Nonsource:Chi ha veramente ucciso Abele

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Blu Notte - Misteri Italiani: il mistero della morte di Abele.

Buonasera. La storia che vi raccontiamo questa sera sembra uscita da un romanzo di Manlio Smitherson. Sembra di assistere al sesto atto del Re Lear, che di atti però ne ha solo cinque. Se fosse un film, sarebbe un misto tra Psycho e Giovannona Coscialunga. Un misto tra giallo e suspence, tra verità e orrore, tra ketchup e maionese, tra vino e Cocacola.
Questa sera faremo luce sul mistero di Caino e Abele. Potevamo noi fermarci alla versione ufficiale? Di certo no, perché veniamo pagati per non farlo.

Ogni omicidio ha sempre una vittima, un colpevole, un movente. All'epoca le indagini furono molto sommarie, perché una volta scoperta la vittima (il povero Abele), il colpevole era di certo Caino, in quanto oltre a lui, sulla terra, non c'era nessun altro. Non ancora.
Ma le cose non sono sempre come appaiono, ed ecco perché diventa importante indagare sul movente: se a quei tempi questo lavoro fosse stato fatto, la storia sarebbe stata scritta in un altro modo.

Per scoprire un movente noi di Blu Notte abbiamo scavato nel passato della vittima e del sospettato: Abele e Caino. Apparentemente i due fratelli avevano avuto un'infanzia serena: un mondo a disposizione senza nessun altro bambino che dicesse "Questo è mio!", o che facesse il bullo con loro, niente scuola, niente apparecchio per i denti, perché non esistevano ancora né insegnanti né dentisti. I problemi, secondo gli inquirenti, cominciarono con l'adolescenza, allorché i loro genitori ritennero fosse arrivato il momento di tramandare ai figli la volontà del Signore. Per cui una sera li convocarono e ripeterono loro le parole di Dio: "Ragazzi, siate fecondi e moltiplicatevi, andate e riempite la terra!". E così detto li buttarono fuori casa.

Iniziò un periodo molto duro per i due ragazzi, costretti a cavarsela da soli. Ancora oggi per gli adolescenti è dura cavarsela da soli, senza i soldi di papà e la cucina di mamma, ma per Caino e Abele il problema era ben più grave: loro erano davvero soli sulla faccia della Terra, e dovevano esaudire la volontà del Signore, e cioè da due che erano moltiplicarsi fino a diventare 6 miliardi.

Siccome erano due bravi ragazzi, timorati di Dio soprattutto per i racconti che gli avevano fatto i genitori, decisero di trovare il modo di riprodursi.

All'inizio utilizzarono i metodi più ovvi e a portata di mano: infatti, visto che erano due uomini, uno agricoltore e l'altro pastore, provarono con la pecorina, ma Abele non restò incinto e a parte un forte bruciore non successe nulla.

Capirono che per procreare serviva una donna e pertanto fecero domanda in carta bollata al Ministero per ottenere una femmina, ma le pastoie della burocrazia li costrinsero a rinunciare.

Cercarono allora di bypassare le leggi sull'immigrazione pur di avere una badante che venisse dai paesi dell'est, ma anche quel tentativo fallì.

Tentarono la strada della clonazione, ma non riuscirono a trovare in commercio nessuna fotoclonatrice e rinunciarono.

Pur di avere figli si misero in lista per adottarne uno, ma erano disponibili solo bambini verdi di altri pianeti e non se la sentirono per non farli sentire diversi.

Col passare del tempo e l'accumularsi dei fallimenti, i due cominciarono ad avere seri disturbi psicologici: Caino ebbe 3 gravidanze isteriche, mentre per un lungo periodo Abele pensò di essere la mamma di un opossum.

Le frustazioni li spinsero dapprima all'etilismo, per poi farli precipitare nel tunnel della droga. Del resto nella loro famiglia ricorrevano i problemi con la frutta: i loro genitori si erano rovinati per le mele, e loro per le pere.

E arrivò il giorno in cui, mentre stavano sacrificando dell'erba al Signore, il povero Abele morì di overdose e Caino, strafatto, non riuscì nemmeno a discolparsi:

- Dio: “Caino, cosa hai fatto a tuo fratello?”
- Caino: “E tu chi seii...”
- Dio: “Sono Rambo!... No, scusa, Superman! No, aspetta, sono... Sì, ecco, sono Dio!”

Caino allora capì che i fumi del sacrificio erano giunti fino al cielo.

- Caino: “Che c'hai un euro da darmi, devo andare a trovare mia nonna...[1]

Ma Dio capì subito che era una scusa, perché come tutti sanno Caino non aveva una nonna. (Gen 4,9)

Il giorno dopo la giuria non ebbe il minimo dubbio sulla sua colpevolezza, e fu così che Caino passò alla storia come il primo assassino, invece che come la prima vittima di un tragico errore giudiziario. Per fortuna, essendo Caino l'unico essere umano rimasto sulla terra, Dio lo salvò con una legge ad personam (Gen 4,12).

Note

  1. ^ È questa la traduzione corretta, nonostante alcuni traducano "E che ne so? Sono forse il guardiano di mio fratello?"