Nonnotizie:Le proteste in Bielorussia sono davvero spontanee?

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15 novembre 2020

Una mandria di bielorussi che pascola allegramente per le praterie di Minsk

La Bielorussia non è nuova alle proteste; basti ricordare quelle del 2006 e del 2010, sistemate dal Megapresidente Aleksandr Lukashenko con l'aiuto delle sue affettuose guardie armate, ma le proteste del 2020, dette anche rivoluzione delle ciabatte poiché vedono coinvolte molte madri di famiglia armate fino ai denti, sono una serie di tentativi da parte dell'Unione Europea di spodestare il potere legittimo e popolare del presidente bielorusso, una finta rivoluzione spacciata per proteste spontanee. Osservatori internazionali, agenzie umanitarie e varie ONLUS affermano che durante il caos, centinaia di persone al giorno vengano catturate e torturate brutalmente, cosa che forse interessa a qualcuno ma probabilmente no.

Aleksandr Lukashenko è il dittatore presidente legittimo della piccola terra di Bielorussia dal 1994, eletto dopo essere stato candidato per scherzo dai suoi amici. Col tempo è riuscito, ciononostante, a raggiungere un certo carisma e a crearsi un consenso dietro, facendo amicizia con il suo vicino di casa, un certo Vladimir Putin. Ciononostante, gli invidiosi e odiosi vicini, i Dinkleberg, hanno fatto e fanno di tutto per cacciarlo via, facendogli le pernacchie, lanciandogli le caccole e inviandogli sanzioni economiche

Dopo che un utente di Facebook di ha definito il Megapresidente "uno scarafaggio" in una chat, Lukashenko ha deciso di dispiegare la protezione civile per le strade della capitale, arrestando chiunque avesse riso se i nobili soldati bielorussi gli avessero mostrato una foto di uno scarafaggio seguita da quella del presidente. Il 9 agosto si sono tenute le elezioni, in cui Lukashenko è stato riconfermato con una modesta maggioranza dell'80%. I dati degli osservatori internazionali affermano il contrario, cosa che non interessa neanche a coloro i quali sanno chi siano costoro.

Cronologia degli eventi

  • Il 10 agosto, alle prime ore del mattino, per le strade di Minsk, una signora si alza per andare a buttare la spazzatura. La protezione civile bielorussa, in piena esercitazione in caso di terremoto, la soccorre. Scende la famiglia della signora per liberarla dalle grinfie dei due agenti, per poi essere seguita a ruota da tutto il paese. In breve tempo, l'intera città è in rivolta contro Lukashenko e il suo regime. La sola logica spiegazione è un lavaggio di cervello collettivo da parte di agenti europei infiltrati!
  • L'11 agosto l'UE e le potenze occidentali non riconoscono le legittime e totalmente pulite elezioni bielorusse, chiedendo d'urgenza nuove elezioni e l'abbandono della presidenza da parte di Lukashenko. Coincidentalmente, le proteste si intensificano e i manifestanti vengono catturati e portati con forza in centri di riabilitazione, per essere guariti dalla demenza che li ha spinti inspiegabilmente contro il legittimo dittatore in carica.
  • Il 17 agosto degli operai, chiaramente spie travestite, inscenano uno sciopero cui seguono, a ruota, scioperi generali in tutte le aziende, fabbriche e miniere di uranio impoverito del paese.
  • Il 19 agosto viene repressa una manifestazione all'interno di uno stabilimento di trattori. Sospettati di aver causato la sollevazione l'emiro arabo Egheghe Al-Fizran e il giornalista italiano Roberto Giacobbo.
  • Il 23 settembre viene organizzato un pigiama party a casa di Lukashenko, dal quale sono esclusi tutti coloro che protestano. Infuriati, i manifestanti chiedono il definitivo abbandono di Lukashenko.
  • Il 10 ottobre un Lukashenko ormai con le spalle al muro cerca disperatamente di convincere i leader dell'opposizione detenuti in carcere a cercare di fermare le manifestazioni. Lukashenko viene spernacchiato e insultato da tutti in pubblica piazza.
  • L'11 novembre l'autore di questo articolo si consegna spontaneamente alle autorità per vilipesa Megapresidentaggine.

Fonti