Nonnotizie:L'atomo, il mattoncino LEGO di Dio

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19 marzo 2008‎

« [...] Eravamo felici, noi due assieme. Cioè noi, due atomi di ossigeno uniti in un legame che credevamo forte e indissolubile, tanto forte da trascendere ogni vincolo sociale e culturale, in una relazione stabile e duratura. Ci confortavamo l'un l'altro, e insieme ci libravamo nell'aria limpida ridendo a squarciagola. Poi arrivò lui. Carbonio. Bello, prestante, abbronzato, capace di circondarsi da dozzine di ammiratori. Quella tra noi ossigeni era una relazione aperta, così non resistemmo e decidemmo di legarci a lui. Un triangolo. Ci chiamavamo anidride carbonica. Ma presto compresi che non era questo che cercavo, quello che volevo nel profondo dell'animo: quel triangolo era solo sesso, sesso privo di complicità o di tenerezza. Così non ce la feci. Cioè me ne andai. E ne soffro ancora... cioè, noi ossigeni non siamo come quei fannulloni aristocratici misantropi, quei... ha capito cosa intendo, no? I nobili. Tipo l'elio, ha presente? Non siamo fatti per stare da soli, noi. [...] »
(Stralcio dell'intervista esclusiva di un atomo di ossigeno a Topolino.)

"Dio non gioca a dadi" enunciò un tempo Albert Einstein. Il celebre fisico sentenzioso dalla lingua lunga ci aveva visto giusto: il Creatore, infatti, oltre ad avere una saltuaria passione per i gavettoni universali e le stragi di massa, è solito dedicarsi a ben altra attività ludica: giocare con i LEGO. Ed essendo Egli creatura divina nonché cazzuta, gli piacque di adoperare a tal proposito dei mattoncini tanto microscopici grazie ai quali, nei suoi progetti poi rivelatisi errati, nessuno avrebbe potuto disturbarlo durante le ore di svago. Li chiamò atomi (dal greco ἄτομος - àtomos -, cioè indivisibile. Il che è una cazzata, ma i tempi dell'anagrafe non permettono a un bambino di ricevere un nome prima di raggiungere l'età per la leva, figuriamoci per un atomo).

Dall'osservazione della materia tutta si evince che non solo l'Onnipotente non ha tuttora perduto interesse in tale gioco, ma anche che Egli, completamente preso nel suo puerile divertimento divino, è anche parecchio disordinato. Ma questa si chiama entropia, ed è un altro discorso.

Cenni storici

Gli atomisti, ovvero: uno su mille ce la fa

La Grecia dei primi secoli fu patria di uomini di alta cultura, i quali dottamente compresero l'esistenza di un metodo facile, veloce e sicuro per guadagnare dindini a volontà senza dover ricorrere ad attività lesive della propria sapiente dignità etica, quale, ad esempio, il lavoro. Stiamo parlando dei filosofi.

Invitati in ricchi e sontuosi salotti televisivi, costoro, sotto gli occhi del nutrito pubblico caldamente pronto a rendere loro omaggio di un elegante ostracismo nel caso avessero pronunciato frasi alquanto irriverenti e contrari alla ellenica morale, i nostri filosofi, tra un balletto con Platinette e un'esibizione canora, disquisivano allegramente di scienza, o almeno così credevano di fare, aizzati dal pubblico dottamente assetato di sapienti sputi:

"In esclusiva per voi su Canale πέντε il dibattito dei nostri esperti filosofi sullo stalking! Ma ora un po' di culi..."
« L'acqua è l'elemento primario di tutto. Tutto nasce dall'acqua: il fuoco nasce dall'acqua, l'aria nasce dall'acqua, la terra nasce dall'acqua. Tutto è acqua. »
(Il piccolo Talete tornato a casa tutto sporco di fango.)
« I fagioli hanno un'anima. »
(Pitagora giustifica un suo peto.)
« L'essere è e non può non essere, il non essere non è e non può essere. Essere o non essere, questo non è il dilemma... »
(Parmenide sotto effetto di stupefacenti)
« Capra! Capra! Capra! »
(Socrate a un qualsiasi Sofista.)

Fu in questo clima turbolento che un gaio terzetto di filosofi, quali Democrito, Leucippo ed Epicuro, ebbero l'ardore di formulare una teoria tanto ardita quanto assurda ed antiscientifica:

« La materia che ci circonda è costituita interamente da particelle elementari, che denomineremo atomi, i cui urti e movimenti determinano il manifestarsi di ogni fenomeno fisico. »
(Democrito pesca una scala reale.)

Il pubblico in sala gelò, e un silenzio tombale crollò sul palco. Alcuni filosofi ebbero attacchi di cuore, altri si stracciarono le vesti, Socrate si sistemava i capelli con furia, ringhiando. Ma la situazione precipitò quando costoro aggiunsero:

« Gli dèi non sono responsabili di tali fenomeni fisici. Ammesso che esistano, certo. »
« L'anima è fatta di atomi come il corpo. Ne deriva che, una volta tirate le cuoia, cessiamo di esistere. »
« Le ingerenze del Vaticano in campo scientifico hanno scientificamente rotto le sfere. »

Il pubblico prese a rumoreggiare, colpendo Democrito e i suoi a lanci di pomodori marci e banane ammuffite; altri filosofi svennero o crollarono in crisi di pianto; altri aggredirono violentemente i nostri, sia verbalmente che fisicamente:

« Capra! Capra! Capra! »
(Platone)

Gli atomisti furono cacciati a pedate da ogni studio televisivo dell'epoca e, quella sera stessa, il conduttore del principale notiziario della regione promulgò un editoriale il cui censurava pesantemente ogni teoria che affermasse l'esistenza di atomi.

Teorie atomiche, ovvero: bombardarne uno per convincerne cento

"Maestro, temo di aver calibrato erroneamente la potenza del dispositivo! Vado a chiamare i bidelli?"

Dovettero trascorrere 21 lunghi secoli prima che gli scienziati contemporanei cestinassero i poster di Aristotele e scoprissero l'esistenza dell'atomo. Il primo di costoro fu John Dalton, il quale si avvalse delle teorie di Lavoiser e Proust solo dopo averle distinte dalla carta igienica a causa del suo difetto visivo che gliene faceva vedere di tutti i colori. Lavoiser aveva trascorso la sua giovinezza ad intagliare i banchi di scuola con la seguente frase, francesismo compreso:

« Nulla si crea, nulla si distrugge. Tutto si trasforma. In merda »

Dalton utilizzò le precedenti teorie per postulare l'esistenza di una particella unica, sferica e indivisibile che componeva la materia con abbondante utilizzo di nastro adesivo, memore dei suoi difficili trascorsi da giocatore di biglie. Per lunghi anni l'atomo fu perciò ritenuto tale, finché non si scoprì l'esistenza di particelle subatomiche. Ciò accadde quando i nostri compresero che le scosse elettriche contratte durante gli esperimenti non erano una manifestazione dello sconcerto di Dio per il loro lavoro eretico, ma solo un noioso fenomeno fisico.

Agli albori del Ventesimo Secolo il buon Joseph John Thomson, noto fisico]contemporaneo, insegnava all'asilo comunale di Cambridge. Accadde che un giorno egli decise di tenere ai suoi discepoli in grembiulino una serie di lezioni che deviavano lievemente dal consueto programma ministeriale:

« Bambini, oggi bombarderemo gli atomi. »

Gli allievi non si dimostrarono particolarmente entusiasti dell'idea, preferendo giocare tranquillamente a Bomberman durante le spiegazioni; tutti eccetto Ernest Rutherford, il cocco del maestro, il quale, taccuino alla mano e raggi alfa nell'altra, fece del bombardamento una sua ragione di vita, il che denota una non troppo velata parentela con George W. Bush. Egli, oberato di lavoro anche durante le festività, condusse una serie di esperimenti durante il pranzo di Natale che sembravano dimostrare come l'atomo assomigliasse al panettone, in quanto cosparso al suo interno di elettroni disposti come uvetta; ma l'indigestione successiva al pasto di tredici portate e la tombola serale della nonna gli impedirono di verificare suddetta tesi.

Tuttavia un bel giorno un suo allievo, tal Hans Wilhelm Geiger, tornò al laboratorio del maestro dopo una furente lite all'asilo con alcuni bimbi più grandi di lui:

Studenten granden : Ieri ho pescaten una trota granden così al laghetten di mio cugginen.
Studenten più granden : Ah, ja? Alloren io ieri a caccia con mio padre ho sparaten a un cervo granden così.
Hans Wilhelm Geiger : Ah, ja? Alloren io ieri ho bombardaten un atomo piccolen così.
Studenten granden : Ma nein, non ci creden!
Studenten più granden : Non puoi aver bombardaten un atomo, sei troppo sfigaten!
Hans Wilhelm Geiger : Allora domani venite al mio laboratorien e ve lo farò vederen! Scommettiamo?
Studenten granden : Ja, scommettiamo!
Hans Wilhelm Geiger : Allora ci vediamo domani, ach! (se na va)
Studenten granden : (perplessen) Scusa, cazzo è un atomen?
Studenten più granden : Ach, pensaven lo sapessi tu...

Così il giovane Hans, giocherellando con gli arnesi del maestro, inavvertitamente dimostrò che il modello natalizio del buon Rutherford non funzionava in quanto un piccolo numero di raggi alfa sparati contro gli atomi veniva respinto per non fare la fine del topo: ciò dimostrò la presenza del nucleo. Rutherford commentò stupito:

« È stato l'evento più incredibile che mi sia mai capitato. Come se un essere umano fosse sottoposto ai colpi di millanta proiettili da parte di un esercito e questi tornassero indietro lasciando incolume la vittima. »

A quanto pare, Rutherford non leggeva manga.

L'avvento di Bohr, ovvero: orbi, orbite e orbitali

La meccanica quantistica è una materia di semplice comprensione, come dimostra la piccola mole di volumi necessari allo studente per un'immediata comprensione degli argomenti fondamentali. Ossia, s'intende, l'equivalente dei primi due giorni e mezzo di lezione.

Verso gli albori del Novecento l'uomo sapeva tutto: la fisica, che Dio la benedisica, non aveva più segreti per lui; egli, novello hacker, era riuscito a decodificare interamente il codice sorgente del Creato. Tuttavia, finché si ostinava ad adoperare Internet Explorer, tale procedimento era sottoposto ad una lunga serie di bug, primo tra tutti l'errore irreversibile del 1945.

A parte questo, si sentiva finalmente capace di compiere ogni sorta d'impresa: si progettava di colonizzare Plutone entro il 1920, di fare la tintarella su Alpha Centauri agli inizi del 1945, di sterminare ogni altra razza aliena nell'angolo di universo a cavallo dei mitici anni Settanta a colpi di febbra del sabato sera e, infine, di licenziare in tronco il Creatore in quanto non più necessario. L'uomo del Novecento, lo scienziato, il fisico, avevano l'onnipotenza tra le dita.

E invece l'uomo si rese conto di non sapere un emerito niente quando nacque la meccanica quantistica. E ciò non può che sollevare una complicata questione: meglio una rassicurante bugia o una mostruosa verità? Meglio vivere nel florido giardino della propria ignoranza o esplorare l'accidentato universo della conoscenza e della ßcienza? Meglio un sogno felice o esperienze varie e reali? Meglio le bionde o le rosse? Parlatene con il vostro medico.

Fu in questo periodo che nacquero gli emo, ma fu soprattutto in questo periodo che un tale Max Planck pronunciò le parole che avrebbero rovinato intere famiglie composte da marito |scienziato e moglie insoddisfatta, nonché nutrite generazioni di studenti:

Planck : L'energia di un corpo incandescente viene emessa o assorbita sotto forma di piccole quantità discrete dette quanti.
Pubblico : Quanti?
Planck : Bé, tanti. Ma tanti tanti, eh.

In parole povere, neanche in campo energetico si può dividere per infinito, con buona pace di Zenone l'eleate e soci. O dividere per zero. Che poi equivale a moltiplicare per infinito. O forse no. Boh? In questo clima di depressione, Niels Bohr, celebre giocatore di dadi nonché compagno di merende del meno noto Albert Einstein, formulò un modello atomico nel quale gli elettroni erano inchiodati in diversi livelli gerarchici di energia, a seconda delle loro cattive o buone azioni in vita, e il passaggio ad un livello successivo era possibile solo previo cospicuo pagamento. Tali orbite erano inoltre facoltà a numero chiuso.

Il modello di Bohr fu infine perfezionato in seguito agli studi di Werner Heisenberg, il quale stabilì l'impossibilità di determinare la misura simultanea di due variabili coniugate, come posizione e quantità di moto oppure energia e tempo, non può essere compiuta senza un'incertezza ineliminabile, meglio conosciuto nella seguente forma:

« ...e non si riesce a capire un cazzo! »
(Principio di indeterminazione di Heisenberg.)

Da tale teoria, che dimostra come sia possibile vincere un Premio Nobel semplicemente dicendo "non ci riesco", ne scaturì che le orbite di Bohr erano inadatte alla descrizione dell'atomo, e che esse andavano invece sostituite con gli orbitali, ossia la regione di spazio dove un elettrone ha la massima probabilità di trovarsi. Il principio di Heinsenberg fu successivamente assunto ad assioma fondamentale delle Poste italiane:

Cliente : Buongiorno, mi è stato recentemente spedito un pacco e vorrei sapere a che punto è la consegna.
Impiegato : Possiamo dirle la posizione attuale del pacco. Oppure il tempo che impiegherà ad arrivare a destinazione. Ma non possiamo dirle entrambe le cose senza un'incertezza ineliminabile.

Attualmente il principio di Heinsenberg viene utilizzato per sbugiardare le multe degli Autovelox: la Polizia Stradale non può infatti sostenere di conoscere contemporaneamente, con precisione, dove eri e a che velocità andavi.

La differenza tra orbite e orbitali è la stessa che sussiste tra il pubblico di un teatro francese e quello di uno stadio di calcio America meridionale, o Italia. Tali orbitali possono inoltre ospitare due elettroni ciascuno, e, secondo il principio di esclusione di Pauli, noto sessuologo transalpino, tali elettroni devono essere di sesso opposto: poligamia e omosessualità sono saldamente punite tra gli elettroni, a differenza che tra gli atomi, come vedremo.

Tali orbitali possono assumere le forme più disparate: orbitali a forma di pupazzo di neve sono largamente in voga nelle regioni dal clima più rigido, e sono stati segnalati numerosi orbitali aventi forme falliche e/o subliminali durante gli spettacoli cinematografici Disney o i concerti musicali, eccezion fatta per quelli delle popstar più amate dalle mamme.

Modello atomico contemporaneo

« Una particella subatomica, quando entra in una stanza, saluta tutti i quanti. »
(Primo assioma di Wightman)
Uno degli utilizzi più frequenti degli atomi: le grigliate domenicali.

Bambini, all'interno dell'atomo possiamo trovare tre tipi di particelle fondamentali:

  • Elettroni: piccoli, ribelli ed indipendenti, gli elettroni attraversano una perpetua adolescenza e non desiderano altro che "fottere il sistema", ossia fuggire dal nucleo e vivere di espedienti assieme ai propri simili, dedicandosi al vagabondaggio, all'alcol e alla ganja. Più sono numerosi, più aumenta il loro coraggio corale e i più svegli di essi fuggono via nel vuoto. Per ripicca, sono impunemente sfruttati dal nucleo cattivo per formare legami con altri nuclei: come vedete, dall'unione di due potenze economiche chi ci rimette sono sempre i più umili.
  • Protoni: le teste pensanti del Partito sono i protoni, aventi carica positiva e perciò capaci di trattenere attorno a sé gli elettroni offrendo loro ricchezze e procaci positroni.
  • Neutroni: grossi e paciosi, i neutroni servono esclusivamente per fare numero all'interno del nucleo ed evitare scontri tra membri del Partito. Il loro peso può determinare la stabilità e l'instabilità dell'atomo stesso, perciò essi sono essenzialmente retribuiti per poltrire tutto il dì.

Protoni e neutroni sono a loro volta costituiti da quark, ciascuno dei quali è gestito personalmente da Piero Angela.

Legami

"...per mezzo dell'autorità conferitami da Madre Natura, io vi dichiaro marito e moglie! Potete scambiarvi gli elettroni..."

Ebbene sì, anche gli atomi si innamorano: la loro società è peraltro molto più aperta della nostra e permette larghe intese, matrimoni di gruppo, unioni inconsuete e fecondazione assistita. Tali unioni sorgono, peraltro, sfruttando impunemente la forza lavoro elettronica sottopagata, e ciò avviene principalmente in due modi:

  • Legame ionico: metodo approvato dalla Convenzione di Ginevra, consiste nel licenziamento di un elettrone e la sua successiva assunzione a parametro zero da parte dell'altro atomo. Il tutto esentasse.
  • Legame covalente: il metodo più malvagio, cinico e vietato dallo Statuto dei Lavoratori. Il legame covalente prevede che una coppia di lavoratori, presi da ambedue gli atomi impiegati nell'amplesso, compia il doppio della fatica girando intorno ai due atomi copulanti.

Per quanto concerne quest'ultimo, in realtà, esisteva un tempo una forma di legame covalente denominata "legame covalente dativo", in cui entrambi i lavoratori stacanovisti provenivano dal medesimo nucleo, ma su queste voci è stato imposto il silenzio assoluto da parte della comunità scientifica, che non perde occasione di far vaporizzare chiunque osi parlarne impunemente.

Critiche, obiezioni e perplessità

La diffusione di una nuova dottrina scientifica passa per le cineprese.

Il modello atomico contemporaneo ha ricevuto una serie di dotte critiche, riguardanti molteplici aspetti della conformazione atomica e delle teorie quantistiche e quantomeccaniche, provenienti dagli alunni di un asilo nido sperduto in qualche dotto angolo del mondo:

  • "Avete mai visto gli atomi? No? Quindi non esistono. Io non sono mai andato a Parigi o a Tokyo, perciò queste città non esistono. Così come i dinosauri, i leoni o Marylin Monroe. Non ho mai visto nulla di queste cose, quindi non esistono."
  • "Vorreste dunque insinuare che, bevendo, l'organismo dovrebbe ingerire un numero pressoché infinito di atomi di idrogeno e ossigeno? Ma in tal caso non saremmo già morti dopo aver ingerito tutta quella roba? Non è un caso se al McDonald's non ce l'hanno, no?"
  • "Se tutto è fatto di atomi, tutto contiene elettroni; allora perché l'uomo non è capace di lanciare fulmini?"
  • "Dicono che l'organismo umano sia composto prevalentemente da ossigeno, carbonio, idrogeno, azoto, calcio e fosforo. Allora perché Elio non è composto prevalentemente da elio ma ci sono anche le storie tese? E i polacchi non dovrebbero essere costituiti prevalentemente da polonio? Per non parlare, poi, dello stronzio."
  • "Secondo un sillogismo Aristotelico,
    Tutto è fatto di atomi;
    Io sono fatto di atomi;
    Perciò io sono il tutto. Lo sapevo! Io sono Dio!"
  • "Secondo un altro sillogismo:
    Tutto è fatto di atomi;
    Bob Marley è fatto, anzi strafatto, di fumo;
    Perciò [ob Marley, non essendo fatto atomi bensì di fumo, non può essere parte del Creato. Bob Marley non è mai esistito, così come tutti coloro che ne imitino le imprese. Lo diceva la nonna che fumare fa male."
  • "Nel * inserire libro sacro a piacere * non sono citati gli atomi, né gli elettroni. Quindi gli atomi non esistono. Così come il pianeta Urano e gli insetti a sei zampe."

Dinanzi ad argomentazioni cotanto illuminate dalla forza della logica, il buon scienziato altro non può che chinare il capo e prostrarsi in ginocchio in segno di riverenza.

La Chiesa ha recentemente accettato l'esistenza degli atomi con le seguenti condizioni:

  • Gli atomi, e relative particelle subatomiche, sono piatti. E il Sole ci gira intorno.
  • Molecole con più di due atomi sono poligame e peccaminose.
  • Elettroni, neutroni e protoni sono le tre incarnazioni della Trinità. Poiché nessuno dei tre elementi della Trinità possono essere scissi, ne consegue che l'unico atomo accettato da Dio è il deuterio, isotopo dell'idrogeno avente un elettrone, un protone e un neutrone. Ne consegue che Dio è costituito interamente da deuterio. Ne consegue inoltre che il buon cristiano beve esclusivamente acqua pesante, ossia acqua i cui idrogeni sono deuteri. La cui assunzione prolungata provoca morte.< Ne consegue che il buon cristiano è morto o morente, e ciò è cosa buona e giusta.

Esclusiva: intervista a un atomo

In esclusiva per voi lettori abbiamo personalmente deformato lo spazio-tempo per raccogliere gli sfoghi e i pensieri di un atomo di ossigeno, il quale ha voluto mantenere il riserbo circa il nome di battesimo e l'indirizzo. Anche perché gli atomi non hanno né l'uno né l'altro. Per rispetto della privacy, manterremo il silenzio anche per quanto concerne il peso. Tanto basta andare sulla tavola periodica.

"[...]Mi diedi al crimine, io, un atomo di ossigeno solitario. Rapinai banche del seme, distrussi molecole, assunsi sostanze illecite, spaventai alunni durante lezioni di chimica, mi feci crescere i capelli. Puzzai. [...]"
Allora, signor Ossigeno, innanzitutto la ringraziamo per essersi prestato a questa intervista.
Si immagini. Prima di cominciare mi sistemi l'orbitale, per favore, Mi cade il microfono.
Nessun problema. Bene, a lei la parola. Ci dica com'è essere un atomo.
Che vuole che le dica? Francamente è un continuo sfrangiamento di sfere virili, delle quali peraltro non siamo dotati. Noi ossigeni non godiamo di una buona fama: dicono che siamo troppo... ecco... come dite voi umani quando uno di voi si concede a chiunque, ha capito...?
Ci sono molteplici termini per definire una persona del genere. I dotti come noi preferiscono chiamarla "troia".
Ah, ecco cosa intendeva quel bacchettone di Elio! Lui e quel suo manipolo di bigotti aristocratici, sa... quelli del club dei gas nobili. Dio solo sa quanto li odio! Così sfuggenti, perfetti e privi di occupazioni... dei fottuti vip, in pratica. Ma torniamo a noi. Di cosa stavamo parlando?
Parlavamo della cattiva reputazione degli ossigeni, mi pare.
Ah, bene. Dicevo, noi ossigeni abbiamo la fama di avere facili costumi, è vero, ma non è colpa nostra, diamine! Vorrei vedere loro, con l'elettronegatività che ci ritroviamo! Non è facile, sa? Camminare per strada e vedere quegli sguardi avidi puntati su di noi, come tante piccole luci tenebrose e desiderose di consumarti all'osso, di saltarti addosso e abusare del tuo corpo. Vado a fare la spesa e sono circondato da decine di quei piccoli cosetti arrapati, ha presente, no? Gli idrogeni. Piccoli e precoci. Li odio. Continuano a saltare addosso a noi ossigeni, ma anche ad Azoto e Fluoro gliene cantano di tutti i colori. Cambiamo strada e ci ritroviamo addosso il puzzo di gin e tabacco di gretti isotopi ciccioni, che in preda ai fumi dell'alcol ci fischiano e ci rivolgono frasi oscene! Io... io non esco più di casa, ormai, sa? Mi sento perseguitato! E, dannazione, basta domande sulla sessualità! Noi atomi abbiamo anche un cuore, per diamine, anche se fatto di nucleoni a loro volta composti da quark up e down!
Mi dispiace molto, non ero al corrente di questa sua situazione complicata.
Non la incolpo per questo, si figuri. In fondo, è pur vero che a molti dei miei simili questa situazione in fondo piace. Vanno in giro svestiti e agitando le loro borsette con aria civettuola, e pretendono pagamenti in denaro. Ma io non sono così. Sono un tipo semplice, con gli elettroni a posto, insomma. Tutto quel che desidero è una stabile e duratura relazione con un mio simile, intende? Una molecola di ossigeno, con cui vivere la mia vita, costruirmi una famiglia, una casa, un cane, e basta. Gli altri 117 sessi non mi interessano, relazioni di quel tipo spesso si concludono in orge asettiche, figlie di una sensualità meccanica e banalizzata.
Infatti mi dicono dalla regia che lei ha sperimentato più volte questi legami multipli, ho ragione?
Deve proprio rigirare il coltello nel protone? Comunque sì, lo ammetto. Non posso ricordare tutti i composti di cui ho fatto parte nel corso della mia vita: noi ossigeni, sa, siamo longevi, conduciamo una vita sana e regolare e di regola evitiamo di ingozzarci fino a diventare isotopi obesi e di precaria salute. Mi ricordo di aver fatto parte per molto tempo di una molecola d[acqua. Cristo, è stata l'esperienza più brutta della mia vita. Gli idrogeni sono dei piccoli pervertiti, mi scattavano foto osé e le mostravano ai loro compagni di classe, piccoli porci. Tant'è vero che una volta convinsero un loro compagno a unirsi alla nostra molecola. Avevamo molti nomi, come la merda e il denaro: idronio, idrossonio, ossonio. Era tremendo, mi creda. Poi, non so come, ne uscii: venivo usato come merce di scambio tra tutti quegli elementi bastardi... ossiacidi, idrossidi, sali, anidridi e robaccia del genere. Dovunque andassi, ero sottoposto a angherie di ogni tipo. Un oggetto, ecco cosa ero. (singhiozza) Poi...
...e poi? Coraggio, si sfoghi con noi, ché aumenta l'audience!
Poi, d'un tratto, finalmente riuscimmo a fuggire. Io e un mio simile, intendo. Un altro ossigeno. Ci eravamo incontrati in non so quale strano composto e ci eravamo fatti forza a vicenda, dicendoci che presto tutto ciò sarebbe finito... ci scambiavamo i nostri pensieri, le nostre paure, le nostre esperienze passate. E alla fine le nostre preghiere furono esaudite: fummo liberi. Eravamo felici, noi due assieme. Cioè noi, due atomi di ossigeno uniti in un legame che credevamo forte e indissolubile, tanto forte da trascendere ogni vincolo sociale e culturale, in una relazione stabile e duratura. Ci confortavamo l'un l'altro, e insieme ci libravamo nell'aria limpida ridendo a squarciagola. Ma...
Ma...?
Ma poi arrivò lui. Carbonio. Bello, prestante, abbronzato, capace di circondarsi da dozzine di ammiratori. Quella tra noi ossigeni era una relazione aperta, così non resistemmo e, immemori dei dispiaceri del passato, decidemmo di legarci a lui. Un triangolo. Ci chiamavamo anidride carbonica. Ma presto compresi che non era questo che cercavo, quello che volevo nel profondo dell'animo: quel triangolo era solo sesso, sesso privo di complicità o di tenerezza. Così non ce la feci. Cioè me ne andai. E ne soffro ancora... cioè, noi ossigeni non siamo come quei fannulloni aristocratici misantropi, quei... ha capito cosa intendo, no? I nobili. Tipo l'elio, ha presente? Non siamo fatti per stare da soli, noi.
Cosa accadde in seguito?
Commisi un reato. Rubai due elettroni. Si, ha capito bene. Non mi importava di dover infrangere le leggi della chimica, anzi, ciò mi dava piacere. E comunque la perdita di un elettrone è certamente un fatto positivo. Per gli ignoranti: l'atomo privato di un elettrone ha carica elettrica positiva. Esilarante, vero?. La perdita di un protone causa crisi d'identità. La perdita di un neutrone è possibile mediante un'eccelsa liposuzione. Che fa anche rima. Coincidenza? Ma torniamo a noi: volevo vendicarmi contro tutti coloro che mi avevano maltrattato, schiavizzato, commerciato, ossidato e ridotto. Mi diedi al crimine, io, un atomo di ossigeno solitario. Rapinai banche del seme, distrussi molecole, assunsi sostanze illecite, spaventai alunni durante lezioni di chimica, mi feci crescere i capelli. Puzzai.
Insomma, diventaste un metallaro?
Sono un nonmetallo, ricorda? Dovrebbe ripassare un po' di scienze prima di porre certi quesiti fuorvianti. E poi io ascolto solo Ludwig van Beethoven.
Chiedo venia. Bene, l'intervista termina qui. La ringrazio caldamente, signor Ossigeno, ma prima di concludere l'intervista, c'è qualcosa che vorreste dire al pubblico a casa?
Due cose. La prima: perché i governi creano tante leggi per combattere la prostituzione e la pornografia infantile e poi nessuno pensa a noi atomi? Solo perché abbiamo un raggio, noi ossigeni, di 0.00000000006 metri non vuol dire che non meritiamo rispetto. Secondo, e credo di parlare anche a nome del mio amico Azoto: pulitevi il naso quando ci respirate, che diamine! Non è carino, ragazzi, parola mia: non è carino.

Fonti

Notizia originale
Questo articolo contiene bufale fatte in casa inventate di sana pianta da parte di uno o più contribuenti alla causa di Nonnotizie.

Non che Nonnotizie sia un granché basata sulla realtà, ma in questo caso la bufala è 100% non-verace.

Questa è una notizia di squallidità, una di quelle un po' meno ruffiane della media.
È stata miracolata come tale il giorno 10 ottobre 2010 col 40% di voti (su 25).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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