Macchina della verità

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Una macchina della verità in funzione in un qualsiasi commissariato americano.



La Macchina della verità è un marchingegno utilizzato per distinguere la verità dal falso durante un indagine criminale. Non può essere usato invece per fabbricare la verità[1].

Impiego

Come noto la verità non esiste[2], quindi la macchina della verità non trova alcuna applicazione ragionevole o scientifica, mentre invece ne trova molte di irragionevoli e fantasiose nel sistema giudiziario americano. Negli USA infatti il test della verità, al pari della testimonianza resa giurando sulla Bibbia, è ritenuta una prova attendibile dalle giurie, composte per lo più da bifolchi puritani determinati a fare giustizia, infliggendo il massimo della pena all'imputato, colpevole o meno che sia, a nessuno importa. L'importante è che il negro vada al gabbio e che sia difeso l'ottavo comandamento di nostro Signore: Non dire falsa testimonianza. Dio benedica l'America.

Storia

La prima macchina della verità fu di tipo elettromeccanico, e fu messa a punto da uno studente di Harvard che coltivava da tempo il sogno di vedere la verità nella sua più nobile essenza, ovvero sapere se la sua fidanzata avesse orgasmi veri. Dopo aver riempito la ragazza di cavi, elettrodi e sonde anali il solerte studente scoprì una grande verità sulle donne: se sottoposte a scariche elettriche muoiono. Ma la morte di lei non fu vana, perché dai risultati dell'esperimento lo studente riuscì, dopo mesi passati rinchiuso in casa, a perfezionare la macchina della verità rendendola non letale, e questo lo riempì di gratificazione e di autocompiacimento, nonostante fosse rimasto senza gnocca. Fu così che si generò il primo nerd. Un altro grande trionfo per la scienza.

Tuttavia, la storia della macchina della verità cominciò molto prima dell'era scientifica. Già nell'antica Roma esisteva una rudimentale quanto non meno efficace macchina della verità. Si trattava in effetti di un imbuto, che funzionava nel seguente modo:

  1. Il soggetto da interrogare veniva posizionato su una sedia
  2. Gli veniva aperta la bocca e chiuso il naso
  3. Gli veniva infilato l'imbuto nella bocca
  4. Veniva rovesciato un fiasco di vino nell'imbuto
  5. Si ponevano le domande al soggetto
  6. Si ripeteva l'operazione finché non sputava il rospo (o finché non lo vomitava)
Una rozza ma efficiente macchina della verità medioevale.

Si ritiene che da tale procedura nacque il detto in vino veritas.

Tuttavia l'uso di tale pratica si perse con il cristianesimo, quando l'inquisizione decise che divertirsi durante un interrogatorio era un peccato pagano. La vera carità cristiana pretendeva che la verità fosse ricercata con altri cattolicissimi mezzi.

Funzionamento

La macchina della verità è in grado di registrare diversi parametri fisici. Tramite lo studio dei risultati è possibile determinare se il soggetto stia mentendo:

  • Misura il ritmo cardiaco, che come è noto aumenta quando si mente[3].
  • Misura l'allungamento del pene, che può rivelare molte verità nascoste sul soggetto quando gli vengono mostrate fotografie di uomini palestrati e oliati al punto giusto. (nel caso particolare di interrogatorio di un prete, per sapere la verità gli si mostrano invece le foto di angioletti alati ignudi).
  • Misura l'allungamento del naso, tecnica che però funziona solo su Pinocchio.
  • Misura l'attività dei bulbi oculari. Tuttavia la macchina può essere ingannata su questo punto, basta indossare occhiali da sole.
Esempio di macchina della verità italiana. L'apertura a circa un metro da terra indica senza dubbio cosa ci vada infilato dentro. Per l'appunto la macchina è in grado di riconoscere le cazzate.

Inghippi

La macchina funziona solo se il soggetto è consapevole di mentire e se si sente in colpa per le sue menzogne[4].

Avvertenze e precauzioni d'uso

La macchina della verità è uno strumento delicato e sensibile, che può esplodere in caso qualcuno la spari veramente grossa. Quindi non dovrebbe mai essere usata per interrogare soggetti che per natura non possono concepire nessuna verità nella propria mente, manco sforzandosi, come ad esempio un politico. Interrogarlo sulle proprie promesse elettorali porterebbe la macchina a uno stress tale da provocare un olocausto termonucleare. Se poi il politico in questione dovesse essere interrogato sui suoi affari con prostitute e mafia, l'apparecchio potrebbe implodere generando il collasso del tessuto spazio-temporale.

La macchina della verità dovrebbe per tali ragioni non essere usata per i seguenti scopi:

  • Chiedere a un prete se crede veramente in Dio o se cercava solo un posto fisso
  • Domandare agli ospiti di una cena se gli è piaciuta
  • Chiedere a uno juventino la verità su Moggi
  • Interrogare la propria figlia undicenne su chi sia quel negro tatuato che l'ha salutata

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Note

  1. ^ Infatti per fabbricare la verità ci sono già i mass media.
  2. ^ Se non mi credi puoi chiedere una consulenza al tuo filosofo di fiducia.
  3. ^ In effetti aumenta anche quando si dice la verità, se la si dice rinchiusi in una stanza degli interrogatori coperti da elettrodi e piantonati da tre poliziotti che ti torchiano. Ma siamo nel sogno americano, mica in una scienza esatta.
  4. ^ Questo significa che tu, donna, puoi anche annullare subito l'ordine che hai appena eseguito su amazon mentre leggevi questo articolo. La macchina della verità che hai comprato non ti servirà a niente, meno che mai per sapere se la tua migliore amica si è fatta il tuo ragazzo, come sospetti. Perché anche se così fosse, di sicuro lui non si sente in colpa.