Il commissario Montalbano

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(Rimpallato da Montalbano)
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La verità nascosta nel nome.
« Montalbano sono! »
(Montalbano in ogni occasione)
« E sti cazzi! »
(Risposta all'esclamazione di Montalbano)
« Sto mangiando la pasta coi broccoli, chi è che rompe?? »
(Montalbano al telefono, dall'altra parte c'è il ministro dell'interno.)

Il commissario Montalbano è una fiction RAI neorealista, poliziesca e socioantropologica liberamente tratta dall'omonima serie di libri di Andrea Camilleri, che nessuno si è mai preso il fastidio di leggere perché tanto poi vengono adattati per la televisione.

Personaggi

Che uomo!

Salvo Montalbano

L'emblema della virilità siciliana, Salvo Montalbano è nato e cresciuto a Figata, il paesino dov'è ambientata la saga, e fin da piccolo s'è dimostrato ligio al dovere, alla legge e alla figa. Durante gli anni scolastici si occupava di controllare che la classe di comportasse bene in assenza del docente, di pestare i bulli e di sequestrare la marijuana ai suoi compagni meno assennati, per poi fumarsela in compagnia di qualche gnocca. Compiuti i 18 anni decide di arruolarsi nell'arma di Polizia e fa una carriera fulminante: resterà commissario e quarantenne per l'eternità. Soffre di frequentissime crisi d'identità, perciò esclama continuamente e senza un'apparente ragione "Montalbano sono!", per ricordare a sé stesso il suo nome.
Non c'è altro da aggiungere, se non che è scampato a un paio di attentati, ama bere caffè insieme a Bernardo Provenzano nella sua villa, è andato a letto con qualche dozzina di donne, ha risolto un centinaio di casi e ha la continua sfiga di essere chiamato al telefono ogni sacrosanta volta che si mette a tavola per mangiare la spaghettata, che è sempre la stessa visto che non riesce mai a iniziarla.

Mimì Uccello

Il vice di Montalbano era un grande playboy, prima di infognarsi in un matrimonio con una donna brutta e acida (a sua discolpa bisogna però precisare che nei libri è una topa pazzesca). Farà un figlio e lo chiamerà Salvo, perché è scassacazzo come il suo superiore.

Giuseppe Fazio

Il poliziotto più efficiente del mondo, l'unico che capisce sempre gli ordini del commissario, e li porta a compimento con indiscutibile bravura. Non è chiaro esattamente se sia lui ad essere eccezionalmente bravo o gli altri eccezionalmente deficienti, ad ogni modo il confronto lascia qualche dubbio sul sistema di reclutamento dei poliziotti nelle caserme del paese. Nei libri è un agente vecchio ed esperto, nella fiction è un ragazzino che per darsi un tono gira con la giacchetta di pelle; d'altronde si sa, in Sicilia fa freschino senza la giacchetta di pelle. Prova piacere nell'imparare a memoria alberi genealogici di chiunque e poi recitarli a chiunque lo stia ad ascoltare.

Agatino Cacarella

Considerato da tutti un imbecille e per questo messo a rispondere al telefono del commissariato, in realtà finge, per potersi guadagnare lo stipendio da poliziotto senza rischiare la pelle. L'unico indizio che rivela la sua intelligenza superiore è la sua abilità con il computer, infatti è attualmente amministratore di Nonciclopedia. È il simbolo dei pulotti di tutto il nostro bel paese. A lui sono dedicate le barzellette sulle varie forze armate; pare infatti che vi sia un Cacarella in ogni caserma. Per chi abbia mai visto un episodio de "Il commissario Montalbano" non può che saltare agli occhi il modo proverbiale in cui Cacarella è stato addestrato per l'irruzione nell'ufficio di Montalbano, o la sua inarrestabile chiarezza di pensiero nel ricordare date, nomi, fatti e nel riportarli con dovizia di particolari. Pare che sia in produzione uno spin-off in cui Cacarella riveste il ruolo di coreografo delle Frecce Tricolori.

Livia Burlando

La fidanzata di Montalbano, abita a Genova e ama telefonarlo alle ore più improbabili della notte. Per questo molti ipotizzano che in realtà lavori in un call center, o più probabilmente in una hotline telefonica.

Il dottor Pasquano

Medico legale a cui Montalbano ama scassare i cabbasisi. Per vendicarsi Pasquano ricorda sempre al commissario quanto sia vecchio e rincoglionito, pur essendo in realtà almeno una decina di anni più anziano di lui. È scorbutico, tranne quando lo si trova al circolo a giocare a carte, nel qual caso mantiene semplicemente un irascibile strafottenza nei confronti di Montalbano, il quale vuole sempre farlo lavorare. Pasquano non sa mai cosa rispondere a Montalbano perché ha perso le chiavi dello studio e non riesce a ricordare dove le ha lasciate; così per evitare di farsi cogliere sul fatto dall'infallibile lince di Figàta anticipa Montalbano e si fa immancabilmente trovare fuori dallo studio e inventa sempre le cause della morte del malcapitato di turno.

Ingrid Sjostrom

Giovane e bella svedese addetta al reparto materassi dell'IKEA, ogni volta che compare la vorrebbe dare a Montalbano, ma lui rifiuta sempre. Ama guidare belle macchine, in paese è considerata da tutti una poco di buono solo perché fa felici molti uomini oltre al marito e non sa pronunciare la parola "mànnara".

Questore Bonetti-Alderighi

Il superiore di Montalbano. Leghista, è convinto che Montalbano sia uno stronzo. La sua capigliatura ricorda una cagata di cane.[1]

I nemici

Nelle storie di Montalbano i principali cattivi sono due famiglie mafiose, i Sinagra e i Cuffaro. Questi mafiosi non solo non vengono mai presi, come pure è normale, ma neanche vengono mai cercati. Inoltre il vecchio padrino dei Sinagra è un grande amico di Montalbano, che invita spesso nella sua mega-villa in stile hollywoodiano. In realtà, ogni volta che Montalbano varca il cancello della villa ritorna preda della sua crisi d'identità e si dimentica completamente di essere un commissario di polizia, e quindi trova assolutamente naturale fare una chiacchieratina con un sanguinario boss di Cosa Nostra.[2] D'altro canto anche il boss si dimentica del suo ruolo di cattivo e omertoso capo clan e così tra un vistoso tremito di Parkinson e l'altro ricorda assieme a Montalbano i bei tempi andati aiutandolo immancabilmente a compiere il suo dovere. Per questo "sentimentalismo del boss", grave patologia che sopraggiunge in tutti i boss malavitosi oltre l'ottantina, nella realtà i giovani picciotti uccidono i boss al compimento dell'ottantesimo anno d'età, rendendo così ardue agli inquirenti le indagini.

Le donne

Da autentico esempio di bellezza virile qual è, Montalbano si ritrova al fianco almeno una bella figa in ogni indagine che affronta. Anche quando il caso riguarda un traffico illegale di escrementi equini, c'è sempre una bella stalliera pronta a dire tutto quello che sa al nostro eroe. E stranamente trovano tutte sconveniente recarsi da sole in commissariato, perciò chiedono un passaggio in auto a un uomo che neanche conoscono e vanno a casa sua dove possono aprirsi liberamente. Nonostante ciò, il nostro eroe è un uomo tutto d'un pezzo, e continua a rimanere con la già citata Livia, che pure dovrebbe farsi qualche domanda su come possa il suo uomo sopportare la solitudine. Evidentemente non gli dice niente perché ha la coscienza sporca anche lei.

La casa

Sì, il commissario Montalbano possiede una seconda casa sul lago di Comabbio

Dopo la solita, durissima, estenuante mezz'ora quotidiana di lavoro, passata per lo più a cazziare il vice e gli altri agenti, il commissario Montalbano si gode il suo meritato riposo nella sua accogliente magione. Qui passa la maggior parte del suo tempo a sfondarsi di parmigiana e caponata, a nuotare per ore al largo, a trombare studentesse ninfomani mentre è al telefono (a meno che non l'abbia staccato per evitare chiamate indesiderate da Livia). Questa vita dura e sregolata lo porta a sentirsi un figo, tant'è che, un giorno in cui si sentiva particolarmente figo, si è costruito una bella villazza abusiva sulla spiaggia, dichiarandola come rimessa del canotto gonfiabile, salvo chiedere ed ottenere successivamente il condono grazie ad un suo carissimo amico, Vito Ciancimino. L'unico problema è che spesso c'è gente che gli entra dentro casa per farsi uno spuntino e una doccia.

Il metodo investigativo

"Il commissario Rex ha fiuto quanto il commissario Montalbano ha culo"; questa massima racchiude le qualità investigative ufficiali di Montalbano, ma esiste una verità segreta che nessuno potrebbe mai sospettare: Montalbano ha capacità extrasensoriali con le quali - esclusivamente dalla terrazza abusiva da cui finge di parlare al telefono o ammirare le gnocche - riesce a scoprire i fatti e i misfatti che gli permettono di vincere ogni volta la coppa del nonno come miglior commissario non cane.

A volte capita che la terrazza extrasensoriale è inutilizzabile (per grandinata, nevicata, mareggiata o rave party abusivo) e in quei rari momenti il commissario piange di nascosto ogni lacrima di caffè che in precedenza ha bevuto: senza poter girovagare per la terrazza i suoi poteri paranormali sono infatti nulli, e i malfattori sono liberi di delinquere a go-go senza temere d'esser scoperti in alcun modo.

Questa è la verità, ma nessuno - a parte chi legge Nonciclopedia - ci potrebbe mai credere.

Voci correlate

Note

  1. ^ Alano.
  2. ^ Questa motivazione è stata usata anche dalla difesa di Giulio Andreotti durante il suo processo, prima che intervenisse la prescrizione.


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