Fabrizio De André è il cugino del suo illustre cugino de Andrade. Aveva un cannone nel cortile ma preferiva farsi col whisky di Alice preparato distillando fiori. Esperto di innovazioni botaniche seppellì dei diamanti in un cimitero di lavatrici ma visto che da essi non nasceva niente, per lo sconforto s'immerse in un pozzo di piscio e cemento dal quale ne uscì lindo e pinto con indosso un tailleur grigio fumo.
NonDeAndré, Non al denaro, non all'amore né al cielo
« Non al denaro, non all'amore né al cielo... Alla Figa ! »
(Fabrizio De André prende una decisione riguardo alle dediche dei suoi componimenti)
« Non devi giocare, con gli svizzeri nel bosco... »
(Fabrizio De André, avendo imparato a sue spese che non bisogna fidarsi mai degli svizzeri, soprattutto nei boschi)
« Ho visto Nina volare tra le corde dell'altalena, un giorno la prenderò
come fa il vento alla schiena »
(Fabrizio De André sulla "Donna Cannone" di De Gregori)
« Frustando il cavallo come un mulo, quel gran faccia di culo del re si dileguò »
(Il famoso verso di "Carlo Martello" incriminato da un PM di Potenza per "lesa maestà alla dinastia capetingia" (ma non li avevano liquidati i cugini 200 anni fa ?). Evidentemente all'epoca i PM non avevano uncazzo da fare...)
« Vostro onore sei un figlio di troia »
(De André ringrazia il PM di Potenza per l'interessamento riguardo "Carlo Martello")
« Quando in anticipo sul tuo stupore,
verranno a crederti del nostro amore,
a quella gente consumata nel farsi dar retta
un amore così lungo
tu non darglielo in fretta »
(De André appare in sogno a Dori Ghezzi per consigliarle come svicolare dalle pallosissime domande di Minoli)
« Se ti tagliassero a pezzetti il vento li raccoglierebbe »
(De André dopo essersi fatto un acido con lo Chef Tony)
« Dietro ogni Blasfemo c'è un Giardino Incantato »