Nonsource:Giornata tipo in un ipermercato

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« Ragazzi, oggi si va all'Ipermercato! »
(Padre sadico rivolgendosi alla propria famiglia.)
« Ora ricordo perché ho programmato l'Apocalisse! »
(Dio su Ipermercato.)
Iniziano i saldi!!!

L'Ipermercato, detto anche Auschwitz, è quel posto per cui ogni singola persona viene addestrata fin dalla propria nascita ad apprezzare il suicidio, dove non si è mai troppo alti per raggiungere il detersivo scontato del 20% in cima allo scaffale, dove la velocità e l'istinto di sopravvivenza prendono il sopravvento, ma soprattutto è il peggiore posto esistente su questo pianeta dopo il parlamento italiano, ovviamente. Questa è la sede più adatta per ambientare una giornata di orribili torture degne di sadici giocattolai pazzi.

L' inizio

Non riuscirai ad evitare l'ipermercato così facilmente...

Tutto ha inizio o può averne (dipende sempre dalla scaltrezza) in un comune fine-settimana, quando il silenzio regna nel salotto di casa; quando né tu né nessuno dei tuoi amici ha programmato qualche cosa; il tuo telefono potrebbe squillare, ma tu evita per qualsiasi ragione di rispondere a quella chiamata, l'hai fatto? Troppo tardi, io ti avevo avvertito. Complimenti: tua madre ti ha ufficialmente invitato ad accompagnarla verso l' inferno il più vicino Ipermercato presente, non potrai sottrartici, anche perché tua madre ti rifilerebbe la solita solfa della responsabilità sui vecchi e ormai affaticati genitori. E in fondo... ti ha dato la vita, no? Che pretendi?

Il Viaggio

Partenza prevista verso le 11:00, o in qualsiasi altro orario ci sia finalmente qualcosa di decente in televisione, appena giungerai sotto casa dei tuoi famigliari, ti accorgerai che sulla tua auto nuova sta salendo pure una flebo e degli omogenizzati alla prugna, in quel preciso istante capirai che tua nonna (se non è già morta) verrà con voi... fatti il segno della croce o, qualora tu fossi ateo, datti una bella grattata ai cosiddetti!
Guarda caso il più vicino Iper si trova a 60km dalla tua postazione attuale ed è inutile tentare di gettare il GPS fuori dal finestrino: tua madre conosce la strada nei minimi particolari, se la nonna non avrà già preso le proprie droghe ansiolitiche, ti dovrai subire 2 ore della seconda guerra mondiale con i relativi scabrosi dettagli, come quella volta che tua nonna cercò di sedurre Mussolini.
Dopo un massimo di 1 ora e ¾ tua nonna starà sbavando sui tuoi sedili in pelle chiara, tua madre ti starà parlando di un argomento che non hai intenzione di ascoltare, mentre tuo padre starà di nuovo parlando di Berlusconi e di quanto sia un fallito.
Finalmente dopo 10 min. (tempo relativo) scorgerai la cupola di cristallo (simbolo comune ad ogni Ipermercato, quasi un "faro" che segnala pericolo alle navi o la "lampada blu" che attira le falene per ucciderle) e ti sentirai finalmente sollevato. Tuttavia questa sorta di estasi mistica durerà poco, il tempo necessario - appena tre secondi - affinché il tuo sguardo volga alla coda chilometrica che ti separerà dai parcheggi; dopo altre 2 ore e ½ passate nella propria vettura a 40°; con il climatizzatore spento "perché la benzina costa troppo, e poi non lo sai che tua nonna soffre di reumatismi?", potrai girovagare senza meta in cerca di un parcheggio libero. Immagina il gioco delle sedie, con la differenza che gli altri hanno il SUV e riescono ad essere abbastanza minacciosi da convincerti a lasciargli il posto in cui stavi per lasciare la tua umile Golf grigio topo, ringraziandolo di non averti distrutto la macchina prima...

Il parcheggio

Dopo un altro spreco di tempo (qui è inversamente proporzionale alla tua pazienza: non si sa come più ti incazzi meno posto trovi, fino a farti incazzare di più e trovare meno posto, che ti fa incazzare... che al mercato mio padre comprò), parcheggerai in tripla fila ostruendo un marciapiede, ciò nonostante la tua arzillissima nonnina picchierà accidentalmente la portiera, riverniciata dopo il suo ultimo incontro, colpendo in pieno l'unico palo della luce nel giro di 200m.
Una volta spenta la tua golf grigio topo, scenderai e lascerai cadere un gomitolo di lana dietro a te, in modo da poter ritrovare il punto in cui hai lasciato la macchina una volta che sarai uscito, ammesso che ti riesca; dopo che le convulsioni (dovute al susseguirsi dei colori rosso, verde, giallo e blu) saranno svanite, potrai finalmente entrare nel tempio dedicato al potentissimo Dio denaro.

Il carrello

Ecco la tragica fine della caccia al carrello
Ti avevo detto di stare attento al carrello!

Una volta dentro la tua vista verrà abbagliata da tutte quelle magiche luci per le quali tua nonna avrà di nuovo il suo ennesimo malore, quindi preparati perché ti toccherà rianimarla ancora una volta con un goccetto di grappa. Ma questo non debba distrarti dalla missione. Appena dentro l' ingresso ti sarà imposta una prova ardua che dovrai affrontare: La scelta del carrello.
Dopo che tua madre - rovistando per mezz'ora nelle proprie tasche - troverà il gettone, affiderà a te il compito della scelta giusta, osserverai minuziosamente ogni ruota del carrello, misurerai con cura l'apertura dell'asse, pondererai con attenzione il grado di usura del manico, finendo per scegliere, come è tuo solito, lo stesso carrello da 3 anni, quello con le ruote anteriori inclinate a sinistra, quelle posteriori a destra e con il ruotino davanti sempre bloccato.

Dentro la bolgia

Successivamente al negozio di intimi femminili, che scruterai con un certo interesse, senza rendertene conto supererai la soglia che divide l' Ipermercato libero, dall'Ipermercato oscuro: entrerai nel vero Ipermercato. Giunto all'entrata di questo ultimo, la cassiera ed il prete vi forniranno l' estrema unzione (a tua nonna no, perché sarebbe la 5° volta ormai), una volta presa la mappa per l' orientamento, inizierà la tua avventura di sopravvivenza.

E qui ha inizio l' avventura...

Una volta che sei dentro ricorda: chi un tempo era un amico fidato, adesso è il tuo peggiore nemico.
Il primo reparto che dovrai superare sarà il reparto pentole e piatti per mancini, qui dovrai schivare con abili mosse i numerosi scaffali su cui poggiano innumerevoli bicchieri realizzati con una sostanza molto fragile, che se cade, si trasforma magicamente in polvere. Qui consigliamo di tenere il carrello il più lontano possibile da quegli scaffali.
Solo dopo che tua madre avrà analizzato piatto per piatto, vaso per vaso e avrà catalogato nella sua mente tutti i tipi di ceramiche presenti e i relativi prezzi potrai passare al reparto successivo, non farlo mai prima o rischieresti di ritornare a casa con 2 tonnellate di piattini da tè.

Reparto detergenti vari

« Nel mezzo del cammin di nostra spesa,

mi accorsi da quell'intenso profumo,
che la vista mia era smarrita,
ah, che brucior scoprir ch'era ammoniaca

e non cola al limone... »
(Dante su reparto detergenti vari...)
Lui era come te prima di entrare in questo reparto!

Il reparto detergenti vari o comunemente "camera a gas" è forse la maggiore fonte di tumori al mondo, capirai che ti trovi al suo interno in seguito ad un improvviso arrossamento della pelle, tua madre aveva tentato di spiegarti durante il viaggio che sei altamente allergico ad ogni tipo di detersivo e di ricordarti di essere prudente, ma tu eri intento a non ascoltarla. Tra l' altro, qui dovrai passare la maggiore parte della spesa; perché sempre tua madre dovrà confrontare ogni marca e ogni singolo ingrediente per essere sicura di acquistare il detergente più conveniente e, risparmiare così 2 centesimi a costo della tua vita.

Reparto farina e derivati...

Si passa prima per il settore dedicato alle farine di tutto il mondo: "00", integrali, di kamut, d'angelo... Qui il solo pensiero di quale pane prendere ti terrorizza: c'è chi vuole quello integrale, chi quello coi semi, chi quello di Altavilla, chi quello il cui nome è del tutto impronunciabile. Ci si sta almeno mezz'ora a pensare a quali gusti soddisfare e si finisce poi per prendere il solito mezzo chilo di panini bianchi, di quelli che già appena si apre la confezione induriscono al contatto con l'aria (un po' come succede alle mummie, a pensarci bene...), che al solito non mangia mai nessuno, ma li si comprano perché sono quelli che costano meno. Ma il bello è vedere con quanta classe e aria da esperto sommelier tuo padre avvicina al banco del pane, analizza la forma, ne tasta la fragranza e ne osserva ogni minimo dettaglio fino a quando tua madre si decide e, presi quattro panini si avvia al prossimo settore con l'aria di chi sta per dire "Tanto, tutto una fine fa!".

Reparto libri

Stranamente vicino all'ingresso, quasi a voler attirare l'attenzione, lo si salta immediatamente, quasi fosse infettivo. Ogni tanto però noti tua madre accostarcisi il tempo necessario a leggere i titoli dei romanzi esposti, così che alla prossima riunione con le amiche potrà dire: "Ma sai, ho letto Orgoglio e Pregiudizio e l'ho trovato troppo demodé...", o "L'ultimo libro che ho letto? I Pilastri della Terra di Ken Folletto... un fantasy bellissimo" ignorando che Follett non ha mai scritto nulla di fantasy...

Reparto Vini

Non appena tuo padre l'avrà trovato lo troverai in questo reparto, senza che se ne andrà più. Egli sa riconoscere il grado di fermentazione della bustina che compone il Tavernello, la quantità di acqua, la stagionatura del cartoncino della confezione... Pertanto, se non vuoi una delle sue solite delucidazioni astruse e sconclusionate su come ai suoi tempi "il vino non lo si trovava così a buon mercato", mollalo lì e scappa a gambe levate!

Reparto bimbi

No! Evita questa zona per due motivi fondamentali:

  1. Se sei con tua madre ella passerà almeno un'ora in questo reparto per cercare di convincerti a darti da fare con la tua compagna, valutando prezzi e misurando culle, seggioloni e passeggini sostenendo che dovrai deciderti a buttare il vecchio tavolo da biliardo per adattare il tuo studio nella stanza del bebè.
  2. Se sei con la tua ragazza sarà uguale, forse peggio perché supportata da tua madre.

Ovviamente non mancano accessori di tutti i tipi: pigiamini, magliettine, calzettine e persino l'amatissimo walkie-talkie che permette al pupo di sfrangiarti le palle anche nel cuore della notte, anche a venti kilometri di distanza.

Reparto magliette

Eccola la tua ragazza... pronta a combattere contro le altre clienti in una terrificante bolgia manco fosse il Soldato Jane: la merce in saldo! Tra un pugno alla 54nne geometra e una gomitata alla 22nne studentessa (che ha attratto morbosamente la tua curiosità nel vederla lottare con la tua ragazza: pervertito!) ella campeggia, sovrana con in mano ciò che resta della t-shirt della Guru in offerta, finché non è tua nonna - sì, proprio lei! - a buttarla giù con un colpo ben assestato del suo bastone. E la lotta continua. Porti via il carrello appena noti che la nuova regina dei saldi è una pensionata di 68 anni con i capelli rosa e due dita di fondotinta.

Reparto elettrodomestici

No, resisti... sei quasi arrivato alla fine! Supera le migliaia di televisori sintonizzati su Baywatch, evita la tentazione dei portatili in offerta, sorpassa tutti quei telefonini trillanti e...

No!!! Come una mosca attratta dal miele ti ritrovi, senza nemmeno accorgertene, a usare la Xbox 360 con l'ultimo sparatutto. Imbambolato, con un rivolo di bava che ti scivola giù dall'angolo della bocca e con un'espressione da furetto impagliato non ti accorgi che il giorno si fa pomeriggio e il pomeriggio sera... E rimani lì in quello stato, pestando di tanto in tanto quei bambini di 9 anni che anch'essi vorrebbero stare come mezzi rincoglioniti a premere i pulsanti di un telecomando, mentre sul monitor vi è un turbinio di lucette e dalle casse escono rumori sinistri vagamente rievocanti il suono di una sparatoria. Complimenti. La tua resistenza all'ipermercato è stata del tutto vana. Game Over.

Cassa

Dopo tutti gli interminabili giorni di girovagare come beduino alla ricerca di sabbia umida, finalmente davanti ai tuoi occhi un tumulto di eroici sopravvissuti come te, ti separeranno dalla tua ultima meta, l'indecifrabile reparto senza nome, detto in gergo popolare: CASSA. La fila sarà molto breve, poiché la maggiore parte degli avventurosi clienti sarà deceduta nel reparto "cose molto taglienti e non propriamente statiche", ma ricorda lo stesso di prestare la massima attenzione, perché un essere dalle sembianze (non proprio) femminili, ti chiederà la carta d'accesso all'uscita, soprannominata per comodità Carta Sfidaty.

« Se la carta dovesse mancare, il cliente la prova dovrà rifare! »
(Principio di ogni bravo cassiere)

Se per qualche sfortunato incidente fossi sprovvisto della suddetta (te l'ho detto di non darla alla nonna?), il tuo viaggio non potrebbe avere termine, il tuo incubo diventerebbe la tua prigione, ma per fortuna io credo che tu ne sia in possesso, vero? No? Perché non rispondi? Ops...