Nonbooks:Scrivere lettere d'amore al tecnigrafo, masturbandosi

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« C'est l'amour que toujor on le Tour se pour anfèr le four des vours »
(Incipit di "Amour" dell'italo-francese James van Espinales)

Parte prima: introduzione del Bardo

   La stessa cosa ma di più: Nonbooks:Farsi fare una sega in macchina pur non avendo fazzoletti.
La differenza tra scrivere lettere d'amore e scrivere lettere d'amore masturbandosi? La stessa tra caffè e caffè macchiato.

Chi non si è mai innamorato? E chi, bontà sua, non hai mai inviato languide lettere d'amore alla propria amata? E chi non ha in casa un tecnigrafo? E chi non si masturba?

Scrivere lettere d'amore masturbandosi: non c'è modo più tenero per mantenere i vincoli amorosi con la propria metà, o per fare breccia, come novelli Cupidi, nel cuore della spasimata. È una tradizione secolare, che sin dai tempi della scrittura cuneiforme ha contribuito al rinnovarsi dell'umana genia. Quanti incontri hanno propiziato tali lettere! Quanto amor viscoso è scorso grazie ad esse, prima e dopo l'incontro degli spasimanti! Ah, che meraviglia pensare al corpo e all'anima del poeta innamorato fremere all'unisono, in piena armonia psico-motoria...

Come avrete intuito, in codesta sede si parlerà dell'amore, o, più precisamente, del romanticismo. Sì, proprio quel sentimento che in questa era asettica e impersonale sta estinguendosi, ma che tanta fortuna ebbe nei tempi andati...

O bardo, abbiamo capito, ma che c'entra il tecnigrafo?

Una comune lettera d'amore. Non è terribilmente... impersonale? Come si fa a sapere chi l'ha scritta? Mica si può fare l'esame del DNA sull'inchiostro.

C'entra, c'entra, cari i miei orsacchiotti...

Facciamo un breve excursus...

Dovete sapere che nei secoli passati, gli innamorati scrivevano le loro odi amorose aiutati da schiavi addestrati a tener ferma la lettera: i pippatores auxiliarii, per gli antichi Romani. Converrete con me, non il migliore dei lavori. Specie per le docce continue. Ma all'inizio del XIX secolo, dopo la generale abolizione della schiavitù in Europa[1], questa nobile pratica sparì quasi del tutto. E, guarda caso, fu nello stesso periodo che prese l'abbrivio quella corrente di pensiero artistico/letteraria ecc. poi chiamata Romanticismo. Logico: venuta meno la principale valvola di sfogo, gli animi sensibili dovevano pur trovare altri modi per esprimere la loro energia creativa.

Ma la scienza viene in soccorso all'uomo là dove il bisogno è più impellente: venne così inventato il tecnigrafo che, grazie ai suoi multipli righelli, al suo piano inclinato e alla possibilità di fissare l'epistola, fece tornare in auge l'antica usanza. Ed eccoci, finalmente:[2]


Scrivere lettere d'amore al tecnigrafo, masturbandosi

Parte secon - Oh, buoni, cazzo! Ora spiego, tranquilli

E questa sarebbe un'ode amorosa? Andiamo, pensate a chi dovrà leggerla. Credete davvero che ce la faccia? Voglio dire, stiamo parlando della vostra metà.

Immagino che in 9 su 10 abbiate saltato il mio colto excursus per arrivare alla pratica. Non c'è più rispetto: dove andremo a finire, dico io. Altro che ai miei tempi, quando si leggeva tutto dall'inizio...

Comunque, dimenticate quanto letto finora. Innanzitutto: avete mai provato a scrivere una lettera d'amore masturbandovi? Gioco forza, se una mano è sopra il tavolo a scrivere, l'altra dovrà stare sotto, a procurare il ritmico sollievo. Ma i risultati saranno esteticamente orribili: come la terrete ferma la lettera? Con la lingua? Ah, miei piccoli orsetti perversi... Sarebbe inutile: oltre a lasciare ulteriori, equivoche macchie, mentre scriverete il foglio si muoverà lo stesso in tutte le direzioni. Le parole ne usciranno distorte, le lettere allungate, e l'afflato romantico scomparirà: nemmeno le sparse macchie biancastre, simbolo di una passione temporaneamente esaurita, potranno rimediare il danno.

Ma con il vostro amico tecnigrafo cambierà tutto: vi basterà appoggiare la lettera sul piano inclinato, fissarla e... magia! Ora, anche quando scriverete nel pieno della vostra auto-indotta passione, essa rimarrà ferma. Fermissima. Grazie ai molteplici righelli le vostre epistole saranno finalmente mondate dagli orrori stilistici.

Ah, a scanso di equivoci: io non insegno cosa scrivere in una lettera d'amore. Vi insegno come scriverla! Sul contenuto della lettera vi lascio massima libertà di movimento. Fate drizzare la fantasia, e ricordate di usare iperboli e metafore: più sono lunghe e sviluppate, meglio è.

Fase 1 - Preparazione

Checché ne dicano i vari docenti, è per questo che è stato inventato il tecnigrafo.

La carta innanzitutto: scrivere sullo Scottex non è una buona idea. Sì, è funzionale per assorbire i liquidi in eccesso, ma si presume che per scrivere usiate principalmente l'inchiostro. O no? Insomma, andrà bene la classica carta da lettere. L'importante è che non ci siano stampati cupidi, cuoricini e cagate varie. Di quelle cose alle donne non frega nulla. Non dopo il primo mestruo, almeno.

Ora fissate la lettera al tecnigrafo. Portate i righelli in posizione. Quello orizzontale avrà il compito di mantentervi sulla riga giusta, mentre il verticale servirà a non sbavare in ogni dove.

È tempo di iniziar l'ode amorosa.

Fase 2 - Azione

Essere detrorsi o mancini non fa differenza. Ma per l'unica volta nella vita, essere ambidestri aiuta. Eccome se aiuta. Non c'è bisogno di spiegazioni su questo punto, dovete soltanto:

  • Scrivere: avete fatto le elementari, saprete come si fa.
  • Sollazzarvi: avete fatto le medie, saprete fare anche questo.

Il tutto in sincronia, va da sè. Coi righelli a tenervi entro i confini della lettera, siete liberi di sfogare il vostro romanticismo. Scrivete, scrivete, e scrivete ancora! E nel frattempo, dilatate le vene del cuore, fate salire l'amore lungo il canale di Cupido, su, sempre più su, sino al climax, sino a liberare tutta la passione in un sol getto!

...

Salvo errori di mira, a stesura finita la lettera dovrebbe essere più umidiccia: perfetto!

Fase 3 - Riparazione

Mai usare queste buste per le vostre epistole. Mai  ! O diverrete gli zimbelli delle Poste Italiane.

Ok, adesso lo scottex può tornare utile. Sempre che non vogliate far pulire alla filippina. Scelta sconsigliabile, in verità, dato che la mia, da quando gliel'ho fatto fare, è diventa tecnigrafòfoba. Arrangiatevi da soli. Come avete fatto finora, d'altronde.

Dopo aver pulito, staccate delicatamente la lettera dal tecnigrafo - magari con l'ausilio delle tenaglie che usate per depilarvi le sopracciglia - e non perdete tempo. Non fatela seccare, imbustatela subito, attaccateci un francobollo (che probabilmente aderirà alla busta anche senza leccarlo), e via. Pronta per la spedizione.

Non a mano, però. Almeno questo.

Scusi, o bardo, ma...

No, non si faceva prima ad attaccare la lettera al tavolo con lo scotch. Pensateci: così facendo l'avreste coperta agli angoli, seppur in minima parte. E se l'Onanite fosse caduta solo sullo scotch, causa mira sbagliata? Come avrebbe saputo la vostra amata dell'impeto romantico?

Se non ci sono altre domande idiote, la lezione finisce qui. Ora andate, e, in nome del romanticismo, fate strage di cuori. E cercate di non macchiarvi troppo.



Beh? Cosa ci fate ancora qui? Schizzate fuori!
-- Ehm, ma noi speravamo in un esempio...
Ah, giusto. Dimenticavo.


Soddisfatti, ora, razza di pervertiti?

Note

  1. ^ lasciamo stare gli U.S.A., per ora
  2. ^ Tra l'altro, lo sapete che c'è gente che usa il tecnigrafo per lavorare? Incredibile, nevvero?
Questo è un manuale di squallidità, uno di quelli un po' meno loffi della media.
È stato miracolato come tale il giorno 10 giugno 2012 col 70% di voti (su 10).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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