Raptor

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La Raptor è stata spesso oggetto di eleganti modifiche da parte dei suoi possessori
« La compro perché sono sicuro che avrà successo e che la rivenderò bene »
(Raptormaniaco dotato di geniale lungimiranza)
« Sono spericolati e vanno fortissimo, li ucciderò per ultimi »
(Clippy vedendo due Raptormaniaci gareggiare tra di se)
« Quei briahi che si ingarellano e deturpano le loro moto con tuning tamarro, non li toccherei mai nemmeno con i miei guanti ti velluto lilla »
(Uomo con MVAgusta)
« Io e te 3km davanti agli altri »
(Due Raptormaniaci a un raduno di Ducati Monster)
« Il forcellone a ben vedere non è così brutto »
(Raptormaniaco strabico)
« Da quando sono diventato RaptorManiaco sono una Lanterna »
(neoRaptorManiaco)

La RAPTOR è una moto (o motocicletta), ossia una specie di bicicletta senza pedali e con le gomme più grosse, un po' come paragonare la vostra nonna con le ruote a un carretto.

Nascita

Si narra che agli albori del nuovo millennio un designer di moto extracomunitario di nome Miguel Galluzzi fosse alacremente intento a guadagnarsi il pane quotidiano guardando suo figlio che giocava ai videogiochi. Il giochino in questione riguardava un salamino piccante intento a difendersi dagli attacchi di ferocissimi RAPTOR (da non confondersi con l'altrettanto famelica Pantegana Raptor). Fu così che il geniale Miguel trovò l'ispirazione per la creazione della moto. Ora che la parte più dura del lavoro era stata completata (il nome era deciso), non restava che concludere disegnando la moto vera e propria. Per chi non conoscesse le gesta del santissimo Miguel, deve sapere che costui è il creatore delle moto cosiddette NAKED, ossia nude, originale definizione che riguarda moto carenate a cui è stata tolta la carena, ossia scarenate (ma chiamarle naked fa più figo). Qualcuno gli fece notare che bastava togliere la carena a una carenata per creare una naked e che lui non aveva inventato niente, e lui rispose con qualcosa tipo: "anche a voi basta una zuppa di fagioli per fare un coro ma se non è zuppa è pan bagnato".

La maggior parte delle Raptor oggi si presenta così

La sua prima moto naked fu la Ducati Monster, nota carriola con motore a L che faceva il rombo di un Boeing e in realtà non andava una sega. Nonostante le specifiche tecniche facessero ridere i polli questa moto ebbe un enorme successo di pubblico e fece si che Galluzzi salisse agli onori della cronaca e facesse carriera lasciando la Ducati per diventare nientepopodimeno che il designer ufficiale della grandissima casa di moto chiamata CAGIVA (che sta per CAstiglioni GIovanni VAiarristroncattelo), una casa motociclistica con all'attivo 18 operai di cui 22 in cassa integrazione e 13 all'asilo.

Quando Galluzzi si chiuse nel suo laboratorio di design se ne uscì dopo mezzora col progetto pronto e una bottiglia di GIN vuota in mano. Il progetto ritraeva una specie di Ducazzi Monster con il telaio un po’ piegato, delle ridicole zampe di gallina al posto delle pedane passeggero, un motore giapponese (la Cagiva non era in grado di costruire un motore da sola e si affidò ai cagariso) e la poderosa scritta CAGIVA a far bella mostra di se sul serbatoio, presagio di sicuri successi di vendita. Le versioni erano 3: una 1000, una 650, e un modellino della BBURAGO.

Vita

Per un po' di tempo la Raptor è stata usata anche nel campionato del mondo di MotoGP

La campagna pubblicitaria della CAGIVA non si fece attendere, e in quegli anni la Raptor comparve su ben 12 volantini e su addirittura 50 mail spedite alle riviste di settore, che le considerarono principalmente spam. Questo fece si che la moto avesse così tanto successo che dopo i primi dati di vendita (una ventina di moto) la Cagiva creasse anche la versione V-RAPTOR, ossia una Raptor che al posto del faro tondo aveva un muso a punta come quello di un pellicano impagliato. Questo permise si vendere le altre 10 Raptor che giacevano in magazzino e di chiudere il progetto con tutti gli onori del caso. Non ci sono dati ufficiali ma la CAGIVA sostiene con orgoglio che le vendite hanno addirittura superato quelle della FIAT DUNA e del CIAO sidecar.

Morte e miracoli

Da quei nefasti giorni a oggi i possessori di questa moto, chiamati RAPTORMANIACI, si sono riuniti in una comunità online di 5 o 6 persone che passa il tempo a sbeffeggiare i Ducatisti, rispetto ai quali soffrono di un malcelato senso di inferiorità, e a incontrarsi cercando di affogare nell'alcol il ricordo di quando decisero di fare un oculato investimento acquistando questa moto che sul mercato vale quanto una ferrari in scala 1:50 o l'elicottero che si ottiene superando il decimo livello di Flight Simulator.

Curiosità

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Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici?

Se si tenta di cambiare le candele da soli la Raptor ha un sistema di sicurezza che la fa esplodere
  • Spesso intorno alla Raptor si formano capannelli di anziani che pensano si tratti di un 250 a carbone dei loro tempi.
  • Ai raduni i raptormaniaci si sfidano a gare di lentezza, essendo troppo facile andare forte.



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