Ludwig Mies van der Rohe

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« Cess is more »
(The official witty remark)

Maria Ludvigio Michelino Mies è una star nel firmamento degli architetti, il più sagace, mordace e procace di tutti i muratori e mastri lapicida del Novecento. Il suo senso dell'umorismo l'ha spinto in giovane età a aggiungersi il cognome van der Rohe, così tutti lo credevano olandese nella zona del Reno-Meno-Danubio e cascavano della trappola di chiedergli di costruirgli qualcosa. E lui costruiva loro delle pietre e dei vetri, ma come gliele costruiva lui, non gliele costruiva nessuno.

Vita e Miracoli

Mies van der Rohe, ultimo di cinque figlie, è stato un rivoluzionario realizzatore, teorico, realizzatore di teorie e teorizzatore di realizzazioni.
Figlio di un becchino che conosceva bene i migliori marmi del mondo per la costruzione di tombe, anche lui ha iniziato costruendo tombe nella ditta di famiglia, e non ha più saputo smettere. La sua passione per le tombe era così sfrenata che ha deciso di applicare lo "stile tomba" a qualsiasi cosa. Ha così eretto case tombolari, bocciofile tombolari e costose scenografie di marmo allagato sempre in stile tomba. Si noti che se inseriva delle travi profilate a croce le piazzava esattamente dove si incrociano le linee delle piastrelle. Tutto il mondo degli specialisti d'architettura sta ancora lì dopo novant'anni a guardare come Mies è stato capace di infilare questi profilati nel crocevia delle piastrelle. Capite che c'è qualcosa di veramente straordinario in tutto questo: Mies van der Rohe è infatti considerato un pioniere fra i muratori rumeni.

Fra le sue opere più famose c'è sicuramente il nuovo campus di Chicago, firmato da lui ma realizzato dall'ingegnere signor Nessuno, detto Machiloconosce, con cui van der Rohe ebbe un rapporto tormentato. Celebre il caso in cui l'architetto tirò un secchio di malta in faccia all'ingegner Nessuno, che gli aveva suggerito di mettere anche un impianto anti-incendio. Quando poi l'ingegnere fece cenno di tirare fuori l'accendino e mostrargli come andava a finire la sua cazzo di opera d'arte, l'archistar estrasse un fazzoletto, pulì il volto del suo collaboratore, lo salutò gentilmente e se ne tornò a Berlino, ma nella parte ovest, perché non era mica stupido.
Il meraviglioso campus oggi lo possiamo vedere pieno di travi, tubi e docce antincendio, così come voluto dall'ing. Nessuno, e in fondo in fondo anche da van der Rohe.

È noto per aver fatto stare in piedi una griglia nera su sole otto (e non una di più!) tessere del domino, e se contate venticinque passi cadrete in una botola che conduce in un seminterrato, dove troverete una scatola di legno truciolare minimalista, dotata di porta, buco e un'assortimento di stecchi giapponesi per pulirsi il culo. Quello è il cesso, che non poteva certo invadere le volumetrie perfette dello spazio sovrastante. Questo cesso, noto come "Cesso della Nationalgalerie di Berlino" è entrato negli annali dell'architettura contemporanea come "cesso che meglio induce alla cagata". Se dite che potevate farlo anche voi, avevate solo da nascere prima e farlo.

Casa Farsnhsntwhohohorth dialoga con il surrounding environment.

L'altra sua opera fondamentale è la Casa Farsnhsntwhohohorth, commissionata dal signor Farsnhsntwhohohorth, un ricco medico di Chicago appassionato di nudismo, canottaggio e catastrofi naturali. Ha infatti voluto una casa senza muri, solo con i vetri, per poter mostrare l'alzabandiera mattutino agli uccellini del parco vicino. Inoltre questa casa è stata eretta proprio accanto a un fiume che straripa appena vengono giù due gocce, ma allora si poteva costruire così perché non c'erano le leggi che rompevano i coglioni.
Così il signor Farsnhsntwhohohorth poteva raggiungere la sua dimora in canotto e trasformare il salotto in piscina semplicemente aprendo la porta di casa. Inoltre la casa è tutta bianca, e non perché così diventa prima zozza e lurida, ma perché il bianco dialoga con l'ambiente.
Sono state intercettate delle telefonate fra Mies van der Rohe, l'ambiente e i pilastri e le scalette bianche, ma non sono cazzi nostri.

Morte

Mies van der Rohe è morto, ma non all'età delle tartarughe, oltre i cento anni, come i veri architetti che non hanno mai fatto un cazzo tutta la vita. La versione più accreditata è che a forza di fare tombe e maneggiare lapidi, se la sia mandata, almeno in parte.
A gestire le operazioni di cremazione del suo cadavere è stato l'Ing. Nessuno, ma a nessuno gli frega una cippa di questo dettaglio biografico. La moglie dell'Ing. Nessuno ha detto di aver visto un uomo uscire dal tempio crematorio, quel lontano giorno, ma non sa dire se fosse o meno il marito in quanto nessuno sa chi cazzo siano gli ingegneri ed è giusto così.