Peel P50

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DONNE E MOTORI GIOIE E DOLORI


Vai in giro col berrettino Ferrari ma possiedi una Panda?
Indossi un giubotto Harley-Davidson ma cavalchi una Vespa 50?
Il tuo sogno erotico è farlo con un meccanico dopo esservi spalmati di Tamoil?
Tutto ciò che romba, impenna e sgomma, è in queste pagine!
Non guidare dopo la lettura.

La Peel P50: una pratica auto ma anche un simpatico gioco, si monta in soli venti minuti. Insostituibile come passeggino e carriola.
« AIUTOOOOOO! »
(Unico sistema efficace per uscire dall'auto.)
« ATTENZIONE! All'interno troverete piccole parti che possono essere ingerite o inalate. »
(Avviso stampato sulla scatola che contiene l'auto.)

La Peel P50 è un'autovettura regolarmente omologata[1] per la circolazione stradale, prodotta dalla casa automobilistica Peel Engineering Company e ritenuta la più piccola auto del mondo, record che ha mantenuto per mezzo secolo nonostante l'accanita concorrenza della Bburago e della Rocco Giocattoli. È stata costruita dal 1963 al 1964 sull'Isola di Man, per un totale di 47 esemplari di cui oggi ne restano solo 20, quasi tutti smarriti in qualche tasca della giacca.
Peter Dinklage ne possiede una, la ritiene insostituibile per spostarsi a Los Angeles, dove le strade hanno come minimo sei corsie ma sono sempre piene di enormi veicoli e, per arrivare presto agli Studios, l'unico modo è passarci in mezzo. L'auto infatti è larga come la striscia tra una corsia e l'altra.
È anche l'auto di Renato Brunetta, l'alternativa sarebbe stata una Jeep giocattolo a pedali o un passeggino della Peg Perego.
La Peel P50 è un vero prodigio dell'industria automobilistica, con i suoi trentasei pezzi è la più semplice auto mai costruita, due componenti in meno e sarebbe stata una carrozzina per invalidi. Le istruzioni per il montaggio sono stampate sul biglietto da visita del venditore, per assemblarla occorre metà del tempo richiesto per lo scaffale VITTSJÖ della IKEA, usando un cacciavite di precisione, pinzette per sopracciglia e le dita di un bambino di tre anni.

Bimbo : Papà, cos'è questo bottoncino che è avanzato?
Padre : Boh! Sulla figura la macchina ha tre ruote, sarà quella di scorta.

La P50 conferma che anche una cosa molto piccola può rivelarsi una colossale stronzata.

Descrizione

Confortev Pratica ed economica, sostituisce sia il trolley che lo sgabello.
Cliente : Mi faccia il pieno.
Benzinaio : Paga con la carta?
Cliente : No, ho un biglietto da 50 euro.
Benzinaio : Mi spiace, non ho le 40 di resto.

La vettura[opinabile] è corta 1 metro e 34 centimetri e smilza 99 centimetri; l'altezza[seeeee] è di 1 metro e 20 centimetri. Qualche centimetro più piccola e sarebbe stata un miraggio. Pesa circa 59 chilogrammi, quindi come la prostata di Giuliano Ferrara. Il suo serbatoio arriva a contenere 11 litri di carburante, che corrisponde alla quantità giornaliera di birra che beve una casalinga di Monaco di Baviera. È dotata di tre ruote, esagerazione voluta dal costruttore per scongiurare il pericolo che fosse confusa con un monopattino, la posteriore è motrice , le due anteriori sono una frivolezza stilistica. Il motore è un DKW monocilindrico da 50 cm³ raffreddato a starnuti, frutto di una forte spinta evolutiva apportata ad un regolabarba cinese. La velocità massima è di 61 Km/h, ottenibili con una pendenza di circa 28 gradi, una partenza con rincorsa (tipo bob a 4) e dopo aver cosparso le ruote con lo strutto.
Fu disegnata da Cyrill Cannel, famoso designer di origini creole, che si era già distinto per aver ideato la confezione natalizia della bambola Subby, quella con le manette e Babbo Natale in tenuta sadomaso, bravata che gli costò l'inserimento ipso facto nell'elenco degli stranieri indesiderati nel Regno Unito.
Apparve per la prima volta alla Fiera Agricola di Nottingham del 1962, dove fu scambiata per una mungitrice automatica per colpa del sovradimensionamento della marmitta.
Tra le sue caratteristiche particolari vi è quella di non possedere la retromarcia, i produttori contavano sul fatto che, con un peso così ridotto, la vettura venisse parcheggiata a mano dagli utilizzatori[2]. Grazie al kit di montaggio, che prevedeva anche una lente di ingrandimento, l'auto poteva essere montata da chiunque, a patto di seguire scrupolosamente le istruzioni. Il "fai da te" era sconsigliato dalla stessa casa, nei test effettuati prima della messa in commercio, alcuni volontari della Facoltà di ingegneria avevano tentato di montarla senza l'ausilio del manuale, ottenendo risultati sorprendenti:

  • Test 186: un tostapane, un triciclo, una torcia elettrica e due bulloni in avanzo.
  • Test 327: un porcellino salvadanaio, due vibratori, una sedia a dondolo, una lampada da lettura e due viti.
  • Test 356: un tosaerba, un carrello per la spesa, un barattolo e due misirizzi.
  • Test 416: una carriola, una motosega, tre cassette postali e uno specchietto da trucco.
  • Test 445: una pompa di sentina per pescherecci, due borsoni in pelle, un mangianastri e nove rivetti filettati.
  • Test 493: una poltrona antidecubito motorizzata, un timone, un proiettore super8 e due chiodi.

La P50 fu preceduta da un prototipo che aveva le ruote invertite (una davanti e due dietro), ma si ribaltava svuotando il posacenere.

I modelli

La gamma completa dei modelli.
  1. P50 Basic: l'immagine ritrae la vettura alla presentazione al Motorshow di Bologna del 1964, per l'occasione svoltosi presso l'area servizio Cantagallo dell'autostrada. Le quattro hostess furono reclutate direttamente in loco, dopo essere scesi a patti col loro papp manager.
  2. P50 Van: un potente mezzo destinato alla logistica, con una capacità di carico entusiasmante, a metà tra una borsa da palestra e un portapillole.
  3. P50 Cabrio: una "sbarazzina" biposto per gemelli siamesi che condividano almeno il tronco. Per ottenere i due posti si riprogettò completamente l'abitacolo, sostituendo gli sportelli con una tavoletta per water incernierata sul davanti. Una volta all'interno, calato il coperchio, ogni via di fuga era preclusa.
  4. P50 Sugar: modello ricavato dalla versione Cabrio a cui veniva aggiunto un coperchio in plexiglass, ciò trasformava la vettura in una formidabile e professionale macchina per lo zucchero filato.
  5. P50 Family: progettata per venire incontro alle esigenze della famiglia. L'idea dei "vagoncini" venne in mente all'ing. Stuart McNamara, mentre giocava col trenino elettrico assieme a suo figlio. Era venduta con l'offerta 3x2.
  6. P50 Sport: versione ricavata dal prototipo monoposto destinato al settore corse. Una delle caratteristiche che la rendevano speciale era il motore a sogliola, un 4 cilindri e sei coppole, che sviluppava una potenza complessiva di 115 LP (little pony), in grado di andare da 0 a 30 con comodo.

A partire dal 1965, l'intera gamma fu sostituita dalla Peel Trident, una microcar biposto con la carrozzeria della Cabrio e nuovi interni in tessuto Spugnex, in grado di assorbire fino a 20 litri di sangue in caso di incidente.
Nel terzo millennio ricompare in sei versioni:

  • "FUN" (a trazione elettrica),
  • "GAS" (alimentata con un accendino),
  • "ECO" (ibrida ministilo-peti),
  • "ZAP" (alimentata a fulmini),
  • "BIO" (con scocca leggera in faggio),
  • "CIP e CIOP" (con scocca in noce).

I punti di forza

Il successo dell'auto è legato senza ombra di dubbio alla sua manegevolezza. Altre doti, che possono sfuggire ad una prima e superficiale occhiata, ne fanno però un mezzo assolutamente insostituibile.

Un'auto versatile, adatta a tutti[3].
  1. La capacità di carico è tarata esattamente con un carrello per la spesa. Ovviamente il sedile andrà smontato, lasciato in un angolo del supermercato e recuperato in un secondo momento (quando si tornerà con la scusa di aver dimenticato i croccantini del gatto). Al suo posto è possibile utilizzare la confezione da sei di acqua minerale, il cartone delle birre, o il Pan Bauletto per stare più comodi. Meglio non usare il cartone delle uova (troppo fragili), o il Galbanino (troppo cilindrico).
  2. "Vi manca l'euro per prendere il carrello?" Nessun problema, con la P50 potrete aggirarvi tra le corsie liberamente, non è assolutamente distinguibile dal carrello-automobilina presente all'ingresso.
  3. "Parcheggiare in centro è un vero e proprio incubo?" Anche in questo la P50 è la soluzione, lasciatela tranquillamente a bordo marciapiede, il 62% delle persone la scambiano per una cassetta postale, il 31% per una cabina telefonica per nani, tutti gli altri per un idrante.
  4. "Non trovate mai le chiavi di casa?" La P50 è anche un portachiavi dotato di sensore programmabile. Voi fischiate, lei vi riconosce e strombazza col clacson.
  5. Se la vostra P50 inizia ad avere qualche graffio, o il colore è sbiadito per colpa del sole, non è un problema. Basterà lasciarla parcheggiata tra due vetture, aspettare che uno dei due autisti tenti di uscire dal parcheggio e compilare il modulo blu dell'assicurazione. Sicuramente non si sarà accorto della P50 e l'avrà urtata, non è visibile al di là del cofano e tantomeno dallo specchietto retrovisore.
  6. "Il solito deficiente occupa la corsia di sorpasso andando a 40?" Per voi il sorpasso a destra non si configura come reato perseguibile, la P50 tecnicamente non occupa nessuna corsia.
  7. È una delle macchine meno rubate del pianeta, per tre motivi: di solito il ladro non c'entra; non può sicuramente farci le rapine; al delinquente ricorda la cella di isolamento e lo mette in forte ansia.
  8. Si lava con un fazzolettino umidificato, uno di quelli usati per il culetto dei neonati.
  9. È l'unica a misura di nano.

Note

  1. ^ grazie a faraoniche mazzette
  2. ^ paradossalmente vero
  3. ^ sotto i 160 cm di altezza

Voci correlate