Minestrina
La minestrina, conosciuta anche come pastina, è una delle specialità gastronomiche più diffuse nel mondo. Ciò è dovuto principalmente a tre fattori:
- facilità nella preparazione;
- pochi soldi a disposizione;
- poco tempo a disposizione.
I bambini di tutto il pianeta la chiamano nguèèèèèèè, che nel loro linguaggio significa: maledetta sbobba fumante che non può essere minimamente paragonata alla carbonara. Alcuni di loro, quelli particolarmente polemici, aggiungono anche "ngh... ngh... nguèèèèè, nguè", che possiamo tradurre in: "Puttana Eva! Se invece che a Bolzano fossi nato a Palermo, a quest'ora nel piatto ci sarebbero le melanzane alla parmigiana. Che sfiga però!".
Quello di cui tutti sono consapevoli è che la minestrina non è una pietanza, bensì una forzata esigenza. Nessuno sceglie volontariamente di prepararla e mangiarla, si è "disgraziatamente costretti a farlo". Eppure, come per tutte le cose, esistono le voci fuori dal coro e allora, nel corso della vita, un uomo potrebbe trovarsi di fronte un'estimatrice della pastina in brodo. L'importante è non sposarla.
I motivi del suo successo
È una pietanza che accompagna l'uomo per tutta la vita.
- Il bambino la mangia spesso, ogni volta che sua madre ha fretta di sfamarlo. La donna è ancora giovane e con gli ormoni in subbuglio, quindi è normale che non voglia perdere tempo in attività superflue e correre invece a fare sesso col marito. Che poi è il padre del bambino stesso[1].
- Allo studente fuori sede può capitare, specie quando si accorge che sul foglio Spese.xls c'è uno squilibrio, tragicamente evidente, tra gli importi nelle colonne "Birra" e "Cibo"; contesa peraltro risoltasi a netto appannaggio della prima. A quel punto, non gli resta che consultare qualche forum e scoprire che c'è un solo modo per sopravvivere: per cena la minestrina, poi uscita per sbronzarsi come al solito.
- Di fronte all'uomo appena sposato compare raramente. Sua moglie tende a cucinare molto e in modo sofisticato, col fine di cancellargli la figura materna dalla testa. Con l'arrivo di un figlio però la pastina tornerà in auge. Le sue Capesante al finocchio con salsa al mandarino, piatto col quale lo chef Vergé si aggiudicò nel '79 la Terza Stella, saranno sostituite dalle Stelline.
- Dopo qualche anno di matrimonio è la protagonista indiscussa del menù settimanale. La donna ha poco tempo per preparare altro, le cause più comuni sono: il lavoro (21%), badare ai figli (18%), shopping con le amiche (15%), cornificare il marito (quello che rimane %).
- Per l'anziano rappresenta l'unica forma di sostentamento, i motivi sono sempre gli stessi: la dentiera che si smuove e impedisce di addentare qualcos'altro; l'Alzheimer che gli ha cancellato il resto del ricettario mnemonico; la pensione ridicola[2].
I vari tipi
Il numero delle pastine in commercio è di poco inferiore a quello delle partner avute da Rocco Siffredi, elencarle richiederebbe più tempo che imbiancare tutte le case di Santorini. Ci soffermeremo quindi sulle più diffuse e conosciute.
- La serie "Tradizioni italiane" comprende, tra gli altri, i Filini (che nello stomaco causano il temuto "effetto palla", simile a quella di pelo nei gatti) e i Gobetti (che al pari degli Juventini sono difficili da digerire).
- Nella serie "Internescional" spiccano le Ebreette (ottime cucinate nel forno a gas) e le Plutonielle (fatte con grano proveniente dall'Ucraina).
- Le Lancette sono apprezzate da tutti i bambini, altri formati spaccano invece la clientela: le Farfalline piacciono soprattutto ai maschietti; i Ditalini mandano letteralmente in estasi le femminucce.
- La serie "Astrolabio", la più numerosa, annovera tra le sue fila: le Stelline (per le quali, a causa delle punte, è consigliato assumere un protettore per lo stomaco) e i Pulviscoli (buoni da sniffare e per l'aerosol).
- In un crescendo rossiniano troviamo invece: Sabbiolina, Tempestine, Puntine, Risi e Risoni; responsabili in misura diversa[citazione necessaria] della mancata crescita di Renato Brunetta.
Per ultime, non certo in ordine di importanza, è doveroso citare le Sorprese (spesso non presenti nella scatola) e la Gramigna (il cui nome rappresenta uno dei grandi misteri irrisolti).
Ingredienti e preparazione
- Difficoltà: per deficienti.
- Tempo di cottura: maremma impestata è già scotta!
- Ingredienti (1 persona): 30 litri d'acqua, 20 kg di pastina; 1 dado;
1 bullone,1 formaggino[3]. - Preparazione:
- mettete l'acqua sul fuoco, non troppa altrimenti la fiamma si spegne ed è difficile andare avanti;
- sciogliete il dado nell'acqua, se ne avete preso uno d'acciaio siete andati oltre il cretino consentito;
- quando l'acqua bolle gettate la minestrina, possibilmente stando attenti ai passanti;
- una volta scaduto il tempo di cottura, normalmente 3-4 minuti, mettete l'ammasso informe in un piatto;
- sciogliete il formaggino nella sbobba, altrimenti non la mangia nemmeno il cane;
- insaporite ulteriormente aggiungendo un po' di forfora del coinquilino.
Ricette dal mondo
La minestrina è un piatto versatile, che offre ampia possibilità di cimentarsi in esperimenti arditi e farla franca, perché i bambini non possiedono l'età legale per sporgere denuncia.
Perfino alcuni grandi chef internazionali, di cui faremo il nome affinché il loro operato non resti impunito, annoverano nei loro libri di cucina ricette con pastine.
- Cuoricini al brie e fragole, di Gualtiero Marchesi. Un sorprendente connubio di aromi fruttati e colesterolo, servito in un piatto con scritto sui bordi "spaghetti e cannelloni", col subdolo fine di instillare nell'avventore l'illusione di mangiare.
- Quadretti all'uovo con pachino, ricotta e cicoria, di Suor Germana. Una ricetta che unisce tradizione italiana e perfidia; usata dalla malefica pinguina per punire i discoli del suo orfanotrofio.
- Puntine alla composta di lamponi e isotopi di bario, di Ferran Adrià. Grazie a questa ricetta, il vate della gastronomia molecolare ha guadagnato notorietà in tutto il mondo, superando Luis Macedo nella lista dei dieci criminali più ricercati dall'FBI.
- Risi con carote e patate, di Antonella Clerici. Una ricetta semplice, che allo stesso tempo garantisce gusto e forti dolori al basso addome. Proposta durante una puntata de La prova del cuoco, ha guadagnato immediatamente il favore della Caritas.
- Œuf à la coque en pastìn, di Paul Bocuse. Questa sontuosa pietanza[citazione necessaria], ideata da uno dei più grandi interpreti della cucina francese, è ancora oggi servita da Maxim's a Parigi, per soli 175 euro a porzione.
- Ditalini al vapore, di Takeshi Kitano. Il grande attore e regista giapponese, famoso anche come pittore e scultore, svela con questa eccellenza gastronomica le sue insospettabili doti da cuoco. È opinione diffusa che la Yakuza avrebbe dovuto levarcelo dalle palle da tempo, oramai è tardi.
Note
Voci correlate
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