Raimondo di Sangro

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Raimondo de Sangro

Raimondo di Sangro, VII principe di Sansevero (Cà del Diavolo, 30 gennaio 1710 - Napoli, 22 marzo 1771) è stato un esoterista, inventore, letterato, teorico militare, scienziato pazzo, anatomista et conduttore televisivo italiano.

Afflitto dalla pallosissima vita del ricco di nascita, passò il tempo coltivando gli hobby più disparati. Notevole la sua collezione di action figure fatte con cadaveri veri.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Raimondo di Sangro

Biografia

Figlio di Antonio, duca di Cà del Diavolo e da Cecilia Gaetani, colf nativa dell'Aquila, Raimondo perse la madre in un terremoto poco dopo la nascita.
Il padre era un uomo libertino e incallito dongiovanni, invaghitosi di una ragazza di Sansevero, ne fece uccidere il padre che si opponeva alla relazione. Arrestato e processato, l'uomo fu rinchiuso in una piccola prigione locale, dalla quale riuscì a evadere e a fuggire alla Corte di Vienna dove diventò intimo dell'Imperatore, il quale riuscì a far riaprire il processo e a farlo assolvere da tutte le accuse. Tornato in Italia, don Antonio non tardò a commettere un nuovo omicidio; costretto nuovamente alla fuga, si rifugiò a Roma dove prese i voti e divenne prete.

Il giovane Raimondo venne quindi affidato alle cure dei nonni paterni che lo mandarono a studiare presso la Scuola Gesuitica di Roma, ove rimase diversi anni, acquisendo una cultura di molto superiore alla media che ne fece uno dei "geni" del Settecento napoletano ed europeo.

Il suo "genio" si fece presto apprezzare e fu così che, notato dalla RAI gli venne affidata la direzione artistica del Festival di Sanremo per diversi anni.

La gioventù e la maturità

Il principe di Sansevero in una recente comparizione in tv con Antonella Clerici

Nel 1730, all'età di 20 anni, Raimondo rientrò a Napoli, avendo acquisito l'anno precedente, a seguito della morte del nonno paterno, il titolo di VII Principe di Sansevero. Nello stesso anno sposò una lontana cugina quattordicenne, Mara Carfagna, vincitrice di diversi titoli (nobiliari e non). Le nozze, a causa di una malattia del principe non furono consumate che sei anni dopo.

Esperto in arte militare Raimondo de Sangro fu anche colonnello del Reggimento Capitanata e nel 1744 si distinse valorosamente nella battaglia di Velletri contro gli Austriaci, guidati da un giovane prete tedesco.

Recatosi alle pendici del Vesuvio per osservare più da vicino il cratere del vulcano, conobbe per caso la signora Amelia, la quale lo assunse come segretario e gli insegnò l'arte della stregoneria.

Legatosi all'ambiente massonico, Raimondo iniziò anche a scrivere diversi libri come ad esempio Il libro nero della Massoneria oppure il celebre Via col massone.

La Cappella gentilizia e la Massoneria

Nel 1744 il Principe decise di intraprendere una carriera in ambito da geometra e iniziò il restauro e la sistemazione definitiva della Cappella di famgilia. I lavori prosciugheranno le casse di famiglia e costringeranno il principe a farsi dei cospicui debiti (superati come cifra solamente dai debiti di Pupo). Tali lavori durarono fino alla morte di Raimondo de Sangro, e resero la piccola chiesa, con i suoi influssi massonici e le sue allegorie, un capolavoro del barocco napoletano cui parteciparono i maggiori nomi dell'arte dell'epoca.

Nello stesso anno in cui diede inizio ai lavori per la Cappella, Raimondo de Sangro diventò "Fratello Massone" nella Loggia della rosa d'ordine Magno.

La Chiesa, che mal aveva gradito la vittoria del principe sui soldati austriaci guidati da un prete tedesco, decisero di vendicarsi su di lui facendo perseguitare dall'Inquisizione. Lo stesso papa costrinse il Re Carlo III a bandire la massoneria dal Regno.

Dopo anni di persucuzioni da parte della Chiesa, Raimondo pensava di potersi finalmente rilassare un poco quando, nel 1764 fu invece arrestato a causa dei numerosi debiti che aveva. In prigione conobbe Pupo e incuriosito dalla sua insolita statura decise che una volta uscito di lì si sarebbe messo a studiare il corpo umano.

Liberato dopo poco, Raimondo di Sangro proseguì nelle sue attività di studio, nelle sue invenzioni e nei lavori di restauro della sua Cappella fino alla sua morte, avvenuta nel 1771, mentre stava guardando in tv una puntata di Porta a porta.

Invenzioni

Il principe di Sansevero è concordemente ritenuto uno degli inventori del pedalò. In particolare ne aveva costruito uno bellissimo, a forma di teschio, con cui usciva a fare delle passeggiate in mare nel golfo di Napoli. I suoi concittadini si toccavano e poi gli mandavano degli accidenti.

Il principe di Sansevero possedeva anche una collezione di manichini anatomici scorticati, bellissimi ed iperrealisti, da far morir d'invidia la famiglia Addams. Queste statue erano realizzate in materiale polimetallico, così nacque la leggenda che essi fossero, in realtà, un'armata di robot con cui egli, un giorno o l'altro, avrebbe conquistato il mondo.

Alcune oscure leggende affermano come il principe non sia veramente morto, ma, come già Re Artù, Cthulhu, Hugh Hefner e Giri, egli riposi nascosto in attesa del momento in cui riapparirà per conquistare il mondo (con i manichini anatomici).

Leggende sul principe

La magione dove il Principe escogitava nuovi modi per far incazzare il Papa

Il principe di Sansevero fu più volte accusato di essere un satanista e di avere venduto l'anima al Diavolo. In un'intervista televisiva egli stesso ha smentito dicendo di aver venduto l'anima a Berlusconi, non al Diavolo.

Non è mai stato ben chiarito come sia potuto essere realizzata l'opera nota come Cristo velato presente nella Cappella di famiglia dei de Sangro. Secondo alcuni in parte fu responsabile il principe, secondo Roberto Giacobbo potrebbe essere colpa degli UFO.

Secondo una voce popolare i due esseri noti come macchine anatomiche sarebbero stati creati dal principe iniettando in due servi del liquido che metallizzasse i loro organi interni. Altre voci dicono che in realtà non furono due servi, ma Sofia Loren e Valentino.

La tomba del principe sembra essere vuota. Dove egli è dunque sepolto? Secondo qualcuno il corpo del principe sarebbe stato portato via dagli UFO. Secondo altre voci, il principe avrebbe invece assunto l'identità di un toscano di nome Giuseppe Bigazzi e avrebbe continuato la sua carriera televisiva. Se ciò fosse vero spiegherebbe perché Bigazzi non solo non sappia parlar toscano, ma non sappia neanche dove sia la Toscana.

Secondo voci popolari, il cognome de Sangro proverrebbe dalla passione che la sua famiglia aveva per bere sangue umano, passione ereditata da un cugino conte. L'umile, onesta spiegazione: anticamente la famiglia produceva sanguinacci.

Si dice inoltre che avesse in casa un peculiare gabinetto degli orrori di cui il vero nobile di quel periodo non poteva fare a meno, onde sollazzare gli ospiti. In genere i mediocri non andavano oltre il teschio deposto sul tavolo, il cagnetto mummificato, l'orecchia di elefante africano appesa in salotto o il cobra impagliato e caricato a molla. Viceversa, il principe inserisce nella sua disposizione i suoi interessi scientifico-artistici, prefigurando che appena qualche decennio dopo si sarebbero viste le cosce di rane saltellanti del grande Galvani e che la gentile Mary Shelley avrebbe scritto il suo romanzo Frankenstein, ad edificazione delle giovinette.

Bibliografia

  • Clemente Susini e Francesco Boi, La scienza italiana nel Mezzogiorno e a Napoli, nel Seicento italiano, considerata nell'ottica epistemologica della transustanziazione epifenomenica. Contiene il saggio Tutto sul pedalò.
  • Alfredo Castelli, Il Principe delle Tenebre. Uno studio appassionato sul personaggio in forma di feuilleton, dove lo spensierato lettore può dilettarsi a leggere le avventure del fantarchelogo Indiana Jones Martin Mystère, in fuga, a gambe levate, inseguito dalle suddette macchine anatomiche, che qui sono divenute un esercito.