Nonnotizie:Ancora polemiche per la canzone "Luca era Cattolico"

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1 marzo 2009


Luca e i suoi amici dopo la guarigione

Roma - Ancora polemiche per la canzone "Luca era cattolico", presentata da Povia, cantautore italiano da molti ritenuto erede di De André, al festival di Sanremo. Il mondo cattolico si è detto fortemente indignato dalla canzone dell'aspirante piccione: "Il solito pregiudizio di chi non è disposto ad accettare gli insegnamenti di Gesù Cristo" ha dichiarato il mons. Bagnasco, che a stento riusciva a trattenere la rabbia mentre giocherellava nervosamente con un rosario di smeraldi e rubini "oggi migliaia di credenti vengono impalati nel mondo per il solo fatto di essere cattolici. Anche nella nostra Italia, dominata oramai dalle piaghe dell'illuminismo, della razionalità e delle checche, essere cattolici significa vivere nascondendosi, o, qualora si avesse il coraggio di fare outing, essere costantemente derisi, discriminati, talora anche picchiati o uccisi, tanto è l'odio nei nostri confronti. Proprio oggi sono venuto a conoscenza della storia di un ragazzo siciliano che ha finalmente deciso di rivelare ai suoi genitori, due atei razionalisti di quelli che si trovano nei piccoli paesi di provincia, la sua cristianità: il ragazzo è stato picchiato dal padre che lo ha cacciato da casa, e quando la notizia si è saputa nel paese ha perso il lavoro, è stato abbandonato dagli amici, e in preda alla disperazione ha deciso di togliersi la vita ordinando un piatto di frutti di mare in un ristorante cinese".

Quando poi al mons. Bagnasco è stato chiesto un parere specifico sulla canzone, il suo giudizio è stato netto: "Povia è un irresponsabile. Lui dice di raccontare solo una storia, ma in una cultura fortemente Cristofoba come la nostra quella canzone diventa un simbolo chiaro, e manda un messaggio profondamente sbagliato: dal cristianesimo si può guarire; e così sempre più cristiani spaventati dalle difficoltà che la loro condizione comporta, cercano di cambiare ciò che sono, si sbattezzano, diventando atei frustrati e infelici; salvo poi di nascosto, magari di notte, con la scusa di andare a trans recarsi invece in chiesa per pregare. Beh, io dico che cattolici si nasce, e non c'è niente di male ad esserlo; certo non è una malattia come dice qualcuno. A tutti gli atei dico di smetterla di attaccarci con tanta ferocia solo perché ci piace un uomo, intendo Gesù Cristo, ed accettare la nostra diversità nelle loro menti chiuse ed offuscate dalla razionalità. Voglio invitare tutti i cattolici a far sentire la loro voce al prossimo "Catholic Pride": quest'anno, nello spirito carnevalesco e disprofanizzante che ci contraddistingue, ci saranno anche preti in minigonna che ballano la Lap Dance attorno a un crocefisso di dimensioni naturali".

All'indignazione di mons. Bagnasco e di tutto il mondo cattolico hanno risposto in molti, a cominciare dallo stesso Povia: "Ribadisco che la mia canzone racconta solo la storia di uno che ho incontrato in treno" ha dichiarato il cantante che non sa più fare ohhhh "io stesso per un periodo sono stato credente e quindi so di cosa parlo: uno magari frequenta amici cattolici con cui nonostante tutto si trova bene, comincia ad andare in chiesa per curiosità, e prima che se ne renda conto è inginocchiato davanti a un uomo vestito con una gonna nera e una collana che ai chierichetti fa fare ohhhh!. Non voglio dire che il cattolicesimo sia una malattia, dico solo che si può guarire". Le polemiche non sembrano comunque finite per il cantautore che ha una bambola o un robot bot, bot, dato che ha annunciato la volontà di fare della storia di Luca un film e un fumetto di strane parole, e di fare di un fil di lana una collana.

Più dure sono state le parole dell'UAAR, l'unione Atei Agnostici e Razionalisti, che per bocca del loro storico leader Roberto Benigni ha dichiarato: "dobbiamo certo dire che i Cattolici sono persone con la stessa dignità di quelle normali, e che a loro va la nostra compassione e la nostra pietà; ma dobbiamo anche dire che la loro condizione di credenti è contro natura e irrazionale, che loro credono di essere felici ma in realtà sono profondamente tristi e insoddisfatti nella loro condizione inferiore, e che è nostro dovere aiutare a guarire chi ogni giorno combatte contro questo germe della religiosità. Vogliamo dire a tutti quelli che avessero la disgrazia di scoprirsi cattolici, che anche loro possono raggiungere una vita normale, passando per l'astinenza da comportamenti religiosi e la lettura di grandi testi come "L'illusione di Dio" di Dawkins e "Penthouse" di marzo. Vorrei ribadire che la nostra non è una battaglia contro le persone religiose, che sono solo le vittime, ma contro la religiosità, una condizione che è chiaramente contro natura. Se poi nella nostra battaglia contro il cattolicesimo si rendessero necessarie misure anche dure contro i Cattolici, e qualcuno decidesse di punirli con la pena di morte, beh, non saremo certo noi ad opporci: la vita di qualche deviato religioso in cambio della definitiva sconfitta di questa piaga mondiale è un prezzo che siamo disposti a pagare".

Fonti