Pacific Rim (film)

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(Rimpallato da Pacific Rim)
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Bud e Nico approvano Pacific Rim!

« E poi dicono che coi cazzotti
non si risolve nulla! »
La locandina originale del film. In realtà quello che hanno trasmesso al cinema era una parodia.
« Non fatevi film mentali, qua sono per davvero solo robot giganti e mostri enormi che fanno a botte. »
(Guillermo del Toro si discolpa prima di essere accusato)
« Escono dalle fottute crepe oceaniche! »
(Pentecost spiega in maniera spiccia la situazione ai suoi soldati)
« Quello è Karloff? Sembra Isabelle Caro durante i suoi anni d'oro »
(Spettatore comune su Karloff)
« Ci vogliono 10 alla diciannovesima sacchi di cemento, me ne farò bastare 7000 »
(L'ingegner Wolf, capocantiere del mega-muro)
- Gipsy Danger: “Preparati, Otachi! Sto per usare su di te il mio cannone...”
- Otachi:
- Gipsy Danger: “... al plasma!”
- Otachi:

Pacific rim è un film di fantascienza tratto dalla fusione tra la soap-opera Neon Genesis Evangelion con l'anime Mazinga Z. Solo con più cazzotti.
La storia trae ispirazione dai kaijū, i colossali mostri del cinema giapponese, e dai vari mecha presenti in numerosi anime e manga. E anche dai cazzotti.
Considerando che i kaijū sono nati dalla fantasia umana intorno agli anni 50, si può dire che, tecnicamente, la stesura del film è iniziata nel secondo dopoguerra. È anche vero che il concetto di "mecha" è ben più antico, si potrebbe perciò arretrare fino all'età donboschiana. Però, se proprio vogliamo di spaccare il capello dell'uovo in quattro, il cazzotto dimora sulla Terra dall'alba dei tempi. Quindi Pacific Rim è sempre esistito.
La pellicola, tratta dal romanzo, tratto da poemi omerici, tratti dal videogioco, è uscito nelle sale americane il 12 luglio 2013 in 2-D, 3-D, 4-D, D-12, IMAX 3-D, B-52, M134 Minigun e su Nintendo 64, incassando tantissimo e facendo sfigurare tantissimo Optimus Prime e tutto il suo seguito di pixellosi Transformers. Non a caso per il sequel si vocifera uno scontro tra soli robottoni incazzati.

Trama

Preferisci la trama descrittiva o quella sbrigativa?

DESCRITTIVA
SBRIGATIVA
Una scena cult del film. Rimarrà nella storia del cinema.
Gennaio 2013. Un enorme bubbone situato in un punto irraggiungibile del pianeta scoppia, generando una voragine dalla quale escono le tipiche schifezze contenute nei foruncoli vecchi: enormi mostri sanguinari che radono al suolo qualunque essere vivente e non sul loro cammino. Ogni capodanno si dice quest'anno andrà meglio del precedente, ma, insomma, per il 2013 si poteva fare qualcosina di più.
Passano gli anni, i mesi e, se li conti, anche i minuti, i mostri seguitano ad attaccare le metropoli mondiali con la furia di un mangiatore di hot dog professionista. Solo una valanga di bombe potenti ma costose riesce a fermare un singolo mostro aggressivo, per cui si opta di ripiegare sull'atomica. Però anche l'atomica ha fin troppi zeri sul conto, dunque si passa al sogno di qualsiasi generazione adolescente del decennio 1980: robottoni cazzutissimi & fighi. Ma non c'è niente da fare, anche questo progetto prosciuga troppe risorse e si decide di calafatare l'intero bacino del Pacifico con una barriera di malta e foratini.
Lo jaeger messicano Matador Fury combatte contro il kaijū di categoria II Bubu "il demente".
Ci si rende presto conto che, a conti fatti, erano meglio le bombe potenti ma costose, ma nessuno s'azzarda a proferir parola, che il governo mondiale ha già abbastanza le palle girate.
La costruzione procede spedita e incurante delle numerosi morti bianche e infiniti disagi sul lavoro, ma alla fine tutto si conclude nel migliore dei modi: l'Expo di Milano è pronto per l'apertura ai visitatori.
Tornando al supermuro: anche quella costruzione avanza a ritmo calzante e questo perché sussiste la convinzione che, nonostante tutto, sia un'idea migliore dei robottoni killer. Cioè, no, non lo è, certo che non lo è, cazzo! Non c'è bisogno di professoroni e teste d'uovo per capire che razza di cialtronata sia un'idea del genere. Un muro che sigilli un'oceano... nemmeno a un megalomane come Renzi passerebbe mai per la testa una puttanata tanto colossale. E niente, nel 2025 il muro è in dirittura di arrivo. Nonostante questo la vita della barriera di cemento è più breve di quella della Metro A di Roma: il muro nemmeno è completato e un kaijū lo sfonda a testate. E neanche avendone l'intenzione: era semplicemente incazzato per aver ricevuto una contravvenzione per sosta su strisce.
La situazione comincia ad apparire abbastanza disperata. Lo era anche nel 2013, in verità, ma solo ora l'umanità se ne avvede, come uno scolaro che s'accorge della mole di studio la sera prima dell'interrogazione.
I mostri alieni stanno per sferrare un attacco genocida che non lascierà speranze e questa volta non sarà la più umile delle creature di Dio a salvare le chiappe all'uomo. L'ultima resistenza umana decide di giocare di bluff: andare nella tana del lupo a muso duro facendo credere di avere il carico di briscola, quando il due di coppe troneggia beffardo. Le due coppe sono i due ultimi robottoni rimasti, comandati di tappare per sempre il cratere che continua a eruttare pus e macrorganismi assassini, ma siccome tra il dire e il fare c'è di mezzo l'oceano Pacifico, prima riempire la buca bisogna superare un impenetrabile tridente di difesa, che non è quella del Milan del 1989, ma poco ci manca. I due androidi combattono con l'acqua alla gola, fanno anche la loro porcaccia figura e un finale col botto. Vincono, ma la medaglia gigantesca preparata da Obama da elettrosaldare sui loro petti non verrà mai consegnata, perché non c'è più alcun petto.
Quindi il film finisce male.
Sarebbe stato meglio accontentarsi della trama spiccia

Leggere due righe non farà male

Protagonisti primari principali più importanti

Pare che quello spaccone di Chuck, il ranger attaccabrighe, sia la reincarnazione di un altro ranger attaccabrighe.

Non c'è molto da dire: Pacific Rim è un film dove dei titani si menano e chi se ne frega degli umani, tanto in tutti i film del mondo ci sono gli umani, dopo un po' rompono.
Diciamo brevemente che c'è una coppia giappo-americana che sa come "fare il culo" a chi osa pestargli i piedi, un padre e un figlio un po' spocchiosi che manovrano il pezzo da 90, tre gemelli made in Cina, uno alto, uno basso, uno zoppo e il quarto di loro, mezzo orbo, non compare perché scartato durante i provini. Poi ci sono i due fratelli Kaidanovsky, che combattono lei col rossetto e lui col sospensorio firmato, un magnaccio afro che dirige la baracca e un necrofilo che abusa dei cadaveri dei kaijū, sul quale la pula chiude spesso un occhio.
Ah, sì, ci sarebbe anche una coppia di scienziati pagliacci, ma non servono a nulla a livello di trama.

Le vere star

Robottoni metallici buoni comparsi e/o citati nel film

La casa videoludica Insomniac ha prestato le sue punte di diamante alla regia di Del Toro: Clank gigante ha interpretato il mastodontico Cherno Banfi...
... mentre Ratchet il cannone al plasma ha interpretato se stesso nei metacarpi di Pericolo Zingaro.
  • Straiker Eurekakà. Intuibilmente il più agile in acqua e in area di rigore, la sua tattica consiste nell'evitare l’attacco avversario con una finta e poi mollargli una bordata sul set (nasal).
  • Cherno Banfi. L'Hulk della squadra, un rinoceronte di ferro e carbonio tutto muscoli e niente cervello. Attacca il nemico a mani nude, a schiaffoni.
  • Romeo Viola. Uno dei più amati, ma pure tanto lento da essere soprannominato Mo-Viola. Si è accorto di essere stato distrutto il mattino dopo la sua ultima battaglia.
  • Coyote Tanga. Un prostituto comandato dal magnaccio negro. È stato congedato con disonore dai suoi incarichi e dismesso dopo essere rimasto incinta di Chrome Brutus.
  • Tacit Brony. Detto "il ricamatore delle pomacee" poiché combatte con due grossi aghi da materassaia. Veloce ma gracilino in difesa, non è stato abbattuto da un kaijū ma s'è autoinfilzato dopo essere inciampato sul tappetino d'ingresso di un bar[1].
  • Oryza barthii. Jaeger ovviamente cinese, pare più il transformens di una locomotiva di fine 1800 che un tosto difensore. Di lui si vede la nascita e il rottame.
  • Brawler Yuppie. Merita d'essere citato poiché è il primo groviglio di bulloni e valvole a essere stato costruito e perché è stato pilotato dal cantautore siracusano Sergio D'Onofrio.

Robottoni organici cattivi comparsi e/o citati nel film

  • Trespo "panza da birra". Usa l'irruenza del suo ventre per sfondare gli ostacoli e la fiatella per stordire i nemici.
  • Karlo "mani di merda". Una mezza sega. L'unico danno provocato da questo mostro è l'aver incendiato una palma a Vancouver.
  • Udney "il merdone". Copia carbone di Karlo e sospetto soldato fantasma giapponese in cerca di vendetta, come dimosta il fatto che il suo unico attacco è stato una cagata mostruosa che ha ricoperto Manila.
  • Kyle "braccia di foca". Dotato appunto di appendici tozze e buffe con le quali non riesce nemmeno a grattarsi la testa, è così goffo e impedito che nessuno lo ha mai preso sul serio. Vive tuttora indisturbato sul fondo di un lago scozzese.
  • Nick "testa di ghisa". È il kaijū che mette in seria difficoltà Pericolo Zingaro, sfasciandogli la roulotte in una notte d'inverno, per di più col fortunale.
  • Hardsex "il porco di Firenze". Mostro in impermeabile, ha avuto l'onore di essere stato trucidato dal mecha più lento in circolazione.
  • Zoidberg. È il marmittone sconfitto dal prostituto. Il suo corpo esanime è stato trovato da una donna delle pulizie nella camera di uno squallido motel di Tokyo, legato al letto e imbavagliato.
  • Muten o Beyblade "occhio di talpa". Un povero kaijū senza vista che distrugge per sbaglio due jaeger di passaggio: loro volevano aiutarlo ad attraversare il muro la strada, ma lui ha pensato a un tranello di due furfanti e ha attaccato alla cieca[citazione necessaria].
  • Otaku "contropelo". Femmina arrapata, gravida e, per questo, l'unica ad avere davvero due cervelli. È la tipica parrucchiera incapace di intendere le parole solo una spuntatina, per favore. Basti vedere che lavoraccio ha combinato sul povero Tipografo...
  • Leonnato "schiena di legno". Versione organica di Cherno Banfi, dotato di un formidabile pugno a martello e capace di generare onde d'urto elettromagnetiche con un ruttoreggia.
  • Ra "topo di fogna". Agilissimo nelle acque più scure, si è dimostrato il più scemo e autolesionista dei mostri, ucciso in maniera tanto stupida che a farlo apposta non si riuscirebbe.
  • Scanner "faccia da plancia". Kaijū con un'orrenda deformazione sul muso, che fa assomigliare la sua testa al tabellone del canestro di un campo da basket. Per la serie grande, grosso e patacca fino all'osso, è mostruoso ma non ne azzecca una nemmeno lui.
  • Slattern "culo di gomma". Letteralmente "sciattona"[2], è un titano terrificante, il primo in grado di scorticare la scorza di Straiker e ultimo baluardo del mondo degli abissi. Prende un sacco di bastonate e di insulti del calibro di prendi questo, brutto figlio di puttana, difende come una furia la sua famiglia e poi muore. Il finale alternativo triste di Luigi delle Bicocche.

Curiosità, verità e altre sconcezze

  • Otaku, lo stesso mostro che ha fermato una sega circolare a mani (zampe?) nude, è lo stesso che viene squarciato in due da uno spalmaburro.
  • Dopo aver appurato che un morso del sopracitato Otaku può staccare il braccio metallico di un mostro di 2000 e passa tonnellate, Pericolo Zingaro pensa bene che ficcarglielo direttamente in gola sia un’ottima idea.
Questa scena non sarà divertente, ma gasa lo spettatore meglio di una fialetta di adrenalina.
  • Gomitate, ganci, sberle e pizzicotti per tutto il film. Ma alla fine è sempre e solo l’arma speciale dei robot che ammazza i kaijū.
  • Verso metà film Pericolo Zingaro per un soffio non combina un pandemonio nel quartier generale a causa della dabbenaggine di Mako. L'attrice che la interpreta di nome fa Rinko. Coincidenze?
  • Il terzo braccio del robot cinese ha dimostrato di essere utile quanto il terzo portiere di una squadra di calcio.
  • A tal proposito, idiota di un robot cinese: ma invece che fare il fenomeno con numeri da circo, con il braccio libero non potevi tagliare la testa del mostro in due?
  • Nessuno ha mostrato la minima sorpresa quando Otaku ha tirato fuori le ali, lasciando intedere che la possibilità che i kaijū potessero volare fosse da tempo contemplata. Quindi a che diavolo serviva il muro?
  • Un gorilla di 2500 metri cubi può facilmente celarsi e tendere agguati sotto la superficie dell’acqua a 15 metri dalla battigia.
  • Nei 5 anni in cui Pericolo Zingaro è stato sottoposto ad aggiornamenti e innovazioni potevano dotarlo di qualsiasi arma devastante. Hanno optato per un razzo-gomito...
  • Nel film non è la speranza l'ultima a morire, ma gli antifurto delle auto, che permangono, irriducibili, anche dopo che le auto stesse sono state ridotte a coriandoli.
  • Due razzetti posti nei lombi di un robottone, della potenza di una birra agitata, riescono a dare una spinta tale al suddetto robottone da riuscire pure a travolgere un gigante più grande di lui.
  • Il portale della breccia è in realtà l’entrata d’una discoteca: per entrare bisogna esibire un pass, ma l'uscita è completamente libera.
  • Il robottone cinese era in teoria dotato di notevole agilità ed esperienza, ma quando combatte con Otaku somiglia a un moccioso che cerca di ribellarsi al bullo che lo sta sottomettendo.
  • Pacific Rim è puro retrofuturismo: dei robottoni del genere ci pisciano sopra alla tecnologia di Tron, ma non esistono radar che segnalino la presenza, nemmeno a pochi metri di distanza, di mostri grandi come condomini.
  • Ammettilo, Del Toro: c’era qualcosa di palesemente sproporzionato in quella petroliera.

Gallery

Voci correlate

Note

  1. ^ Perché ci insegnano fin da piccoli che non si corre con le forbici in mano?
  2. ^ Provare per credere.

Orgogli e vergogne della settima arte

Fantasy

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