Metropolitana di Napoli

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Il sistema merdopolitano di Napoli è un sistema di trasporto fortemente disfunzionale basato su un ottovolante che attraversa tutto il centro urbano con una frequenza variabile tra i 15 minuti e mai. Per raggiungere la merdopolitana è possibile usare diverse linee di autobus esistenti solo sulla carta e tre linee tramviarie che passano solamente nel tempo rimanente tra la pausa caffè delle 11.59 e la pausa pranzo delle 12.00. Insomma uno dei sistemi con le migliori frequenze in Italia.

L’ANM in poche parole

Storia

Genesi

Il 13 agosto 1965 fu affidato all’ufficio trasporti del comune di Napoli l’incarico di redigere il progetto di una nuova linea metropolitana. Sfiga vuole che quel giorno fossero tutti assenti causa malattia. Tutti, eccetto l’ultimo arrivato: un dipendete cacciato dall’ufficio provinciale caccia e pesca, che avendo rinunciato alle dimissioni, si era ritrovato a lavorare nel comune di Napoli.

Dato il forte caldo estivo, che non gli permetteva un'adeguata concentrazione, decise di risolvere la faccenda il più velocemente possibile. Prese un pastello giallo e una mappa di Napoli e tracciò un anello con tanto di curve e spirali così che i passeggeri potessero divertirsi nel viaggio. Finì giusto in tempo per la pausa pranzo delle 12 così da potersi godere il pomeriggio al mare.

Tornati dalle ferie malattia i colleghi rimasero interdetti dal progetto presentato, ma ormai questo era sotto la valutazione dei superiori e poi… sia mai che lavoriamo due volte, già una è tanto!

Fu così che il progetto dell’ottovolante prese forma trasformandosi a poco a poco in una vera e propria linea metropolitana. Si decise di metterla sotto terra, almeno nel centro cittadino, (in principio doveva essere sospesa fra i vicoli di Spaccanapoli ma purtroppo la soprintendenza ebbe da ridire) e si decise l’acquisto di veri propri treni e non dei bruchi mela come all’inizio era stato previsto. Ripercorriamo questo passaggio con il dipendente che seguì il progetto.

“Si, ecco, andando avanti ci siamo resi conto che alcune scelte progettuali, per quanto innovative, non potessero essere capite a pieno dalla cittadinanza e quindi abbiamo deciso di ritornare sui nostri passi.” Checco Zalone, ora assistente della ricercatrice Valeria Nobili in Norvegia

Cominciano i lavori

Gli scavi veri e propri iniziarono negli anni ‘70 ma vennero presto interrotti a causa del terremoto dell’Irpinia. l’intervento dell'ingegner Cane fu vitale per salvare la situazione: la scarsa risposta al sisma era data dal fatto che all’interno del rivestimento della galleria qualche cretino[1] aveva inserito dei tondini di acciaio. Il nuovo direttore dei lavori, ingegner Cane appunto, fece così togliere tutti quei pezzi di acciaio che erano stati inutilmente inseriti che vennero così venduti permettendo l’acquisto del calcestruzzo necessario per il completamento dell’opera.

Nel 1993 entra in funzione il primo tratto di metropolitana, si trattava di quello che collegava la zona di Scampia con il Vomero. L’idea era quella di riuscire a fornire un rapido collegamento fra la zona più abbiente della città con le piazze di spaccio di Scampia rimediando, in parte, al danno che la Camorra aveva subito con "lo scandalo dell’acciaio".

La nuova linea 6

Parallelamente Napoli si trovò essere fra le città selezionate per ospitare i campionati di Italia ‘90. Subito ci si accorse che lo stadio era escluso dalla costruenda linea di metropolitana. Fu quindi chiamato ormai celeberrimo ingegner Cane. La sua proposta fu quanto mai azzeccata: una nuova tramvia sotterranea! L’idea di collocare la nuova infrastruttura sottoterra era legata al fatto di poter raffrescare i tifosi accaldati dai bagni di folla durante le partite grazie all’inerzia termica del terreno.

I lavori cominciarono speditamente. In questo caso si sperimentò una nuova tecnologia per il rivestimento delle gallerie basate sull’utilizzo della terra cruda. Il processo costruttivo veniva quindi velocizzato attraverso l’utilizzo di elementi prefabbricati che, una volta essiccati al sole di Napoli, venivano collocati nella galleria. Anche in questo caso però i lavori subirono dei rallentamenti a causa del collasso della galleria che provocò danni strutturali a un edificio sovrastante causando diversi morti.

Attraverso un’analisi da parte della procura si riscontrò anche in questo caso la presenza di acciaio all’interno del rivestimento in terra cruda. Partì molto speditamente un processo, la colpa dell’inserimento degli elementi di acciaio all’interno degli elementi prefabbricati fu imputata al direttore lavori e progettista in combutta con il general contractor ”Noi Costruire”.[2]

La linea nel XXI secolo

Con l’arresto del ormai celeberrimo direttore lavori i cantieri rallentarono ulteriormente, non solo ci si ostinò a inserire tondini di acciaio all’interno dei rivestimenti, ma vennero “rinvenuti”[3], soprattutto nelle zone centrali della città, numerosi resti archeologici, che anziché essere distrutti, come si era soliti fare, venivano conservati in collaborazione con la soprintendenza.

“Noi della soprintendenza ci siamo subito accertati dell’entità dei beni rinvenuti nel sito dello scavo della Metropolitana di Napoli. Ci siamo fin da subito accorti dell’inestimabile valore storico-culturale che avevamo dinanzi a noi. Abbiamo effettuato un lavoro di recupero basato principalmente sull’individuazione del bene, il suo catalogamento e quindi l’apposizione del vincolo. Grazie a questo vincolo il bene non potrà essere in alcun modo alterato e quindi anche le lavorazioni in relazione alla realizzazione del sistema di trasporto di massa dovranno sottostare a questa nostra decisione”.[4] Marialice Gargiuolo, direttrice della soprintendenza di Napoli

Malgrado le problematiche relative ai rinvenimenti archeologici, grazie a nuovi finanziamenti elargiti dai burocrati di Bruxelles, fu possibile aprire nuove tratte. Nel 2001 la metro raggiunge piazza Dante; nel 2007 viene aperta la linea 6 tra Mostra e Mergellina ed infine nel 2013 la linea 1 raggiunge la stazione Centrale.

Nello stesso anno la linea 6 viene nuovamente chiusa. Infatti i conci di terra cruda si rivelarono essere particolarmente inadatti all’utilizzo nel sottosuolo. A causa dell’umidità presente questi si degradarono, unito poi al processo di ossidazione legato ai ferri di armatura posti all’interno dei conci, la resistenza di questi elementi era ormai pressoché nulla. Fu necessaria un’operazione chirurgica mediante appositi macchinari FIAT Panda per sostituire questi elementi con altri in calcestruzzo senza far crollare l’intera volta. Si spera che nel corso di quest’estate[5] possa essere restituita alla collettività.

Caratteristiche della rete

Napoli conta ben 10 linee di metropolitana. Subito ogni buon polentone che si rispetti penserà "Uè guagliò sti qua mi vogliono fottere!" Beh, è così… La politica fin da subito si attestò il merito dell'impresa. Fu in particolare il governatore Vincenzo De Luca a far notare come Napoli avesse una rete ben più vasta rispetto alle città nordiche.

"Sono stufo che le città del nord ci guardino dall'alto al basso per la nostra metropolitana, da oggi tutti si dovranno inchinare di fronte a Napoli e alla grandezza e la possenza della sua rete di trasporto pubblico, perché in Campania la metropolitana ce l'ho portata io! Prima la gente si muoveva a piedi per le strade di Napoli, si perdeva per i vicoli e arrivava al lavoro giusto in tempo per tornare a casa. Ecco perché tutto il mondo ci considerava dei quaquaraquà.” Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, intervistato a Fratelli di Crozza nel 20/09/2019

Facciamo una breve rassegna di tutte le linee di trasporto della città:

  • Linea 1: fantomatico ottovolante non ancora terminato. (per saperne di più leggere la sezione storia).
  • Linea 2: linea ferroviaria che viene spacciata come metro. Ci circolano dei normali treni regionali a cui hanno tolto alcuni sedili per rendere credibile il fatto di essere sulla metro. Sarò onesto: mi fanno pena! Non voglio infierire!
  • Linea 3: varco spazio temporale che in un tempo pari a...troppo ti permette di raggiungere san Giorgio a Cremano. Fidatevi se non siete del luogo non andateci. Ovviamente non è una metropolitana.
  • Linea 4-5: la Circumflegrea e la Cumana, il modo più lento e straziante di raggiungere Pozzuoli. Prima di viaggiarci credevo che Napoli e Pozzuoli fossero vicine, ora penso sia solo una credenza popolare. Quasi dimenticavo… non è una metropolitana.
  • Linea 6: ooh, finalmente qualcosa che sembra una metro. Ovviamente non la puoi prendere: è chiusa!
  • Linea 7: un anello ferroviario che collega il nulla con il nulla. Ovviamente sarà quello con più passeggeri dell’intera rete quando lo finiranno nel 2417. Eeh si… non è una metropolitana.
  • Linea 9-12-13-14: Linea ferroviaria entrata nella leggenda a causa dei suoi disagi. Non è una metropolitana.
  • Linea 11: una metropolitana extraurbana, in poche parole un ossimoro vivente. L’unico scopo di questa linea è spiegare come non costruire una linea di trasporto pubblico.

Materiale Rotabile

Caratteristiche materiale rotabile

Non c’ho voglia di scrivere questa parte! Vi basti sapere che i treni acquistati negli anni '90 vengono ripetutamente divisi per fare in modo di avere più treni in servizio, mentre i treni più moderni vanno a fuoco a ogni corsa prova.

Acquisto dei nuovi convogli

Per aumentare la frequenza, si è reso necessario l'acquisto di nuovi treni per le linee 1 e 6. Per la linea 1 si optò per i convogli "CAF Inneo" della casa costruttrice spagnola. Il primo esemplare è arrivato a Napoli nel 2020 ma entrò in servizio solo nel 2022 a causa di fenomeni di autocombustione avvenuti durante le diverse corse prova effettuate.

“Nos habíamos esforzado mucho en la realización de los nuevos trenes para el metro de Nápoles. La parte más difícil fue la programación del software; teníamos que hacer que el tren pudiera convencerse de que operar dentro del metro napolitano podría ser una buena perspectiva de uso. Desafortunadamente, nada salió como estaba previsto, los trenes estaban convencidos de operar en Nápoles pero no dentro del metro y, por lo tanto, en el primer viaje se autodestruían. Afortunadamente, ahora todo está resuelto.” (Ciro Esposito, Direttore CAF Bilbao).

Per la linea 6, si optò per una fornitura da parte dell’Hitachi Railway Corporation Gallifrey, la stessa che progettò in modo egregio gli "Hitachi Rock". Per quanto riguarda la linea 6 la fornitura non fu molto fortunata: al momento di calarli nei tunnel della metro ci si accorse che i treni erano troppo larghi! Era stato commesso un gravissimo errore di progettazione: i treni erano compatibili con uno scartamento alieno di 12346,567890 mm e non il classico 1435 mm! Il comune di Napoli ha quindi dovuto rinunciare al progetto di aumentare la frequenza della linea 6 da una a due volte ogni morte di papa. Si dovrà aspettare la fantomatica costruzione di un deposito livello terreno dove poter sostituire i carrelli.

Curisiotà

  • All’interno della linea 1 sono ancora conservati 4 tondini ⲫ28 rimasti. Uno si trova nella stazione di Dante, due fra Vanvitelli e Quattro Giornate e l’ultimo sul viadotto a Piscinola. Nel tempo questi hanno creato delle vistose fessure.
  • Si narra che all’interno del carcere di Poggioreale, dal ‘73 l’ingegner Cane, ogni giorno, prepari il caffè a un certo Don Raffaè usando una ricetta precisa di mammà.
  • Prima o poi la metro di Napoli sarà terminata.

Note

  1. ^ Ovviamente dietro c’era la camorra che aveva la necessità di gonfiare i prezzi dell’opera. Ingegner Cane contro la Mafia.
  2. ^ In realtà, si dice che in realtà dietro ci fosse la Camorra. Me lo ha detto mio cuggino!
  3. ^ Nel senso che qualcuno ce li ha ficcati: ficcatori di resti archeologici… solo su Rieducetional Channel!
  4. ^ Per chi come me fosse ingegnere e faticasse a capire gli architetti è semplice: non se po’ fa più un cazzo.
  5. ^ Non si specifica di quale anno.