Regista sperimentale

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il regista sperimentale o regista di ricerca, d'arte etc. etc. è una categoria animale con tratti fungini che comincia a infestare il pianeta dopo la consacrazione del Cinema surrealista quale opera dell'ingegno umano e il costo sempre più ridotto delle videocamere (attualmente: smartphone) a portata di qualunque operaio; mentre prima, con le cineprese, solo gli odiosi borghesi aristocratici potevano permettersi di riprendere storto il paesaggio e mostrarlo alla domenica ai parenti in visita in villa.

Ciò ha rappresentato dunque una notevole conquista di classe: chiunque può riprendere male e fare arte male. Anzi: male all'arte.

Origini del (male) della specie

Dopo una dotta conferenza presieduta da Valerio Lundini che intervistava Karl Marx, si giunse allo spinoso dilemma amletico: "Sperimentale o sega-mentale?" La risposta fu trovata in un passaggio dell'Enciclica De Cinematographum masturbatorum et alia del più grande intellettuale europeo (dopo Nino Frassica) Papa Benedetto XVI, in cui si diceva (nota 256 a pie' di pagina 5679) che: "Ubi tenent masturbationem sperimentalem esse, tum quia ars est", ovvero "Ove sia masturbazione sperimentale, è arte".

Col che si pigliarono due piccioni con una fava sdoganando per sempre l'equazione fra sperimentale e sega-mentale, con l'imprimatur del Sommo Pontefice.

Differenze fra esemplari femmine e maschi

Si è soliti distinguere le registe sperimentali di sesso femminile dai registi sperimentali di sesso maschile (ma dall'ego ugualmente femminile) con semplici accorgimenti: l'esemplare di regista sperimentale femmina esibisce in genere i baffi, mentre quello maschio la barba-bavaglino-talebana.

All'interno di queste macrocategorie, spuntano non di rado - nell'habitat festivaliero che è per loro propizio come il muro della doccia del tuo bagno lo è per la muffa - esemplari misti di trans o soggetti che non capisci se siano donne o uomini, afferenti a sottogruppuscoli attualmente studiati dalla Nasa e da Alberto Angela nel tempo libero, dopo aver lasciato papà Piero alla badante.

Trattandosi di soggetti in fase di mutazione come il coronavirus, questi ultimi non saranno trattati nella presente sede.

Femmina

Una regista sperimentale in uno dei suoi giorni più gioiosi

La regista sperimentale di sesso (apparentemente) femminile unisce le peggiori caratteristiche della zitella lavoratrice cronica, dell'acidona, dell'isterica, della brutta zitella scassacazzo (baffi: v. Sopra), della rozzaccia etc. etc. (si rimanda alla dotta voce entomologica Classificazione delle donne).

Quando non è presa dalle serie su Netfilx, rilascia interviste in webcam con camicioni larghi a coste o a quadretti, con colletti maschili lesbici e occhiali da vista alla Woody Allen o comunque grossi. I capelli-spinacio triste son tenuti su alla bell'e meglio con fermaglioni, penzolando di solito su dei visi severamente privi di trucco. Meglio se vengano mostrate: borse sotto gli occhi, affossamenti della pelle, brufoloni da Krapfen consolatori, tette piatte o appiattite, piercing diffusi come piaghe, tatuaggi di dubbio gusto sparsi qua e là.

Non sempre tutti gli elementi distintivi citati si presentano assieme, ma la certezza quasi matematica di trovarsi a tu per tu con una regista sperimentale (anche in occasioni mondane) è il suo aver deliberatamente scelta la migrazione verso il regno delle cozze (v. Sopra): sia per una cozzaggine latente nel suo essere, sia per una scottatura di cazzi, che le ha aperto lo sguardo sulla tragica condizione femminile, portandola al più ostentato femminismo rabbioso e latrante.

Egomaniaca, egocentrica, egoqualsiasicosa, la regista sperimentale vive in un mondo composto quasi esclusivamente dai suoi capolavori filmici, visti di solito dai 14 membri del festival che li hanno selezionati e da 2 spettatori aficionados su Vimeo (mamma e papà). Se il suo film viene scartato per una qualsivoglia ragione dalla categoria "Cortometraggi: non oltre i 15 minuti", s'incazza e va a vedere le statistiche di Vimeo o YouTube, affermando: "Quegli stronzi dopo soli 27 minuti non hanno più visualizzato il mio film!"

Maschio

Un regista sperimentale mentre cerca di assorbire lo spirito di ogni hipster che sia mai esistito.

Il regista sperimentale di sesso maschile, come detto sopra, ha la barba: tanta, grossa, folta, un po' come Karl Marx. Ma non altrettanto arrabbiata. La sua è una barba pettinata, da mammoletta.

Anche quando non ha la barba, fidatevi, ha la barba. E' sinceramente convinto di essere un genio incompreso e s'affanna tutto il tempo della propria vita sparlando dei colleghi, delle colleghe, dei critici, degli intellettuali, dei quotidiani, del governo...ci siam capiti.

Salvo poi virare a 360° se una delle sue opere filmiche venga presa in considerazione anche solo di striscio da una delle categorie delle quali ha sparlato, livoroso e abbrutito, poco prima. In tal caso muta atteggiamento, non fa più tanto caso alla barba e mentre mastica la pastafrolla nel lounge "riservato ai professionisti" dei festival a cui partecipa, lascia cadere tutte le briciole fra i peli con un sorriso compiaciuto e assestando gli occhiali sul naso con fare di chi la sa lunga.

Nella maggior parte dei casi, il regista sperimentale maschio è una femmina, solo che l'aspetto e le manifestazioni tricotiche (barba) nascondono del tutto il vero carattere: subdolo e permalosissimo. Non di rado, il regista sperimentale ama girare con un libro Adelphi del quale in genere ha letto il riassunto sul retro o al massimo le note biografiche di 8 righe sull'autore.

Nelle occasioni mondane, come nelle interviste in webcam, il suo abbigliamento è orientato al nero, con sfumature notevoli che variano fra il nero chiaro, il nero scuro e il nero nero. Alcuni studiosi pensano che si tratti di una ricerca cromatica volta a snellire la figura del maschio regista sperimentale, quando di profilo si vedano forme di panze a pera.

Altri ritengono che il nero sia un colore simbolico del lutto con il quale il regista sperimentale vuole far credere d'aver visto un film del lugubre Béla Tarr. Il dibattito è aperto.

Attività esistenziale

Regista sperimentale è sinonimo di poveracc-, pardon, di sofisticata/sofisticato intellettuale, che, agli albori della propria carriera, bivacca ospite d'amici ingenui in possesso d'una casa lamentandosi per il 98% del tempo dei seguenti temi fondamentali della vita (sua, perché agli altri non gliene frega un cazzo):

  • a. Perché nessun festival al mondo si caga il mio film?
  • b. Perché nessun produttore vuol sganciare soldi per il mio film?
  • c. Perché nessun attore vuol recitare gratis nel mio film?
  • d. Perché nessun critico parla del mio film?

Ciò che contraddistingue sempre un regista sperimentale è il fatto che i punti a-b-c-d (permutabili, variabili) costituiranno oggetto di discussione non solo agli albori della carriera, ma per tutta la durata della sua esistenza artistico-parassitaria sul pianeta.