Nonnotizie:Bolt riconosce il figlio illegittimo

Vai alla navigazione Vai alla ricerca

6 novembre 2009


Alla fine, anche un cyborg come Usain Bolt ha dimostrato di avere un cuore. La vicenda che stiamo per narrare ha fatto il giro del mondo, non solo per l'eco che ha suscitato, ma anche perché effettivamente i fatti si sono svolti in quattro continenti diversi.
Bolt, il bipede più veloce del mondo se si esclude mio padre quando vede un esattore delle tasse, ha fatto visita per la prima volta a Lightning, un mulatto neonato. Voci di corridoio dicevano che l'incontro fosse dovuto al legame di parentela tra i due, ovvero che fossero genitore e figlio. Lascio ai vostri intelletti superiori distinguere chi fosse chi. Lo stesso atleta giamaicano ha indetto una conferenza stampa, in cui ha confermato ciò che si diceva: Lightning è suo figlio, riconosciuto soltanto in questi giorni per precedenti impegni di lavoro.

La casa in cui i due si sono incontrati per la prima volta, in Kenya.

La storia: nei primi mesi del 2008, durante gli allenamenti in vista delle imminenti Olimpiadi, Bolt si sta allenando correndo sulla superficie dell'Atlantico. Si spinge fino in Kenya e decide di riposarsi per un paio d'ore prima di prendere la strada del ritorno. In un pub, sorseggiando un coctail a base di stricnina e sangue di toro, si innamora perdutamente di Nairobi Nairoba, un'abitante del posto. Inutile dire che il sentimento è ricambiato, e i due finiscono a letto. Assieme. All'alba Bolt abbandona la sua compagna mentre sta ancora dormendo: forse per il timore di sentirsi dire che era stato troppo veloce, forse per l'ancestrale paura di risvegliarsi con un animale nel letto. Di lei Usain non sentirà più parlare... per un anno circa.
Eh , perché dopo i mondiali di Berlino lo Speedy Gonzales dei Caraibi viene contattato dall'ambasciatore del Kenya. Nairobi è morta durante una battuta di caccia, ma la cosa peggiore è che era diventata madre. Il test del DNA non lascia dubbi, il padre è Bolt. Quest'ultimo, in procinto di volare in Sudafrica per fare da testimonial in una pubblicità a favore contro l'apartheid, scende dall'aereo e si fa tutta la strada a piedi, avendo fretta.
E dunque siamo tornati all'inizio di qesta commovente vicenda. Lightning Bolt ha bevuto il latte dal biberon che gli porgeva il padre, ha fatto qualche verso che sono stati interpretati come un gradimento, e addirittura è parso fare le fusa al genitore. Il giamaicano ha così risposto alle domande fatte dai giornalisti dopo che il piccolo era andato a dormire:

« Purtroppo non potrò portare con me il piccolo Lightning in Giamaica: l'embargo imposto dall'ONU vieta anche questo genere di cose. Trattano mio figlio come se fosse un animale, ma l'importante è che da me riceverà soltanto amore. »
« Certo, gli pagherò l'istruzione, l'assistenza sanitaria e lo tirerò su rettamente. Mi costerà 3000 euro al mese, ma che me ne frega? Sono ricco sfondato! »
Un brindisi per festeggiare questa vicenda finita bene!
« No, non sto ancora pensando al ritiro per dedicarmi a tempo pieno a un'attività così importante come quella del padre, ma se il mio piccolo ha preso da me diventerà un grande scattista; in questo caso potrei diventare il suo manager e il suo alenatore. Forse potrebbe addirittura battere i miei record! »

Dubitando sinceramente che qualcuno possa in tempi brevi oscurare il mito di Usain, auguriamo comunque al piccolo Lightning tutte le fortune di questo mondo.

Fonti