bigazzi, questi fu immediatamente colpito dal talento musicale del giovane Rossini, col quale tra l'altro condivideva anche la passione per il gatto. Bigazzi consigliò al giovane musicista di uscire dal tunnel delle sagre paesane e lo raccomandò presso un suo amico Domenico Barbaja.

L'esordio

Barbaja ebbe inizialmente poca fiducia nel giovane talento marchigiano o, come soleva affettuosamente chiamarlo, “il lardoso terrone”, era infatti il Barbaja un leghista della prima ora, ma per reverenza quasi religiosa che portava al Bigazzi volle dare una possibilità a Rossini. Lo spedì allora a Napoli dove esordì al Piccolo Teatro di Scampia con la sua prima opera, La cambiale di matrimonio.

Rossini sceglie con attenzione il soprano per la nuova opera con un esame a tutto tondo.

L'Opera narrava della nascita e dell'evoluzione nel tempo dell'istituto giuridico della cambiale applicata al vincolo matrimoniale, l'opera articolata in cinque atti di tre ore ciascuno vedeva susseguirsi in scena i personaggi di Marco Fabio Quintiliano (baritono), Publio Ovidio Nasone (basso), Marco Pisellonio (baritono), Azzeccagarbugli (tenore), l'avv. Ghedini (mezzosoprano) e Messalina (soprano). L'opera, sebbene osannata dalla critica, non ebbe gran successo di pubblico a Scampia (il teatro venne presto convertito in discarica e buona parte dei cantanti ricevette teste di cavallo nei giorni seguenti), tranne che per la scena X del V atto dove Messalina (soprano) mostra prepotentemente i turgidi seni per sedurre l'avv. Ghedini (mezzosoprano) affinché la aiuti a divorziare da Marco Pisellonio (baritono).

Comprese allora il giovane Rossini ciò che il pubblico sovrano desiderava maggiormente dal teatro lirico, enormi seni e strabordanti natiche. Rossini pertanto cambiò il suo stile arrivando ad uno stile compositivo più maturo ponendo al centro della partitura musicale non più semplicemente la melodia, gli archi o i fiati, ma solamente il culo della soprano.

I successi italiani

Nel frattempo Gioachino, sempre intento a lavorare, si sentiva alle volte malinconico e cercava di sopire i bruciori della giovinezza (essendo un buon cattolico) attraverso avventure autoerotiche con il basso-tuba. Rossini andò avanti così finché non finì tutti i fiati dell'orchestra, a quel punto decise di trovarsi una donna.

La soprano Isabella Colbran amatissima prima moglie di Rossini.

Per sfregio al suo sfruttatore Barbaja, Rossini cominciò a corteggiare la di lui compagna Isabella Colbran, ella era soprano di grande fama ai tempi, considerata tra le cantanti più dotate, ma l'inesperienza del giovane Gioachino lo portò ad ignorare il fatto che la Colbran fosse in realtà una maledetta arpia. Il Barbaja del resto, appena comprese che il giovane musicista le stava soffiando l'amante, fece salti di gioia e rese grazie al dio Po. Di qui in poi il Barbaja interpretò magistralmente la parte del “cornuto e contento” costringendo infine Rossini a sposare la Colbran in cambio della produzione delle sue opere.

Da quel momento cominciò una fase di intenso lavoro con debutti in teatri prestigiosi come il San Carlo di Napoli (vecchio night club dei Borboni, riconvertito da poco a teatro), il teatro Infimo di Palermo, i teatri parrocchiali di Pozzuoli, Portici e del santuario della Madonna Infilzata di Nocera Inferiore.

Fu il periodo di uno dei suoi capolavori L'italiana in Algeri, storia della famosa maitresse Maria Pomponia Mangialardo (soprano) che annoiata dai soliti circuiti italiani decide con l'aiuto del fratello Conte Papponio Di Serralecianche (basso) e del fedele servitore Pustola (soprano) di intraprendere la più grossa marchetta che l'Europa avesse mai sognato. Inizia un grand tour di tutti i lupanare dell'Africa settentrionale fino ad Algeri dove Pomponia cade innamorata del commissario Montalbano (tenore).

La recita ebbe un discreto successo, in particolare il pubblico fu particolarmente entusiasta della scena III dell'atto secondo, episodio in cui il fedele servitore Pustola viene catturato da una tribù africana e barbaramente trucidato a mezzo di Bunga Bunga.

Da quel momento Rossini ebbe una svolta stilistica, non più solo la sensualità e l'erotismo che rischiavano di cadere in uno sterile sensismo, ma bensì sesso e violenza, il binomio tematico che avrebbe d'ora in poi caratterizzato l'opera di Rossini.

Posizione preferita di Gioachino Rossini.

Dal lato familiare le cose non andavano bene, la Colbran in privato si dimostrò infatti amante insaziabile con piglio da dominatrice, scriverà a compendio di questo nei suoi diari Rossini – era una inguaribile porcella – ma eccezion fatta per le gioie del talamo la Colbran si dimostrò utile quanto un cobra attaccato ai cojoni: impose a Rossini l'uso delle famigerate pattine in casa, pretese da buona prima donna che ogni capriccio le venisse soddisfatto, non paga si divertiva umiliando il marito in pubblico alludendo alla sua taccagneria quando andava bene o alla sua microfallia quando era incazzata. In ultimo la Colbran implacabile impose una crudele dieta al marito giunto al venerando peso di 90 kg, la minaccia dello sciopero della figa costrinse Gioachino all'astinenza dai cibi grassi. In quel periodo Rossini tentò più volte di togliersi la vita.

Seppure nel terribile periodo del matrimonio con la Colbran gli anni 30 del '800 furono densi di successi, sopra a tutti il Barbiere di Siviglia. L'opera narra degli inizi di carriera di Figaro, famigerato killer seriale che terrorizzava la Spagna di fine '700 e che uccideva le sue vittime a colpi spazzola e pettine nel suo atelier di barbiere. Giuseppe Verdi ne musicherà infatti una seconda versione meno fortunata intitolata “100 colpi di spazzola” su libretto di Melissa P.

Il Barbiere di Siviglia

Il Barbiere di Siviglia nella famosa versione con Adolf Hitler ed Eva Braun

Atto I

La scena si apre su Figaro (baritono), barbiere di Siviglia, in preda ad un ennesimo attacco di priapismo doloroso, si reca allora a casa del Dottor Bartolo (basso), dove incontra la porcella Rosina (soprano) sua pupilla. Figaro ne resta folgorato e decide che dovrà possederla ad ogni costo. Bartolo raccomanda a Figaro una penectomia radicale dalle quale trarrà beneficio al male che lo tormenta. Tornato a bottega incontra il conte Durante di Almaviva (tenore) suo affezionato cliente anch'egli innamorato della baldracca Rosina e quindi rivale di Figaro. Il conte si rivolge a Figaro perché lo aiuti nel corteggiamento di Rosina, tenuta segregata in casa dal geloso tutore Bartolo e dal preterasta Don Basilio (basso), padre spirituale e maestro di musica di Rosina. Il furbo Figaro giura di aiutarlo.

Atto II

Figaro riceve nella barberia Don Basilio, pur esso suo cliente, il preterasta ordina lavaggio, chierica e meches grigio metallizzato, Figaro in preda al raptus omicida gli perfora il cranio con un ferro da ricci. Eliminato il prete Figaro consiglia al conte di travestirsi da reverendo e sostituirlo nelle lezioni di musica alla lasciva Rosina. Il conte si presenta quindi a casa di Rosina, avendo così modo di corteggiarla con caparbietà: notoriamente ella se la tirava moltissimo, ma l'astinenza dovuta alla prigionia aveva estremamente eccitato i suoi sensi, pertanto il conte riuscì strapparle un incontro amoroso per il giorno seguente segretamente in casa sua.

Atto III

Rara foto d'epoca che ritrae Rossini che dà le ultime disposizioni al maestro alla prima del Barbiere di Siviglia.

Il conte preoccupato dal rischioso appuntamento si lamenta con Figaro, l'intrigante barbiere gli consiglia di prendere proprio i suoi panni e presentarsi come il barbiere, chiamato per arricciare le ciocche della laida Rosina, mentre Figaro avrebbe vestito i panni del prete per essere presente e aiutare il conte tenendo occupato il dottor Bartolo.

Non sapeva il povero conte che il giorno dell'appuntamento era anche il giorno fissato per l'intervento di penectomia radicale di Figaro, presentandosi perciò in quelle spoglie viene immediatamente indirizzato da Bartolo che lo priva seduta stante del caro membro. Il conte tenta di salvarsi rivelando la sua identità e implorando pietà, ma Bartolo attribuiva quei vaneggiamenti all'effetto dell'anestesia. Nel frattempo Figaro travestito da prete si presenta da Rosina a posto del conte e se la sbatte per l'intera giornata. Nel Finale il barbiere viene scoperto da Bartolo e dal conte, preda allora del solito raptus omicida fa strage di tutti, compresa la vacca Rosina, a colpi di spazzola e pettine.

Il Barbiere di Siviglia fu osannato da pubblico e critica, rimane storia del teatro lirico il duetto tenore-basso tra il conte di Almaviva e Bartolo sul tavolo operatorio, corredato di effetti speciali. In verità ai tempi di Rossini non c'era modo di simulare l'operazione, pertanto si usavano due tenori a recita poiché uno moriva durante l'intervento. Degni di nota pure l'aria di Rosina “La figa sì, il culo no” da molti considerata un manifesto ante litteram del movimento femminista e la celeberrima aria di Figaro “Largo al fucktotum della città”.

Rossini a Parigi

Olimpia Pellissier nella sua più celebre interpretazione.

Inebriato dal successo Rossini decide di piantare capra e cavoli e andarsene a Parigi piantando in asso la Colbran e i vari impresari italiani stracciaroli, per lanciarsi in una serie di megaproduzioni parigine.

La carriera musicale termina pressoché col Guglielmo Tell, ultima opera rossiniana. Meraviglia musicale di ineguagliato splendore, racconta l'epopea dell'eroe elvetico, la storia di un uomo dall'animo eroico imprigionato nel paese più noioso, neutro, grigio, piatto, vacuo, scialbo, palloso, scocciante e pignolo della faccia della terra. Narra dello scontro tra la personalità titanica di Guglielmo (tenore) e la maniacale mediocrità della sua gente rappresentata in personaggi quali l'impiegato del catasto (baritono), il bancario anemico (basso), il commerciante di orologi a cucù (bassissimo), la squallida moglie (mezzosoprano), il figlio ingegnere (soprano). Anche in questo pezzo non mancano i temi cari a Rossini, sesso e violenza che qui raggiungono la più alta declinazione artistica nella scena del sesso nazi-sadomaso di Guglielmo e nella scena della carneficina finale dove l'eroe folle di sdegno fa strage della sua famiglia a colpi di balestra.

L'opera fu un successo, la Repubblica Elvetica però vietò per sempre a Rossini di mettere piede suolo Svizzero, immaginate la delusione del musicista...

Gli ultimi anni

Giunto a 37 anni Rossini, non si sa perché, smise di scrivere musica e si ritirò a vita privata con la sua nuova moglie la stimolante Olimpia Pellissier, anch'ella soprano di fama internazionale, famosa per essere la maggior interprete di “Così fan tutte” di Mozart.

Di qui fino alla morte Rossini fece la vita del porco.