Nonbooks:Diventare un sitar hero

Nonbooks, pseudo-testi pseudo-liberi.
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Se seguirete con solerzia questo manuale diventerete proprio come lui. Negro.
« Cos'è un sitar? »
(Un ignorante come te su siffatto strumento.)
« Questo manuale ha dato un senso alla mia vita sessuale »
(Qualcuno che ha frainteso lo scopo di questo manuale)


Sei stanco di suonare sempre i soliti strumenti? Sputacchiare nel tubo della diamonica ti ha fatto diventare asmatico? Smanettare col piffero ti ha procurato gravi piaghe suppurative alle dita? Il tuo triangolo non ti soddisfa? Hai appena scoperto che l’organo non era propriamente quello che ti aspettavi? E allora, caro musicista in erba, questo è il manuale che fa per te; seguendo passo passo queste semplici istruzioni, anche tu potrai diventare un virtuoso sitarista, avere la possibilità di provare qualcosa di orientale oltre alle posizioni del Kamasutra e, soprattutto, grazie alla tua bravura, avere finalmente un harem di donne vogliose, pronte a dartela senza bisogno di sborsare euri! Proprio quello che desideravi da tempo.

Storia del sitar

Prima di cominciare con la pratica, facciamo un po' di teoria: bisogna sapere tutto del vostro adorato strumento, anche chi cazzo ha avuto il barbaro coraggio di inventarlo. Dunque, il sitar fu inventato nell'840 avanti Maometto, da Abù Shabun Bim Bam in India. Abù non essendo propriamente dotato di un buon randello, pensò bene di compensare questa mancanza: inventò quindi il sitar, dall’indiano seh-tar, cioè "lo strumento dotato di un lungo e duro manico", e lo utilizzò durante le orge al posto del suo moscio amichetto. Solo molto dopo si accorse anche della sua utilità come strumento musicale, così gli applicò delle corde e cominciò a diffonderne la musica per tutta l'India. In seguito il sitar venne esportato in Occidente dagli Zulu insieme alla malaria e alla peste nera; durante il Medioevo lo strumento venne considerato immorale e diffusore della favella di Satana, mentre nel Rinascimento fu rivalutato e utilizzato come attaccapanni. Solo nel diciannovesimo secolo fu riconosciuto in quanto strumento musicale, grazie al suono aggraziato che produceva ogni volta che veniva utilizzato come arma di difesa.

Fase 1: Costruiamo insieme un sitar

Questo demente bravo ragazzo è riuscito a costruirlo con facilità: prendete esempio.

Che ne dite di costruire da soli il vostro sitar? Volete? Ma certo che sì. Allora, quello che vi serve è facilmente reperibile dentro casa. Ciò che vi occorre è:

Prendete la confezione di latte, bevete il latte e con la sega circolare ricavate dal cartone vuoto una forma ovoidale cava, riempitela di carta di giornale per darle consistenza e chiudete il tutto con abbondante colla vinilica[citazione necessaria] o anche scotch, se ne siete sprovvisti. Ed ecco che avrete prodotto la cassa di risonanza. Per fare il manico procuratevi del legno. Come? Semplicissimo. Smontate il parquet di casa vostra e prendete l’asse di legno che vi sembra più adeguata. Mi raccomando, il manico deve essere bello lungo. Attaccate l’asse alla cassa di risonanza e successivamente applicate i peli di gnu per fare le corde [1]. Per dare al vostro strumento robustezza, versateci sopra del calcestruzzo, lasciate asciugare per una notte, ed ecco qua! Il vostro sitar personalizzato! Facilissimo e divertente vero? Inoltre potrete sbizzarrirvi a decorarlo con motivi floreali, cuoricini, stelline e quant'altro.

Avvertenza

se non siete riusciti a costruirlo da soli vi toccherà versare la bellezza di 400.000 euri e impegnare anche le mutande per procurarvelo al più vicino negozio di strumenti. E no, il parquet non ve lo rimborsiamo.

Fase 2: Impariamo a suonare

Per imparare a suonare il sitar bisogna ovviamente conoscere le note, che non sono le solite do-re-mi-fa-sol-la-si, ma ce ne sono di supplementari. Il si-la-do, il sol-do, il mi-fa-la-si, il si-mi-fa, il dolce re-mi, il sol levante e il re avvitato. La posizione ideale per suonare in modo fluido e armonico è a 90 gradi, spalle al muro, petto in fuori e culo in su. Altrimenti c’è la posizione classica ovvero seduti per terra a gambe incrociate; ma noi consigliamo la prima per maggiori risultati. Sistemate le dita della mano sinistra sul manico e quelle della mano destra sulle corde; le dita della mano sinistra devono avere una forma parabolica asimmetrica e devono essere perfettamente parallele alle corde, mentre le dita della mano destra devono avere un'apertura ampia quanto lo zoccolo di un muflone. Bene, e ora afferrate un plettro, o la coda del vostro gatto e dateci dentro. I primi suoni che ne usciranno saranno più o meno simili agli urli di un chiurlo in amore, quindi uno schifo, ma non disperate. Un allenamento costante di 24 ore su 24, 365 giorni su 365 daranno i risultati sperati: riuscirete a suonare il mi !

Fase 3: Suoniamo una canzone tipica indiana

Siccome è difficile reperire canzoni indiane decenti, questo manuale ve ne fornirà una abbastanza semplice, fatta apposta per pivelli come voi. Le note sono: si-si-la-la-la-la-la-la-la-la-la-la-la-la-sol levante-do.

Lui l'ha imparata. E voi?

Idieh idieh it onodirros i itnom, idieh idieh
El etterpac it onnaf oaic
Aihccipicca iuq è'c nu odnom ocitsatnaf
Idieh idieh Adidnac emoc et
Allah callah iullah
Allah callah iullah
Allah callah iullah
Idieh arenet aloccip noc nu oluc isoc
Allah callah iullah
Allah callah iullah
Allah callah iullah

Per dare maggiore scenicità alla vostra interpretazione, travestitevi da fachiro e suonate su un letto di chiodi mentre tentate di incantare un cobra reale parecchio incazzato col vostro canto. Successo assicurato!

Fase 4: Il primo concerto

Prima di esibirvi sacrificate cinquecentomila pantegane alla dea Sarasvati: porta bene.

Se avete seguito alla lettera questo semplice e utile manuale, siete pronti per esibirvi laiv. Non fatelo però in Italia, potrebbero tentare di accopparvi perché avete modificato geneticamente il mandolino, vanto della cultura italiana, o scambiarvi per l'ennesimo accattone che se le inventa tutte per guadagnare un tozzo di pane. Acquistate ordunque un biglietto di sola andata [2] per Mumbai, se non ve lo potete permettere vendete tutto: casa, macchina, cane, frullino manuale… E ricordate di avere cura che il vostro sitar non si disperda e soprattutto non si danneggi, quindi avvolgetelo almeno cento volte nel cellophane. Bene, siete pronti per raggiungere il successo. Arrivati a Bombay cercate il luogo adatto per la vostra esibizione: non deve essere esageratamente grande e raffinato, va bene anche una bettola. Ricordate: si comincia sempre dal basso. Concordate il prezzo col gentile gestore e sistematevi sul palco. Accordate il vostro strumento e cominciate a proporre le vostre splendide composizioni: nessun timore se vedrete gli indù fuggire terrorizzati a cavallo di mucche sacre o lanciarvi statuette di divinità a cento braccia. È solo il loro modo di apprezzare la vostra musica. Probabilmente il vostro unico fan sarà vostra nonna ultra novantenne sorda, ma perlomeno apprezza i vostri sforzi.


Complimenti! Ora siete un sitar hero!


Controindicazioni: non siete riusciti a raggiungere il successo e ora vivete sotto un ponte e mangiate parti del vostro sitar per la povertà e non sapete come fare per tornare in Italia, visto che avete comprato un biglietto di sola andata? Niente paura! Non scoraggiatevi. Continuate a riproporre la vostra musica senza sosta. Prima o poi vi esilieranno su di un'isola ad alta attività vulcanica o vi sacrificheranno a qualche loro divinità.

Fase 5: Altri utilizzi del sitar

Il sitar fortunatamente è come un coltellino svizzero: taglia ma ha anche altri utilizzi. Qui verranno elencati i più importanti:

  • Sitar come grattaschiena: un terribile prurito attanaglia le vostre terga ma le mani non riescono a smorzarlo? Utilizzate il sitar. Sfregate la parte interessata in senso orario senza fare troppa pressione, altrimenti rischierete di scuoiarvi. Che sollievo vero?
  • Sitar come mazza da baseball: giocare a baseball come battitore è sempre stato il sogno della vostra vita, ma non potete permettervi la mazza. Nessun problema, perché potete utilizzare tranquillamente il vostro fido sitar! E con facilità sarete in grado di mandare in orbita le palle la palla!
  • Sitar come mestolo: state preparando una buonissima zuppa ma ecco che vi si rompe il mestolo? Niente paura! Il vostro sitar fungerà da pratico mestolo e aggiungerà persino quel saporino in più che non guasta mai.
  • Sitar come pala: avete appena ucciso vostra suocera per la disperazione e non sapete come seppellirla visto che vi manca la pala, e di scavare con le mani non se ne parla? Il sitar può anche questo. Con la sua pratica forma e la potenza delle vostre braccia il cadavere sarà bello che occultato.


Grazie sitar. Ti amiamo!

Note

  1. ^ in caso di mancanza di peli di gnu, potrete utilizzare sempre i vostri.
  2. ^ che tornate a fare? Là diverrete una star!