Obsolescenza programmata

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Compra-Consuma-Butta-Compra-Consuma-Butta-Compra...
« Come sarebbe a dire che è appena uscito l'iPhone 8?! Stanotte ho dormito fuori al negozio per prendere il 6! »
(Un idiota vittima di se stesso.)

L'obsolescenza programmata (in inglisc: planned obsolescence; in napoletano: accattatevillo ma nun te piglia' collera) è una strategia volta a definire il ciclo vitale di un prodotto, in modo da limitarne la durata a un periodo prefissato. Breve.

Detta così sembrerebbe una truffa, invece ciò è assolutamente necessario per garantire le fondamenta stesse dell'attuale struttura socia... ... sì, è una truffa.

Il prodotto diventa così inservibile dopo un certo tempo, oppure diventa semplicemente obsoleto agli occhi del consumatore perché, nel frattempo, è uscito un nuovo modello e avere quello vecchio è da pidocchiosi. In genere, confrontando i due modelli, ci si accorge che l'unica cosa che li distingue è un numero scritto grosso, ben visibile. Possedere quello più basso è come avere la lebbra, gli altri lo escluderanno dalla loro cerchia sociale. Quando l'unico accorgimento adottato per rendere obsoleto un prodotto prima del tempo è la pubblicità, si può parlare di obsolescenza percepita, o simbolica, altrimenti si tratta di una paraculata a tutti gli effetti.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Obsolescenza programmata

Modalità e scopi

... il tuo iPhone 7 non varrà più un cazzo fra 5... 4... 3...

Uno dei metodi più usati per attivare il processo è l'utilizzo di materiali di qualità inferiore, o componenti facilmente deteriorabili. Ad esempio, uno dei guasti più frequenti di un portatile è la rottura della scheda grafica. Avviene quasi sempre per il surriscaldamento del dispositivo, la causa scatenante è di solito la ventola di raffreddamento che funziona male. Un ciabattino di Caltanissetta aveva proposto di mettere una seconda ventola che buttase fuori il calore; la sua osservazione ha raggiunto il team di ingegneri della Lenovo e, in risposta, ha ricevuto una inoppugnabile osservazione di natura progettuale e due sicari albanesi.

È possibile notare nella vita del proprio computer un progressivo degenerare delle prestazioni, così come accade per l'uomo: il processore diventa impotente col passare degli anni. Senza poi contare la ruggine che ostruisce i fili, i colori del video che sbiadiscono e le difficoltà con la memoria. E anche se questo non dovesse avvenire è sufficiente per il produttore rilasciare un aggiornamento del sistema operativo che risolva l'assenza di problemi. Per la donna invece, dopo averle rifatto i paraurti anteriori, potenziato quelli posteriori e sistemato i graffi sulla fiancata, non resta che rottamarla e prenderne una nuova.

Autocombustione di una vettura a fine garanzia

Applicare il "sistema" all'automobile è stato più difficile. Il blocco motore è fatto di acciaio, che resta eccessivamente resistente anche se fatto in Cina. La FIAT risolse momentaneamente il problema facendo la carrozzeria di marzapane. La macchina continuava a viaggiare ma, con tutti gli spifferi che entravano dai buchi nella lamiera, sembrava di stare sul pack come i superstiti del dirigibile Italia. Alla quarta bronchite era d'obbligo cambiarla ma durava comunque almeno dieci anni, con disappunto del reparto marketing.

La soluzione fu di introdurre la centralina elettronica. Il software presente in essa può essere programmato a piacimento, quindi può tranquillamente prendere iniziative quali:

  • accendere la spia dei freni mentre si procede in autostrada a 190 km/h sulla corsia di sorpasso;
  • spegnere le luci mentre si affronta di notte un tornante di montagna;
  • lampeggiare selvaggiamente ad una bisarca guidata da un polacco ubriaco (nonché armato);
  • aumentare il riscaldamento finché l'abitacolo somiglia ad una sauna finlandese;
  • bloccare i tergicristalli durante uno sconsiderato temporale;
  • attivare la combustione spontanea del serbatoio della benzina (dopo che i precedenti "avvisi" sono stati ignorati).

Il "Cartello Phoebus"

Sarà scaduta la garanzia?!

La prima furbata di questo tipo risale al 1924, in quella che fu definita "The light bulb conspiracy" (la cospirazione della lampadina). Il cartello Phoebus fu un accordo tra diverse società per il controllo della produzione e della vendita di lampadine. È considerato un passo importante nella moderna storia delle carognate a fine di lucro. Tra esse c'erano già allora la OSRAM e la Philips che, ancora oggi, producono lampadine che durano meno della puzza di una scoreggia.

Le pratiche messe in atto dal cartello furono al centro di un processo civile, iniziato nel 1942 e concluso nel 1953. Le aziende furono condannate per la violazione della normativa antitrust, ma non per averlo messo in quel posto alla gente, con la motivazione "un po' se lo meritano". La pesante ammenda di 25 dollari si è fatta comunque sentire, da allora hanno smesso di farlo (alla luce del sole).

Impatto ecologico

Veduta di Stonefridge (Gabon)

I danni, di quella che è palesemente una truffa spropositata, non si fermano solo a quelli economici. L'impatto sull'ambiente è assolutamente devastante, giacché una lavatrice non è una bottiglia di plastica, non ci somiglia proprio, nemmeno guardandola sotto psicofarmaci. Anche un fervente ambientalista, intento a farla a pezzi per sostenere la raccolta differenziata, dovrà arrendersi alla sua complessa composizione.

  1. È stata assemblata dai robot, quindi ci sono viti in posti impossibili da raggiungere, a meno di svitarsi una mano e rimontarsela al contrario.
  2. Le viti non sono "a croce", o "spaccate", ma hanno un taglio simile alla runa celtica Éðel. L'unico utensile in grado di svitarle è scomparso attorno al III secolo, assieme al druido Brucolafix.
  3. Alcune parti sono "ad incastro", la posizione dei fermi è un segreto che il progettista ha portato nella tomba, nella quale sono stati uccisi e sepolti anche tutti i tecnici che ci hanno lavorato.
  4. Un paio di pezzi sono di probabile origine aliena. La cinghia è fatta di un materiale a metà strada tra il caucciù e il sughero, sembra lo stesso dei tappi del vino all'Eurospin; il supporto del cestello invece è fatto di un polimero termoplastico ad alta densità, già usato dalla NASA per le tavolette dei cessi dell'Apollo 11. Al tatto, ha la consistenza della patata.

Per non parlare di condizionatori e frigoriferi, lì c'è di mezzo il gas, mica cazzi.

L'unica alternativa è consegnare il rottame all'isola ecologica del proprio comune, aperta dalle 10:30 alle 11:00 (dal lunedì al venerdì) e dalle 2:45 alle 3:15 AM (il sabato).

L'Europa si è data regole severissime per quanto concerne la raccolta differenziata, ma i computer e i grandi elettrodomestici vengono caricati nei container e scodellati in Africa così come sono. Sta bene agli abitanti di Agbogbloshie (Ghana), la cui economia è basata sulla cura dei tumori che vengono a smantellare elettrodomestici a mani nude.

Bibliografia

  • Mbodo Fetumba, Il frigo nella giungla, Ed. Zibuana (2005)
  • Galindo Svampa, Quando c'era Lui le lampadine morivano in orario, Ed. Dux et lux (1964)
  • Taylor Kirschvink, A tutto c'è rimedio tranne che all'obsolescenza, Ed. Oldmen (1969)
  • Danny Clifford, Mechanic Resurrection, Ed. Screwdriver (2000)
  • Tobias Dunner, Obsolescence Day: Rigenerazione, Ed. Avatar (2008)

Note

Voci correlate