Nonbooks:Viaggiare in bicicletta in città
Viaggiare in bicicletta in città è uno sport estremo, praticato con evidente fare suicida da un numero variabile di temerari. Esso raggiunge la sua massima pericolosità nelle zone urbane delle regioni più disagiate, come il Darfur, l'Afghanistan o la Terronia.
Scopo di questo manuale è elencare, senza ordine logico, alcuni modi per tentare la sopravvivenza – o, se preferite, una morte quantomeno dignitosa – cimentandosi in suddetto sport. Qualora riusciste a evitare il decesso, vi invitiamo a partecipare al Campionato Nazionale di Ciclismo cittadino estremo: la finale si tiene a Napoli (semifinali a Bari).
Ricordate di essere fedeli alla gerarchia stradale italica, che prevede che i ciclisti occupino il grado inferiore a automobilisti, motociclisti, pedoni, passeggini, piccioni, UFO, insetti vari e monnezza.
Preparazione
Occorrenti
- Una bicicletta, ovviamente. Devo proprio spiegarvi tutto io?
- Un sellino (opzionale)
- Delle luci, possibilmente a colori cangianti e/o psichedelici, anche di giorno. Consigliata una sfera da discoteca, ben camuffata per non farvi passare per truzzi.
- Un ciondolo con il crocifisso (o, se siete ebrei, una stella a sei punte). Se siete atei pregate contemporaneamente Gesù, Buddha e Spongebob: non è il caso di essere schizzinosi (cit.).
- Un casco, anche se servirà a ben poco
- Kit di pronto soccorso e piastrine col gruppo sanguigno
- Indirizzo di casa tatuato sul pene, così potranno restituire la vostra eventuale salma ai vostri cari.
Riti propiziatori
Chiamate a raccolta la vostra famiglia, anche gli zii di Vergate sul Membro che non avete mai visto in vita vostra. Riguardate insieme tutti i caccolosi filmini della vostra infanzia, evitando di prendere mano ad armi da fuoco nel sentire i loro commenti.
Stilate un testamento o un epitaffio ben scritto, e preparate un videomessaggio nel quale esprimete tutti i vostri ultimi pensieri. Potete anche inveire contro la nonna, non è vietato. Se avete figli piccoli, parlate loro di come si concepiscono i bambini, meglio tardi che mai.
Infine, lustrate la bicicletta e lavatela con succo d'aglio. Fate qualche preghierina, salutate con qualche lacrima la famiglia e partite.
Il viaggio
E così siete partiti. Ricordate che la vostra è un impresa: un piccolo passo per l'uomo, un grande passo per la fabbrica che produce la vostra bici. Una volta data la prima pedalata, non si può più tornare indietro: avete già un'automobile che vi tallona alle spalle, vero?
Ovviamente è inutile accennare alla pista ciclabile: in fondo siamo in Italia, mica nel Primo mondo. È risaputo che, alla domanda «vorresti una pista ciclabile nella tua città?», il 71% degli interessati ha risposto «Eh?».
La strada è il luogo in cui, secondo il codice della strada, i ciclisti devono effettuare il tragitto. Ovviamente chi ha stilato il codice probabilmente non ha mai toccato una bicicletta, se non investendone una. Ecco alcuni pericoli che troverete: non vi darò le istruzioni per evitarli/superarli, non sono mica Gesù Cristo, cribbio!
Sportelli
Siamo nel 2024, non nell'epoca di Star Trek, quindi è alquanto difficoltoso trovare un'automobile che abbia gli sportelli che scompaiono o cose del genere. Seguendo la sopracitata gerarchia stradale, deduciamo che è alquanto improbabile che l'automobilista medio percepisca la presenza di una bicicletta nell'uscire dal proprio abitacolo.
Se non volete diventare un ciclista volante, attenti agli sportelli.
Inseguimenti automobilistici
La già accennata gerarchia stradale fa sì che la mente dell'automobilista concepisca il ciclista come un uccello o un gatto: essi sono inconsciamente convinti che il ciclista sia dotato di ali o che possa istantaneamente tuffarsi sotto una macchina.
Da ciò consegue che, quando vi trovate in un vicolo o una strada con macchine parcheggiate a destra, sinistra e centro, in duplice o quadruplice fila, e un'auto vi viene dietro, siete a un passo dal diventare una marmellata di fragole: l'automobilista, nel suo incoscio credere di vedere la bici svanire nel nulla da un momento all'altro, non rallenta almeno fino a quando il suo cofano non si trova a una distanza di 0.2256 m dalla vostra ruota posteriore (costante di risveglio mentale dell'autista).
Nel frattempo, voi avevate cercato di accelerare al massimo per evitare l'impatto, ma dato che siete dei ciclisti, e magari la strada è anche in salita, vi sarete solo puliti le natiche con escrementi umani. Raggiunta la costante di risveglio mentale, l'automobilista non cercherà di frenare, ma comincerà a dar vita al personale concertino di clacson. Se riuscite a spostarvi entro 5.6142 secondi avete ancora una vaga possibilità di salvarvi. Altrimenti, ciao.
Colleghi ciclisti
Se pensate che incontrare altri ciclisti sia quantomeno positivo per il vostro morale, vi sbagliate. Il noto teorema di Sigmund Johnberg Gioacchino Kennedy afferma, infatti:
Quando incrociate lo sguardo di un altro ciclista, lui svolterà alla sua sinistra e voi alla vostra sinistra. A tal punto, lui girerà verso la sua destra e voi ancora verso la sua sinistra. Dopodiché, lui girerà verso la sua sinistra e voi verso la vostra destra. Infine, entrambi proseguirete e lo scontro avverrà.
Chiaro, no?
Quelli che attraversano la strada
Nonostante il ciclista sia considerato superiore solo agli escrementi di cane lasciati sul marciapiede, anch'egli deve ovviare ai doveri nei confronti dei pedoni. In particolare, quando viene avvistata una zebratura, egli deve fermarsi onde evitare lo scontro con una di queste categorie di pedoni.
- Vecchietti
- Hanno doti soprannaturali. Nonostante la loro velocità sia pari a quella di uno spermatozoo, essi hanno la capacità di apparire immediatamente nel mezzo della strada, tipo fantasmi o Piero Fassino. A qualunque velocità andiate, non è raro che vi troviate sotto la ruota anteriore un pannolone. E non è raro che vi chiedano l'ora.
- Bambini
- Sono malvagi. A seconda della giornata, dell'età e del numero degli stessi, essi possono attraversare alla velocità di Michael Schumacher in Ferrari o Vitantonio Liuzzi in Toro Rosso. E compiranno il tutto con girotondi attorno alla vostra bici o lanciandovi addosso palloni, bambole e cacche.
- Truzzi
- Odiosi. Dato che il truzzo medio considera qualsiasi mezzo privo di marmitta truccata come da sfigati, essi sono soliti attraversare le strisce alla velocità di un anziano, guardandovi con aria del tipo «minchia oh, tipo, cioè, sei uno sfigato, cioè, guarda noi come siamo fighi, cioè». Potreste anche esser colti da conati di vomito nel vedere la ciccia delle truzze strabordare fino alla vostra maniglia.