Roberto Speranza

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Roberto Speranza (Potenza, 4 gennaio 1979, apparentemente ancora in vita) è un politico italiano di cui chiunque ignorava l'esistenza fino al 5 settembre 2019, giorno di insediamento del governo Re Conte II. Grazie alla lotteria dei ministeri, ottiene la poltrona con massaggio schiena, lombare e cervicale prodotta da Poltronesofà per il dicastero della salute. E' stato coordinatore nazionale di Articolo 1, partito di cui è anche l'unico iscritto.

Biografia

Nasce all'interno del nosocomio di Potenza nella sala parto appositamente predisposta per l'evento: al buio, giusto per non turbare troppo il personale medico presente. D'altronde le premesse per un evento particolare c'erano tutte: non capita spesso di vedere in una ecografia la barba incolta del feto. Ma soprattutto quando fino a poche settimane prima la mamma era stata convinta di portare alla luce una femmina.

Studia nell'unico liceo presente in zona per poi laurearsi alla "Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli", il cui scopo alla fine del percorso è quello di capire:

  • Quanto cazzo costa questa università privata.
  • Il perché di un nome così lungo.
  • Chi è Guido Carli.

Attività politica

Nel 2005 viene eletto nell'esecutivo nazionale della Sinistra giovanile in quanto unico acquirente del libro senza foto nude di Nicole Minetti. Nel 2007 finisce il libro e viene eletto presidente della Sinistra giovanile. Nel 2008 Walter Veltroni lo scambia per un politico "navigato" a causa della barba e gli affida il compito di scrivere la nuova organizzazione del Partito Democratico.

A 25 anni prende la patente e diventa assessore all'urbanistica di Potenza, ma contemporaneamente scopre sul web le foto della Minetti, il che comporta la perdita di alcune diottrie.

Dopo aver sostenuto i politici di sinistra più famosi, viene coinvolto a sua insaputa nelle primarie per la scelta del candidato presidente del Consiglio del centrosinistra , elezioni dei coordinatori regionali, supervisore nel format "un volto nuovo da prendere per il culo per la sinistra", elezione del rappresentante di classe di un suo cugino e capogruppo nelle regioni Basilicata e Toscana.

Nelle elezioni politiche del 2013, dopo una lunga riflessione e una ricerca su google ( politico della sinistra più famoso oggi), decide di appoggiare Pier Luigi Bersani per essere eletto alla camera dei deputati nella circoscrizione elettorale basilicata. Grazie allo slogan "Speranza: un cognome, una garanzia" viene eletto deputato. Nel 2015 entra in contrasto con Matteo Renzi, reo di aver chiamato la nuova legge elettorale come un amaro, di radersi tutti i giorni e di avere più follower su Instagram.

Il 20 febbraio 2017 abbandona definitivamente il Partito Democratico per fondare il suo movimento che, con lo slogan "finchè c'è vita c'è Speranza", raccoglierà a sé pochi iscritti ma tanti scongiuri.

Ministro della salute

" E adesso che cazzo invento?".

Il primo provvedimento per il quale si è battuto è stato l'abolizione del Superticket, compensato con il pagamento a prezzo pieno di medicinali fino allo scorso anno gratuiti.

Il 31 gennaio 2020 , per contrastare il coronavirus, firma un'ordinanza nella quale chiude gli aeroporti a tutti i voli provenienti dalla Cina, dalla Corea del nord e da S.Marino, nonché l'applicazione di sigilli a tempo indeterminato ai 12500 centri massaggio cinesi presenti sul territorio nazionale.

Intervistato da Bruno Vespa ha ribadito che grazie alle sue misure nessun italiano verrà mai contagiato dal virus [citazione necessaria] a parte 4 milioni di italiani. I giorni passano, i contagi diminuiscono, ma il merdistro dice sempre la solita cosa:"Stiamo migliorando, ma bisogna ancora fare dei sacrifici e non togliamo l'obbligo di pisciare in pubblico". È molto amato da Nessuno, tutti gli altri lo odiano.

Vita privata

Nel 2015, durante le firme di dimissioni da 27 incarichi, firma involontariamente anche l'atto di matrimonio (finito lì per caso) che lo lega alla fidanzata Rosangela. Dal rapporto non nasce nessun nuovo mandato ma due figli: Michele Simon e Emma Iris.

« Volevo quattro figli ma per risparmiare ne ho fatti due con doppi nomi »