Le Maldive sono delle isole situate a cazzo di cane da qualche parte nell'Oceano Indiano
Turismo
Il colpo d'occhio è dei migliori, la natura ha dato sfarzo di sé, peccato l'abbia fatto "in culo alla luna". In effetti arrivarci non è comodissimo, molti ragazzi hanno maturato la pensione proprio durante il viaggio.
Il settore del turismo è comunque la principale risorsa economica delle Maldive e gli alberghi (pur numerosi) sono insufficienti a recepire l'enorme afflusso di persone. A tale scopo, nel 1964, fu varato un piano di emergenza "Atoll Storm", che comprendeva tre punti sostanziali:
- il "pontile sadico". Per raggiungere il mare devi fare 3 km di passerella sotto un sole spietato. Grazie a questa brillante intuizione commerciale il 38% dei turisti non sopravvive al 3° giorno di permanenza, liberando così posto per nuovi arrivi.
- il "taxi maldiviano". Il temibile mezzo è la principale causa di morte nel primo giorno alle isole, nessuna agenzia turistica è disposta a garantire l'arrivo sugli atolli, perché ogni anno miete più vittime dell'aids in Sudafrica.
- il "micro-bungalow". Per aumentare i posti letto è stato escluso il bagno in camera, quindi le necessità fisiologiche vanno espletate al singolare "cesso maldiviano", disponibile nella misura di uno ogni 40 unità abitative.
A causa di questo ultimo particolare, un significativo problema delle Maldive sono le mosche. Gli esemplari di questo insetto sono grandi come Renato Brunetta e altrettanto antipatici.