Nonnotizie:Rambo Feltri e la strage di Utoya

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25 luglio 2011


Vittorio Feltri, colto nell'atto di intimorire Hannibal Lecter con la forza del solo sguardo. Lui sì che è uno con le palle!

Milano - Avete cercato di fuggire e mettervi in salvo da un pazzo, armato fino ai denti, che sembrava proprio intenzionato a farvi morire di morte decisamente violenta? Allora vergognatevi! Siete delle brutte persone! Delle persone orribili!
Infatti, come ci spiega il saggio Vittorio Feltri nel suo editoriale di oggi sul Giornale, in questi casi bisogna contare sul principio più antico ed efficace del mondo: “l'unione fa la forza.”
Eh sì, cari codardi di tutto il globo! Il direttore Feltri, dall'alto della sua solidissima esperienza in materia di stragi, sparatorie e battaglie di cuscini, si è dato la pena di illustrare ai sopravvissuti al massacro di Utoya, ma anche a tutti noi, che un giorno potremmo benissimo trovarci nel bel mezzo di una carneficina, come ci si comporta in situazioni del genere.

Il "metodo Feltri" funziona meglio con un gruppo di alleati-zombie. Tanto loro sono già morti...

Dunque, i proiettili fischiano da tutte le parti, i corpi cadono a decine e la vostra vita ha già iniziato a scorrervi davanti agli occhi come un bellissimo film in 3D.
Cosa fare? L'istinto vi suggerisce di scappare, poiché l'unica arma di difesa che avete a vostra disposizione è un cavatappi arrugginito. Non dategli retta! Non vorrete mica che Vittorione vi accusi di essere individui in cui “prevalgono l'egoismo e l'egotismo”...
No, inspirate profondamente, rilassatevi, fate anche un po' di stretching, se pensate che possa esservi d'aiuto.
Fatto? Bene.
Ora, se non siete stati crivellati da un miliardo di colpi, iniziate a razionalizzare, ragionate con lucidità su ciò che accade intorno a voi e approntate un piano di attacco. Il maniaco omicida, a meno che non si tratti di Terminator, è pur sempre umano, avrà i suoi punti deboli!
Raccogliete intorno a voi una valida schiera di alleati, riunitevi in cerchio e bisbigliatevi la strategia di attacco. Non serve un grande sforzo intellettuale, il piano suggerito dal direttore Feltri, frutto degli anni passati in Vietnam a fare a pezzi i musi gialli comunisti con il coltello tra i denti, è semplice e geniale: contare sulla forza del numero.
Vale a dire che dovete dargli tutti addosso, e gli eventuali forse nessuno sopravvissuti alle sventagliate di Kalashnikov, avranno gioco facile nel disarmare il folle assassino.
Astuto, vero? Se non ci fosse Vittorione, bisognerebbe inventarlo...
L'editoriale si chiude quindi con un'amara considerazione: i giovani laburisti morti nella strage, colpevoli, tra l'altro, di interessarsi così presto alla politica, (metti che poi sorge un Berlusconi norvegese? Ci dovrà mettere del bello e del buono per rincoglionirli tutti) sono anche un lampante esempio della viltà dell'uomo moderno, che non antepone più l'interesse del branco a quello dei singoli.
I ragazzi dovevano immolarsi per la causa, e far sì che due-tre di loro o forse manco uno, quelli così intelligenti da nascondersi dietro ai prodi kamikaze feltriani, sopravvivessero alla mattanza.
Certo, c'è l'annosa questione “chi vive e chi muore”, facilmente risolvibile, però, con una conta o un torneo di morra cinese.
Se Feltri fosse stato operativo ai tempi dell'olocausto, gli ebrei sarebbero stati (quasi) tutti a divertirsi in Costa Smeralda! Un pugno di nazisti poteva ben essere sopraffatto dalla forza del numero!
Quindi ricorda, popolo bue, gli interessi del branco sopra ai singoli, gli interessi di Berlusconi sopra ad ogni cosa, ed in caso di strage omicida, niente panico da checche!
Esponete il petto al fuoco nemico con orgoglio virile, al grido di: “meno male che Silvio c'è!”
Vittorio Feltri sarà orgoglioso di voi.

Fonti

Questa è una notizia in latrina, sgamata come una delle notizie meno ruffiane evacuate dalla comunità.
È stata punita come tale il giorno 5 febbraio 2012 con 90% di voti (su 10).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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