Nonbooks:Diventare cinico

Nonbooks, prontuari e libercoli anzichenò.
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Il cinico per eccellenza.


« Io non domando a che razza appartenga un uomo; basta che sia un essere umano; nessuno può essere qualcosa di peggio. »
« Le due più grandi invenzioni dell'uomo sono il letto e la bomba atomica: il primo ti tiene lontano dalle noie, la seconda le elimina. »
(Charles Henry Bukowski alla consegna del Premio Nobel per l'ebbrezza)
« Non è l'idea della cristianità che biasimo, o dell'ebraismo, o di qualsiasi altra religione. Sono tutte grandi idee, ma hanno tutte quante un fatale difetto: sono tutte basate sul falso concetto che l'uomo sia fondamentalmente buono e che se gli dai l'occasione di essere onesto l'afferra, che non è uno stupido, egoista, avido, codardo e miope verme. In definitiva, mi dispiace dirlo, la nostra è una specie fallita. »
(Boris Yellnikoff durante uno dei suoi deliri abituali)

Vi sentite circondati da un massa di idioti e prigionieri in un mondo allo sfascio, ma alla fine lasciate prevalere l’ottimismo? Ridete per le disgrazie del prossimo, ma poi vi pentite della vostra insensibilità? Avete un disprezzo spontaneo per la gente mediocre che vi attornia, ma lo negate persino a voi stessi? I problemi altrui vi annoiano, eppure credete di dovervene occupare? Insomma, trovate patetiche le lamentele che dovete sorbire ogni giorno, ma pensate sia solo colpa vostra e della vostra meschinità?

Se la risposta a tutte queste domande è "Beh, ecco, io veramente.... Sì, cazzo, sì!", allora questo è il manuale giusto per voi! Con pochi semplici consigli imparerete a sbarazzarvi di quella fastidiosa vocina nella testa che ripete "Prostituzione significa schiavitù di esseri umani", e vi ritroverete a guardare le cose da una prospettiva più libera e appagante, potendo disporre finalmente di una autentica visione cinica del mondo!

Fase -1: Perché farlo

Il disprezzo per le leggi e i diritti dei più deboli ti porterà molto in alto.

Chi è già un vero cinico (o anche solo un po' meno coglione), ha già capito dal titolo che questo paragrafo è inutile e può essere saltato a piè pari. Ma siccome siamo sicuri che non è il caso del lettore, riportiamo i vantaggi del cinismo: diventare cinici fa vedere le cose per come stanno: sono gli altri, infatti, ad avere il paraocchi e a non andare oltre i loro assai limitati orizzonti; il cinico invece riesce a comprendere appieno ogni cosa, può oltrepassare l’ordinario muro di ottusità che ingabbia le persone, essere onesto nel proprio intelletto, lottare contro la banalità, evitare magari di leggere tutte queste cazzate. Insomma, il cinico è padrone del mondo e di sé stesso! E può anche aspirare a un magnifico frigo a pedali!

Leggere la fase 1 per iniziare.

Fase 0: Come farlo

Devi solo fare attenzione a non finire così.

E infatti riecco il nostro coglione di prima, che evidentemente non è pronto e necessita di un’ulteriore fase preliminare. Dunque, come si lasciava intuire più sopra, la metodologia generale per l’edificazione di una personale prospettiva cinico-nichilista risulta consistere in nulla più che nell’incessante approfondimento della propria riflessione sul mondo[1]. Ovvero, per diventare un autentico anticonformista principe del male, si deve:

  1. Accettare ed amare le proprie considerazioni pessimistiche.
  2. Valorizzarle, analizzandone le cause e le conseguenze.
  3. Operarne una sintesi omnicomprensiva.

Poffare, e come? vi starete chiedendo. Elementare, cazzo! Proseguite nella lettura e il gioco è fatto.

Fase 1: La gente

Senza dubbio per muovere il primo passo verso la misantropia[2] ci conviene iniziare dalla gente comune. Chi infatti non odia la gente? Chi non prova almeno una piccola repulsione, un accenno di ribrezzo nei confronti della lurida, sudicia, spregevole massa? Sì, proprio la massa, quella massa, quell’accozzaglia indistinta, confusa e disorganizzata di individui egoisti e inaffidabili, quel concentrato di scorie ripugnanti e disgustose che osano calpestare il marciapiede prima di noi! Come fanno a non accorgersi della loro stupidità? Ovvio, se ne fossero capaci, sarebbero me e non loro. Semplicemente, vivere è la cosa più rara al mondo; la maggior parte della gente esiste, ecco tutto.

E allora li vedi lì, indaffarati a risolvere i loro guai: trovare parcheggio con un SUV; rimorchiare con look improbabili[3]; farsi assumere con la laurea in Scienze delle merendine; avere tanti amici su Facebook e stare sul cazzo a tutti; mangiare al ristorante cinese per risparmiare, e poi sperperare ogni avere nella retta della palestra; e via dicendo, etc. etc. Al lettore fornito di media intelligenza[4] questi discorsi sembreranno però banali e scontati, indegni insomma di comparire su Nonciclopedia. Ci tornano invece adesso utili per porci la seguente domanda, essenziale per un aspirante cinico: “Ma non potrebbe andare ancora peggio?”. Ovvero, cosa accade quando queste orde di barbari mal inciviliti collaborano tutte assieme per produrre il massimo danno?

Fase 2: La società

« No... in fondo l'ho sempre pensato... il mondo fa schifo, e se la feccia crepasse sarebbe meglio per tutti. »

Riflettere sulla società e sulle sue contraddizioni costituisce un esercizio utile per il cinico. Si tratta infatti di un tipo di critica non eccessivamente dozzinale, ma al contempo abbastanza diffusa da riuscire facilmente comprensibile. Per esempio, si può portare l’attenzione sul fallimento dei meccanismi del sistema: metropolitane sovraffollate, caotici uffici postali, autobus perennemente in ritardo, mezze stagioni, allergie varie, meteorismo, invecchiamento, caduta dei capelli, piaghe d’Egitto… Oppure (particolarmente efficace) recriminare per l’assenza di servizi che uno Stato progredito dovrebbe fornire in abbondanza: bancomat che regalano soldi, distributori di merendine alla marijuana[5] e bibite dell’immortalità, camion pieni di figa, macchine per l’Avunculogratulazione, montagne di figa, esemplari di torcia a energia solare, figa, figa, altra figa…

Ma fin qui non ci scostiamo di molto dal tagliente sarcasmo di un sordomuto ubriaco. Un vero cinico si distingue per la capacità di formulare ragionamenti profondi e penetranti, di stupire il pubblico con idee inaspettate e illuminanti. È bene quindi che si dedichi soprattutto alla critica della società civile in quanto tale, intesa cioè semplicemente come un patto di collaborazione fra più individui atto allo scopo di evitare il raggiungimento della felicità da parte di questi. E così egli si ritroverà a parlare di capitalismo, dove un uomo sfrutta un altro uomo, e di socialismo, dove accade il contrario, di anarchia, dove i più deboli sono liberi di soccombere ai più forti, e naturalmente di cannibalismo, dove si può provare il piacere non tanto di mangiare un uomo, quanto di vomitarlo. Oppure attaccherà la pena di morte, che mai sarà efficace quanto la minaccia di castrazione. In sostanza, il messaggio che dovrà trasmettere è chiaro: le guerre finiranno quando finiranno i soldati; e l’essere umano sarà sempre lupo per chi ha davanti, e pecora per chi ha dietro.

Fase 3: Le donne

Veniamo ora ad un punto assai delicato, ovvero la critica denigratoria dell’altro sesso.[6] È un passaggio di estrema importanza, per almeno un paio di motivi:

  • Solitamente, è su questo terreno che si misura la differenza tra un qualunque predicatore da bar ed un raffinato dissacratore dei costumi.
  • Rappresenta l’orizzonte degli eventi dell’irriverenza, la soglia oltre cui si perde ogni riguardo per il senso comune e la semplice decenza: superatala, la trasformazione in macchina dispensatrice di biasimo e disapprovazione diventa inarrestabile.

Questo secondo fatto si spiega facilmente, considerando come ora si manifesti in pieno la più importante implicazione del cinismo: il novizio si convince adesso che

« Non è colpa mia se nessuna me la dà! »

E dal momento che l’ultima donna in cui è entrato sarà al massimo la Statua della Libertà, difficilmente cambierà più idea.

Ma cosa hanno fatto di male queste donne? Tanto per cominciare conducono l’uomo al peccato, allontanandolo dalle gioie che Dio gli dona. Poi c’è il fatto del sesso. Siccome l’uomo è un animale razionale, da principio constata come evidente la vantaggiosità reciproca di relazioni aperte e molteplici, effettuando un semplice calcolo del rapporto costi/benefici. Direbbe Nash: “Il massimo utile con il minimo sforzo per tutti i giocatori”. Purtroppo, nulla può il rigore matematico contro la mente femminile, perennemente attenta nell’inseguire le piroette dei castori e le farfalle nei loro volteggi aerei.[7] Cosa vogliono allora le donne? Cercano uomini “maturi”, ma che vuol dire maturità? Significa che, secondo loro, la qualità suprema di un uomo è la dedizione che egli rivolge all’amata. Quindi l’uomo migliore è quello sposato, o almeno fidanzato da lungo tempo; magari con una persona che ella stima, tipo la migliore amica. Naturale che poi si arrivi al sangue. Il problema è lampante: giacché monopolizzano la risorsa naturale più preziosa e contesa al mondo, sono loro a decidere il se ed il quando, e a disporre della felicità maschile come meglio credono.

“Sa quelli che dicono che non si può vivere senza amore?! L'ossigeno è più importante!”

Da ciò si originano le trappole dell’amore, ben note anche agli antichi sapienti:

« Vai a donne? Non dimenticare la frusta! »
(Nietzsche Über Zei-jan poco dopo la trasformazione)

Con questo termine[8] si indica tutta quella serie di imbrogli, tranelli e colpi bassi tramite cui il gentil sesso sevizia la controparte. Sono circa infinito meno ventordici, dunque molte più di millemila e certo troppe per venire elencate in questa sede. Possono comunque riconoscersi facilmente per il loro schema complessivo, che si ripete sempre uguale da secoli:

  1. All’inizio la donna si finge (o si svela) una gran puttana.
  2. Man mano che il fesso cade in trappola, attratto dall’illusione di una conquista facile (non per forza ricca, ma facile), la via si fa più stretta e angusta, in misura calcolata sapientemente.
  3. Quando infine il tapino è ormai giunto sull’orlo della disperazione, lei, angelo misericordioso, accorre in suo aiuto concedendo l’immeritata ricompensa.
  4. Colmo di gratitudine, l’innamorato dimentica di aver davanti un mezzo cesso e la sposa.

Inizia così il declino fisico e mentale dell’individuo, il quale credeva di inseguire la libertà di scopare e si ritrova prigioniero di un calvario che terminerà solo con la morte. Sarebbe tuttavia riduttivo spiegare il gran numero di figli legittimi con la sola miopia indotta dagli ormoni. V’è anche un’altra causa fondamentale, che ha nome “terrore di una vecchiaia solitaria“. Un discorso di questo tipo richiede però un cinismo più spietato ed una misantropia più sprezzante; verrà quindi trattato nell’ultima parte del corso. Per adesso, è sufficiente che il lettore abbia interiorizzato appieno l’odio verso l’altro sesso: tanto basta per avanzare allo stadio successivo, dove si cominceranno finalmente ad esaminare questioni dai toni foscamente nichilistici.

Fase 4: La religione

“Mai una religione ha contenuto una verità, né direttamente né indirettamente, né come dogma né come similitudine. Perché tutte sono nate nella paura e nel bisogno.”

Cosa c’è di più ripugnante, schifoso, detestabile, orrendo della sozza religione? Cosa può essere più vergognoso della superstiziosa arroganza del credente? A cominciare dall’idea di un Dio più forte di Chuck Norris, che crea l’umanità perché possa avere il piacere e l’onore di obbedirgli, sempre non voglia partecipare ad un eterno Bunga Bunga nel girone dei Siffredi. Ci raccontano quanto Lui ci ami… Pensa se gli stavamo sul pistolino! E noi dovremmo amarlo a nostra volta, ovviamente in modo spontaneo e disinteressato. Però nessuno ancora ha mai visto una religione senza ricompense e punizioni.[9] Del resto, esse sono figlie dell’ignoranza, frutto della semplicità della testa, più che del cuore. Cosa pensare infatti di chi dice “Non bestemmiare!”, e poi a messa venera un dio pane? Non sarebbe più buono un dio Babà? Oppure un dio fagiolo, ricco di proteine vegetali. O magari anche un dio salume, farebbe faville! Potrebbe funzionare persino un dio torta alla panna con crauti, se solo si trovasse un abile profeta. Certo è che, se i cristiani leggessero la Bibbia, non se ne troverebbero molti in giro.

Non si riesce poi ad ignorare il risvolto terreno di queste credenze, perché esse in fondo non sono altro che strumenti di controllo mentale per conquistare il mondo. Approfittano delle paure spontanee della gente (come quella di cagarsi addosso, o che il mondo finisca il 21 dicembre 2012 con la definitiva approvazione dell’ultima riforma Gelmini) e ne instillano di nuove (tipo i numeri primi sexy o il Teorema della scimmia instancabile), al solo scopo di offrire poi il rimedio in cambio di una lauta ricompensa. Non esitano a plagiare le menti ingenue dei fanciulli, pur di assicurarsi il controllo di quelle, altrettanto ingenue, degli adulti. Né si fermano dinanzi a stragi e violenze. Perché senza religione gli uomini buoni avrebbero continuato a compiere azioni buone, e quelli malvagi a compiere azioni malvagie: ma nel far compiere azioni malvagie ad uomini buoni poteva riuscire solo la religione.

Fase 5: L'umanità

“Oh sì, il genere umano? Hanno dovuto installare toilettes automatiche nei bagni pubblici, perché non c'era da fidarsi che la gente tirasse la catena!”

Ed eccoci giunti infine all’ultimo gradino da ascendere per conquistare la meta: siete a un passo da una visione del mondo affrancata da futili illusioni consolatorie e capace di guardare alla realtà senza distorcerla.[10] È arrivato il momento di concludere il vostro cammino di elevazione interiore e venire a conoscenza della Verità suprema sull’Uomo e sul Mondo. Finora avete compreso che:

  • La gente è sommersa dalla follia di una società marcia.
  • La società insegue bersagli inconsistenti e inappaganti, perché la chiave della felicità è saldamente in mano alle donne e queste intendono farne cattivo uso.
  • Le donne sono vittime delle ideologie religiose imperanti, che le condizionano in modo subdolo.
  • La religione si origina dalla stoltezza della gente.

Tombola! È chiara adesso la questione? Non si riesce a trovare una soluzione ai problemi dell’umanità perché il problema è l’umanità stessa. Il diavolo deve essere davvero un grande ottimista se crede di poterla rendere peggiore di quel che già è. In verità, il miglior atteggiamento è di fondere nei confronti degli altri il sarcasmo dell'allegria con l'indulgenza del disprezzo. Ed infatti la cultura moderna ha prodotto l’arte astratta, per cancellare i volti delle persone, e l’animalismo, per ricordare quanto siano simili alle bestie.

Tutto questo accade perché la vita è una malattia sessuale che porta al decesso nel 100% dei casi, una diuturna battaglia per l'esistenza con la certezza della sconfitta finale, un lampo tra l’oscurità del nulla e quello della bara. Dei mali della vita ci si consola pensando alla morte, e della morte pensando ai mali della vita: una piacevole condizione! Forse la brevità di questo vagare insensato, tanto spesso lamentata, potrebbe essere quel che ha di meglio.[11]

A ciò si aggiunge l’ironico ghigno della sorte, mentre osserva la radice dei nostri guai: il cieco e sadico rito della nefasta procreazione. Porre termine alle sofferenze della specie appare semplice al cinico: basta cominciare cento bambini senza finirne neanche uno, per potersi macchiare di ogni crimine tranne quello di essere padre. In realtà, tutti sanno che per salvare Tal dei Tali da un’esistenza grama e da una fine certa è sufficiente non concepirlo; ma la gente comune si finge ignara. Ed il motivo è ovvio: dietro il tanto decantato amore verso i figli si celano parecchio egoismo, un po’ d’incoscienza ed un pizzico di crudeltà. È l’egoistica paura di schiattare in solitudine che spinge molti a sposare la prima che capita; e senza pensarci troppo sfornano trettro, ventordici, millanta innocenti, perché vadano incontro al destino dei padri. Così si protrae la stirpe degli uomini, condannati senza colpe a nascere per il capriccio di altri, vivere per abitudine e morire per caso.

Note

CIAO, ROSICONE! Se questo articolo ha offeso te o una categoria alla quale ti senti vicino, sappi che l'autore se ne rallegra, poiché era proprio questo l'intento, e il suo unico rammarico è non poter vedere la tua faccia contrita dal livore.
  1. ^ Supercazzola prematurata con scappellamento a destra come se fosse antani.
  2. ^ e oltre.
  3. ^ vedi truzzi, emo e altra robaccia.
  4. ^ quindi non tu.
  5. ^ per i pampini!
  6. ^ Questo manuale discrimina le donne, ovviamente.
  7. ^ Ve l‘avevo detto che questo è un manuale maschilista.
  8. ^ tre parole ed un segno paragrafematico, per i pignoli.
  9. ^ Proprio nessuna, neanche il Pastafarianesimo!
  10. ^ Non stiamo mica qui a gonfiare le bambole!
  11. ^ Forse. Per esserne sicuri, però, consultare Nonbooks:Vita: istruzioni per l'uso