Reinhold Messner

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(Rimpallato da Messner)
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Disambiguazione – Magari hai fumato troppo. Se cercavi il Signor Messenger, vedi MSN Messenger.
Messner mentre declama l'ennesimo marchettone per l'acqua Levissima.
« Altissima, Purissima, Leviss... PUTTANA EVA! »
(Reinhold Messner su bottiglia che gli scappa di mano sull'Everest e rotola giù a fondovalle)
« Dai amore, pettinati la faccia e usciamo! »
(La madre del piccolo Messner prima di accompagnarlo a scuola)

Reinhold Schutzstaffel Messner è il miglior alpinista di sempre, almeno secondo mio cuggino che una volta ci ha fatto una foto insieme. Sulla cima del K2.
Messner vanta numerosi record: è stato il primo a scalare l'Everest senza bombole di ossigeno, il primo ad attraversare il Deserto del Gobi senza crema solare e il primo a fermarsi a dormire in una piazzola di sosta del Meridione senza che gli ciulassero le ruote della macchina.
Nel 1970 tenta un'impresa quasi impossibile: sbrinare il freezer. Chiusosi per errore all'interno, per sopravvivere è costretto a mangiarsi l'imbottitura dello zaino e le dita dei piedi.

Prime scalate

Le sorelle di Reinhold, le gemelle Messner.

Nato a Bressanone col nome di Rinaldo Messanera in un'umile famiglia di immigrati siracusani, per farsi accettare nella ristretta cerchia di scalatori tedeschi adotta lo pseudonimo che lo renderà celebre. La passione di Messner per la montagna (e per il vin brulé, a detta degli Alcolisti Anonimi di Bolzano) è coinvolgente e nel corso degli anni sono molti i parenti che lo accompagnano nelle sue uscite:

Recentemente Messner ha proposto al figlio Hans di seguirlo nell'ennesima scalata, ricevendo però come risposta un inspiegabile:

« Attaccati al cazzo! »

Imprese

Reinhold Messner, completamente ibernato dopo la drammatica salita sul Shisha Pangma, viene messo al sole nella speranza che si scongeli.

Messner è fautore di un modo non invasivo di affrontare le scalate, che è stato ribattezzato dagli esperti stile alpino o anche stile da pirla perché non prevede l'uso di bombole, corde, moschetti, scarponi, giubbotti, coperte, tende, provviste e altri dannosi ritrovati tecnologici.
Attualmente Messner è l'unico grande promulgatore di questo stile alpinistico, dopo le tragiche dipartite dell'austriaco Buhl, salito sui picchi del Nepal in sandali e canottiera, e dello svizzero Loretan, logorato da una dieta a base di neve e aria.

Nel 1975 realizza una doppietta storica: raggiunge la vetta del Gasherbrum I, l'undicesima vetta più alta al mondo, portando sulle spalle il compagno Peter Habeler, che ha un'unghia scheggiata. Nell'occasione diventa anche il primo uomo a venir colto da ernia da sforzo su una cima di ottomila metri: l'ambulanza arriverà con un po' di ritardo.
Tre anni dopo la coppia Messner-Habeler si ripete, scalando l'Everest: la credibilità della prova viene però inficiata quando nel marsupio dei due vengono ritrovati due biglietti della funivia. Messner risponde ai detrattori picchiandoli in testa con una bottiglia di acqua minerale da due litri.

Negli anni seguenti Reinhold Messner fa sue le più importanti vette mondiali, tra cui il Shisha Pangma, l'Etna, le Dolomiti e l'impervia Montagna del sapone. Contemporaneamente amplia i suoi orizzonti: nel 1990, avendo mezz'oretta libera nel pomeriggio, attraversa l'Antartide camminando sulle mani e fischiettando Per un pugno di crauti, noto motivetto orrendo di origine trentina.

Vita privata

Negli anni '90 abbandona l'attività di scalatore per convolare a nozze con uno sherpa, spiare le coppiette appartate nei boschi del Trentino Alto Adige e firmare libri scritti da altri.
La vita da pensionato gli va però stretta: Messner brama l'avventura, l'adrenalina, il pericolo estremo. Per questo nel 2004 diventa parlamentare nei Verdi, ma viene cacciato dopo il primo intervento, in cui si schiera a favore della caccia al panda e dell'introduzione della carne di renna nelle mense delle scuole italiane.

Libri

  • La montagna nuda e l'alpinista guardone (1978)
  • Ghiaccio nelle mutande (1982)
  • Mi son dimenticato il cellulare in cima all'Everest (1986)
  • I cinquantasette percorsi inaccessibili di Monte Sdrucciolo (1998)
  • La prossima estate andiamo al mare (2003)