Nonnotizie:Contraffatti i prodotti cinesi

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20 aprile 2018

Il corpo del reato (ingrandire per credere)

L'industria della contraffazione non conosce davvero frontiere. Dopo lo scandalo del Parmesan fatto in Australia, e il Reggianito prodotto in Argentina, l'autore di questo articolo e sua moglie che si ostina a mangiare al ristorante cinese hanno personalmente scoperto un'orribile chimera: biscotti della fortuna made in Germany.

La notizia è destabilizzante e offre diversi spunti di riflessione.

  • Si tratta forse di una ripicca nei confronti dei principali falsificatori del mondo?
  • Siamo di fronte ad una truffa? Possibile che i ristoranti cinesi inizino a somministrare roba scadente?
  • È solo la punta dell'iceberg? Avremo presto delle puttane nigeriane originarie di Cosenza?

Domande certamente inquietanti, i fatti però parlano chiaro: "Ora si esagera per davvero! Non si ruba a casa dei ladri!"
La magistratura ha nel frattempo aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, dopo che il proprietario del ristorante cinese ha dichiarato di non essersi accorto della contraffazione.

« Elo tlanquillo, mi avevano assiculato che biscotti foltuna elano plodotti a Chóngqìng e folietti sclitti da ex dipendente Baci Pelugina emiglato in Cina. »
(Il proprietario del Glande Dlago)

Purtroppo: era logico aspettarsi il peggio. I reparti NAS dei Carabinieri, impegnati da sempre a contrastare questo genere di reati, vagliavano da tempo altre segnalazioni ed erano già sulla pista giusta. L'operazione segretissima, chiamata in codice "Made in Fanculo", ha portato all'arresto di alcuni imprenditori cinesi che sfruttavano manodopera europea e ha delineato un quadro sconcertante:

La plova che avele incastlato il molto disonolevole Fuhlel.
  • involtini primavera, peraltro fatti con verdure autunnali, provenienti dalla Spagna;
  • anatre alla pechinese sostituite da piccioni accoppati a Piazza San Marco;
  • riso alla cantonese prodotto nel Canton Obvaldo in Svizzera (reato per il quale sono state riconosciute le attenuanti generiche);
  • maiale croccante in agrodolce sostituito dalla crosta della porchetta (in questo caso è scattata l'aggravante per la salsa);
  • nuvole di drago fatte col polistirolo, smascherate dopo l'esame in un laboratorio specifico per distinguerle dalle vere;
  • pollo alla Chow Bau, anziché Gong Bao, che ha generato allarmanti sospetti sulla provenienza della carne.

Lee Co Piai, presidente dell'associazione per la tutela del Made in China, ha comunque invitato i consumatori a segnalare i casi sospetti alle autorità. Riconoscere la contraffazione è molto semplice: una durata del bene superiore ai tre mesi, istruzioni scritte in altre lingue oltre al cinese e cibo poco affogato in liquami colorati, devono far scattare un campanello di allarme.

Grazie all'azione rapida e coordinata di Carabinieri, Bersaglieri, Interpol, Mondialpol e Mondialcasa, a solo poche ore dai primi arresti si scopre un'incredibile verità: la mente della contraffazione non è Cinese, bensì Ariana; sorpreso durante la sua festa di compleanno insieme a tutta la banda di complici criminali, il teutonico perverso che aveva dato il via alla falsificazione dei prodotti cinesi - già noto in Italia con il soprannome di adolfo - rischia ora di doversi difendere anche dall'accuse di razzismo e resurrezione non dichiarata.

Fonti

  • Nando Vai «Guscio cinese, anima ariana» – "Fast & Foodrious", inserto di Repubblica