Peste di Atene

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La Peste di Atene colpì Atene nel 430 a.C., proprio mentre Pericle stava per scacciare via quegli effeminati degli spartani che scoppiavano i petardi sotto le mura della città-stato, facendogli invocare più volte i nomi degli antenati.

Una volta riuscito nell'intento però, Pericle notò di avere piccoli cenni di diarrea, vomito, difficoltà respiratoria, febbre emorragica, bubboni, emorroidi, insufficienza cardiaca e altri sintomi che liquidò come banale raffreddore. Almeno fin quando ne morì come un coglione.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Peste di Atene

Cause

Le cause di questa pestilenza non sono ancora ben note. Scartata l'ipotesi "banale raffreddore" dopo i primi 2.000 morti, si è sempre pensato si trattasse di peste bubbonica, malaria, morbo della mucca pazza e altre malattie di cui ai tempi si ignorava l'esistenza, però era divertente inventarsele.

Ipotesi più recenti sostengono si trattasse di ebola contratta in seguito a rapporti non protetti con scimmie urlatrici. Alcuni immigrati scimmiofili provenienti dalle regioni dell'attuale Mozambico avrebbero infatti contagiato i corrieri di Amazon che consegnavano regolarmente ad Atene i lubrificanti anali ivi prodotti con smegma di scimmia.

Conseguenze

Dopo la fine della pandemia, gli Ateniesi rimasti pensarono di festeggiare con un rave party alla greca invitando tutte le città-stato nel raggio di 200 miglia; ciò non fece altro che ampliare il contagio visto che i cadaveri erano lasciati in giro distrattamente o venivano usati come manichini da vetrina.

Questo avvenimento portò la popolazione Ellenica a un solo abitante, Tucidide, sopravvissuto alla peste per aver resistito alla tentazione di inculare bambini morti, una pratica da allora sconsigliata dalle linee guida del Ministero della Salute ellenico.