Repubblica Popolare del Molise

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Repubblica Popolare del Molise è il nome dell'ormai dissolto stato a stampo socialista presente in Molise tra il 19boh e il 1991.

Per tutta la sua esistenza, il paese godette di un riconoscimento limitatissimo, un po' per la discutibile esistenza geografica del Molise, un po' per la maniera autoritaria del PCM di governare il territorio, ritenuta, secondo molti storici, una dittatura comunista pazza matta, di quelle che ti tagliano i piedi.

Colpo di stato e guerra civile

Durante la Seconda Guerra Mondiale, il paese cadde in mano agli alleati e venne così liberata dai fasci vili e traditori. Successivamente al secondo dopoguerra, il PCM attua un colpo di stato ai danni dell'Italia che, dopo numerose perdite, firma l'ultimatum molisano di resa incondizionata. Il paese è così in mano a due principali forze politiche: i filo-italiani, a favore dell'annessione allo stivale ed i comunisti del Partito Comunista Molisano, che lottano per un'indipendenza totale. I filo-italiani ne escono vinti, e la neo-Repubblica Popolare del Molise attua una sanguinosa repressione a discapito degli anti-secessionisti: iniziano, così, le purghe molisane. Si stima che, a morire nei campi di prigionia in Molise, furono all'incirca 2 milioni e mezzo di persone in soli quarant'anni di governo.

Tra i più brutali comandanti che firmarono l'attuazione della repressione in Molise, troviamo il maresciallo Kronk e Marco Rizzo (tutti e due riconosciuti come terroristi dall'ONU a partire dal 1991).