Ragazza che parla con l'autista dell'autobus

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Il solo modo per tenerle fuori.
« È SEVERAMENTE VIETATO PARLARE AL CONDUCENTE, in particolare se sei una cozza »
(Avviso personalizzato su di un autobus urbano)

La ragazza che parla con l'autista dell'autobus è una delle specie di invertebrati più molli da urtare quando tentate di salire su un autobus e una delle amebe più loquaci e noiose che siete obbligati a stare a sentire la mattina presto o nel tardo pomeriggio, quando siete particolarmente inclini alla violenza gratuita.

Tipi

Si può distinguere in alcuni tipi, classificabili secondo l'ordine di irritazione prodotta.

  • L'imbranata. È generalmente bruttina e sovrappeso, quindi una delle più difficili da spostare, ma si può chiudere un occhio perché sembra davvero impedita, almeno a sentirla chiedere spiegazioni all'autista.
« Scusi, è questo il pullman che devo prendere per tornare a casa? »
Questa ragazza potrebbe essere sia imbranata che appiccicosa.
  • L'appiccicosa. Questa ragazza di solito viaggia sola, non è proprio una bellezza ma ritiene comunque che a un autista che lavora tutto il giorno faccia piacere avere un esemplare femminile qualunque accanto, attanagliato con gambe e braccia al sostegno verticale. Passa il tempo a guardare la strada davanti e a voltarsi verso quelli seduti per vedere se la stanno guardando e sentendo, spiccicando di tanto in tanto cose del tipo:
« Però, che caldo oggi »
(l'autista emette un rantolo gutturale)
« Ieri non faceva così caldo »
(girandosi a guardare quelli seduti)
L'effetto di un viaggio in autobus con una logorroica.
  • La logorroica. Questa invece potrebbe anche avere delle amiche al seguito ed essere meno spiacevole, ma appena messo piede sul mezzo smolla le amiche per incominciare a tormentare il primo maschio che potrebbe stare ad ascoltarla: l'autista. Appena l'autobus parte, la scena diventa tutta sua.
« Ciaaao, come va oggi? »
« Mah, ho... »
« Sono appena andata a fare shopping. Non ti dico cos'ho comprato. Ho la borsa piena di roba carinissima. Vuoi vederla? Comunque era pieno di ragazzine, da Zara. Poi non è che abbiano tutta questa bella roba. Hanno roba un po' da truzzi. Hai presente come vanno in giro 'sti sfigati? Non so, a me sembrano davvero ridicoli. Però hanno delle belle magliette, ne ho prese tre, anche se la commessa era una stronza e non mi è andata a prendere tutte quelle che c'erano in magazzino. Comunque, ti dicevo, hai presente...? »
« Hai rotto i coglioni! »
Questa è la faccia che fa la logorroica universitaria se non state ad ascoltare le sue paranoie.
  • La logorroica universitaria. Solitamente questo tipo di ragazza non è accompagnata perché tutte le sue amiche la smollano appena uscite dall'università e i suoi amici sono rimasti al paesino. Quindi non ha nessuno con cui parlare e appena salita sull'autobus deve sfogarsi immediatamente con qualcuno. Non è tutto questo ben di Dio, in compenso pare l'unica al mondo a studiare una qualsiasi lingua russo-cinese. Si siede sul sedile più vicino al conducente, o direttamente sul bracciolo del suo.
« Sono esausta »
« Come mai? »
(azzardatissima domanda dell'autista)
« Stamattina avevo un esonero di uzbeko, non sai quanti eravamo. Quando sono arrivata c'era già la fila davanti al docente e non sono nemmeno riuscita a portargli un caffè. Che poi mi aveva detto che non me lo avrebbe fatto fare, perché se gli consegnavo la relazione con le traduzioni dal kazako sarei potuta andare direttamente all'orale. Oh, mi ha incrociata l'altro ieri per le scale e mi ha chiesto di andare nel suo ufficio perché doveva parlarmi dell'appello di turkmeno, e mi ha detto... »
« Devi scendere »
« No, mi ha detto... »
« Devi scendere, siamo al capolinea »
La sveglia rappresenta da sola l'80% delle cause di incidenti con mezzi pubblici, che si trovi accanto all'autista o per strada.
« Fa proprio un freddo della madonna stasera, eh? Ah ah ah! »
(risata sguaiata)
« Beh, non sei molto vestita »
(arrischia lui vedendo che sembra una tipa abbordabile)
« Lo sai che mi attizzano una cifra gli autisti? »
(la mano finisce sui suoi pantaloni, lui passa col rosso)
« Te lo faresti un giro su queste? Ah ah ah! »
(altra risata sguaiata, lui mette sotto un bambino)
« E su questo? Senti qui che sodo »
(lui tocca, e infila contromano un senso unico)
« Vergogna! Sporcaccioni! »
(si sente dire da un pensionato che si tiene alla maniglia)
« Vergogna, anche sul pullman adesso! »
(gli fa eco una signora impellicciata che tiene stretta la borsetta)
« Ah ah ah ah! »
(ancora una risata sguaiata della tipa, che scuote il push up e i capelli biondo platino in faccia all'autista, che tampona infine una volante della polizia)
Bellocce bionde in attesa del loro turno dall'autista.
  • La belloccia. Questo tipo di ragazza che parla con l'autista dell'autobus è senza dubbio il preferito dagli autisti di autobus, che lo ostentano ai loro colleghi sbracciandosi, suonando il clacson e facendo i fari, facendo qualsiasi cosa pur di essere sicuri che, incrociandoli per strada, li vedano parlare con tanto pezzo di ragazza, e poi vantarsene al circolo dei tranvieri. Lei è bella, molto stilosa, un corpo da ragazza immagine, e deve parlare con l'autista perché non esiste che ci sia un solo posto in tutta la città dove non sia al centro dell'attenzione, fosse anche il 5 sbarrato vuoto. In casi simili è l'autista difatti che inizia a parlare; lei si limita a fermarsi accanto a lui in attesa che le dica qualcosa, perché sa che le dirà qualcosa, fosse anche una cagata assurda tipo "Lo sai che prima pilotavo una macchina di formula 1?"
« Come mai hai preso questo autobus? »
(fa lui, sorridendo fashion)
« È difficile guidarlo? »
(fa lei sorridendo sensuale, ignorando la vaccata dicendone un'altra ancora peggiore)
« No, figurati... prima guidavo macchine di formula 1 »
« Mi sarebbe sempre piaciuto guidarne uno »
« Se vuoi ti insegno »
« Ma daai, davvero? Mi puoi insegnare a guidarlo? »
« Certo, cosa ci vuole. Devi essere bravissima »
È scesa, finalmente.
« Ah sì? Ma daai. E da cosa si capisce? »
« Dalle tet... dalle mani. Hai due mani stupende »
« Dici che sarei capace a manovrare questo coso enorme? »
« Io dico di sì. Se mi dai il numero di telefono stasera ti chiamo e te lo faccio provare »
« Ma... a che fermata siamo? »
(dice improvvisamente lei guardando allarmata di fuori)
« Siamo a... »
« È la mia. Devo scendere! »
« Ma se siamo sul cavalcavia! »
« Non mi interessa. È la mia. Vuoi aprire o no, brutto stronzo! »
Ecco cosa succede a provarci con l'autista.
  • La vittima. L'ultimo tipo è una ragazza che purtroppo, per poter parlare con l'autista, non ha né l'aspetto della belloccia né l'atteggiamento della sveglia, non studia all'università, non è di molte parole ed è pure un poco timida. Ma ci prova lo stesso.
« Scusa... »
« Vatti a sedere e non mi rompere le palle! »

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