Lingue caucasiche nordoccidentali

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È un uccello?
È un aereo?
No, è SuperStalin!
« женщины лучше в постели, чем килограмм
Le donne sono meglio a letto che al chilo! »
(Antico proverbio cabardo.)

Le lingue caucasiche nordoccidentali, note anche come abcaso-adighezie, o abcaso-veramente, sono un gruppo di lingue parlate nella regione del Caucaso, principalmente in Russia (Adigezia, Kabardino-Balkaria, Karačaj-Circassia), nel territorio di Abcasia (un pascolo al confine col Nagorno-Karabakh conteso da due contadini in lite), tra i trapezisti del Circo Barnum, in alcune zone della Turchia, in un gruppo di Bikers chiamato Circassian Eagles e presso il convento delle Figlie Appecoronate Ma Guardinghe di Santa Violata a Tskhinvali (in Ossezia del Sud). Sono formate da vari dialetti, molto diversi tra loro, che generavano in passato incomprensioni e faide sanguinose, che arrivavano a mietere vittime anche tra i criceti e altri animaletti da compagnia. Il problema era complesso; i vocaboli usati erano più o meno gli stessi ma assumevano significati totalmente diversi. Ad esempio, la parola yamkitz significava "auguri" in cabardo, "batticarne" in adighè e "fottiti" in ubykh. Nel corso di una riunione del Consiglio dei Vecchi Anziani Ancora Vivi, tenutasi sulle alture del Bručosiev, si convenne di usare una lingua comune durante gli incontri tra le varie etnie. Ciascuno tentò di imporre la propria e allora, per non far torto a nessuno, la scelta cadde su una comunque molto diffusa e allo stesso tempo super partes: il napoletano. Da allora vige il bilinguismo amministrativo: tutte le scritte di pubblica utilità vengono stampate nella lingua locale e in partenopeo[1].

Fonetica

Alcuni vocaboli sono in grado di provocare una fastidiosa otite.

L'intera famiglia è caratterizzata da una scarsità di fonemi vocalici (due o tre) e da un ricco sistema consonantico che include molte forme di articolazione secondaria, senza contare quelle dinoccolate. La lingua ubykh (Ubyx) possiede ad esempio due sole vocali (la i e la u), e probabilmente, se si esclude l'Africa Meridionale, l'inventario di consonanti più grande. Grazie a questa caratteristica, gli abitanti riescono a cantare

« Ghurubuldu fu furutu, fu furutu ud unu gumbu... »

senza alcuna difficoltà.
Le ricostruzioni linguistiche fanno pensare che la ricchezza del sistema consonantico, vista la penuria di sistemi vocalici, sia dovuta a un processo di adattamento storico, a causa del quale la labializzazione e la palatalizzazione[mica cazzi] venivano trasferite alle consonanti adiacenti. Ad esempio, per ottenere il suono kːʷə la lingua va messa arrotolata a cannolo e a contato col premolare inferiore sinistro, tra quelli che tentano di pronunciarlo correttamente: il 10% riesce ad emetterlo entro il ventesimo tentativo, il 45% entro il quarantesimo, i restanti ottengono solo il distaccamento irreversibile della tonsilla destra.
Un caso tipico di uso delle consonanti adiacenti è la seguente sequenza modulata corto-lungo-corto-corto-parecchiocorto-corto-lungo

« К к Кв кв Къ къ Къв къв Къь къь Кь кь КӀ кӀ КӀв кӀв КӀь кӀь »

Ascolta la corretta pronuncia

ma questo è solo un esempio.
L'accoppiata fonetica Тш ЦӀ è invece vietata per legge anche nei loro territori, perché causa un tic all'occhio destro e un preoccupante aumento del colesterolo cattivo.

Grammatica

Una celebre opera dello scrittore circasso Dantiev Evgenij Alighiërov.

Le lingue caucasiche nord-occidentali hanno sistemi sostantivali piuttosto semplici, che evidenziano soltanto una manciata di casi al massimo. Di contro, un insieme di sistemi verbali altamente agglutinanti (quindi vietati ai celiaci) così complessi che virtualmente l'intera struttura sintattica della frase è contenuta nel verbo. Nel tentativo di dare un senso a quanto appena affermato, proveremo a dar vita ad un avventuroso esempio:

« Tromberommibenvolentierei Raissa! »
(Io sarei disposto ben volentieri a fare sesso con Raissa.)

Essi generalmente non permettono in una frase più di un verbo finito, quindi è possibile usare solo quelli iniziati e trovarci costretti a formulare frasi tipo:

« Domani rubiamo una macchina e andiam ad investir qualche zingara finché non ci corr dietro la polizia per arrestarc »
(Oleg Golyšev, Grammatica circassa ad uso della malavita, Ust-Džeguta 1969, Ed. Tupolev.)

Questo preclude l'esistenza di proposizioni subordinate e quindi, non è potendo assumerle, se proprio bisogna usare una proposizione è necessario farci società al 50%. Funzioni equivalenti sono comunque ottenute da insiemi estesi di forme verbali infinite nominali, uno degli esempi classici è rappresentato dalla frase:

« Mariooooo impiccateeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee![2] »
(Oleg Golyšev, Grammatica adighè ad uso dei criminali, Ust-Džeguta 1970, Ed. Tupolev.)

Secondo una recente statistica, effettuata su una larga fetta della popolazione, atta a valutare la corretta coniugazione dei verbi, il 7% li usa in modo giusto, il 49% parla come Totti, e gli altri, per non fare figuracce, li mimano.

Bilinguismo amministrativo

Dal 1999 sui cartelli è obbligatoria la doppia lingua.

Il bilinguismo caucasico ha come base normativa l'articolo Юб della cartapecora imperiale del 1883, che riconosce in via di principio (ma senza farne una fissazione) la tutela delle lingue minoritarie presenti sul territorio del caucaso. Lo zar Alessandro III Romanov ebbe in quel frangente la brillante idea di incoraggiare l'uso del dialetto, ma finì per pagarla durante l'assedio di Krasnovodsk durante il quale, se il generale Čičerin gridava: "CARICAAAA!", gli abazi rimettevano gli orologi, gli adighè correvano a svuotale le latrine, i cabardi facevano legna per il fuoco e tutti gli altri stavano fermi, nel timore di sbagliare.
Per oltre cento anni si optò per il russo ma poi, con la dissoluzione dell'Unione Sovietica, tornarono i problemi. Nel 1992, nella regione di Malokaračaevskij, per essere sicuri di offendere qualcuno bisognava fancularlo in nove lingue diverse, compreso il bergamasco. La situazione andava sanata, o i risultati potevano essere imprevedibili. Chiedendo un certificato di nascita ad un dipendente comunale circasso, parlando altre lingue, potevi ottenere:

  • in abcaso un pass per invalidi nella zona pedonale,
  • in cabardo una visura catastale del canile municipale,
  • in ubykh una coltellata al fegato.

A questo punto, scartato ovviamente il russo "per tigna", napoletano per tutti e chi se ne fotte!

Classificazione

Nel Caucaso ci sono circa scarsanta dialetti, il 78% di essi è in qualche modo riconducibile alle cinque lingue riconosciute e incluse nella famiglia caucasica nord-occidentale.

Diffusione delle lingue caucasiche nordoccidentali.
  • Abcaso: le parole vengono inventate al momento, aiutandosi con gesti eloquenti per non indispettire troppo l'interlocutore. Se si possiede carta e matita è permesso disegnare la frase. Le uniche due materie insegnate alle elementari sono Indomimando e Pictionary.
  • Abazo: il vocabolario può essere totalmente riscritto su due strappi di carta igienica. Nove termini sono utilizzati per il commercio delle caciotte, altri due per fare benzina, sei per le questioni di cuore e uno per salutare.
  • Cabardo (o circasso orientale): possiede 48 fonemi consonantici, di cui 23 fricativi. I tronfi circassi ne fanno un vanto, senza avere minimamente idea del perché, e francamente nemmeno noi.
  • Adighè (o circasso occidentale): appartiene ad un popolo storicamente di guerrieri, per questo motivo il loro dizionario contiene termini come "omicidio preterintenzionale" e "gambizzazione", ma non v'è traccia alcuna di "fine affabulatore" e "ciambellone".
  • Ubykh: estinta ufficialmente il 7 ottobre 1992, giorno della morte di Tevfik Esenç, ultimo parlante... da solo. In realtà è oggi usato dai terroristi ceceni nelle loro conversazioni, tanto che le spie russe non riuscivano a spiegarsi la frase "Porta le mazzancolle che ci ripariamo la grondaia bucata", che in ubykh va invece tradotta in "Con questo esplosivo facciamo saltare le palle al presidente".

I restanti dialetti sono parlati da una ristretta cerchia di individui, per i quali l'oneroso investimento in un abbecedario sarebbe stato davvero poco giustificato. Tra loro i pastori Makhosh (che parlano un dialetto composto da ventisei parole e centodue fischi), gli allevatori di dromedari Hatukuay (che si esprimono con smorfie e rutti) e le famiglie Abakumov e Gorbatenko (vicini di casa divisi da una faida iniziata nel 1964 perché lo yorkshire terrier degli Abakumov abbaiava in inglish).

Corso base di ubykh

Considerando che l'ubykh è una lingua morta potevamo sicuramente scegliere una delle altre quattro, però è quella parlata dai terroristi e quindi, visto che è più probabile essere rapiti da loro che dover acquistare una capra, era l'unica veramente utile.

Purtroppo in Italia è molto difficile trovare un buon traduttore.
  • Не являются сиротами и не коммерческая ценность
    • Sono orfano e privo di valore commerciale.
  • Но это правда, что ружье?
  • Не дай мне еду, я наблюдаю Рамадан
    • Non datemi cibo, sto osservando il Ramadan.
  • Я Эбола
  • Мой двоюродный брат женился на чеченца
  • Если вы позволите мне бесплатно я приношу Путина
    • Se mi lasciate libero vi porto Putin.
  • У меня есть повестка дня, полный шлюхи чисел
    • Ho un'agenda piena di numeri di troie.
  • что всегда революция
  • Я никогда не голосовал за Берлускони
  • Я знаю, хороший повар перцы
  • Брюшной Рим, и мы разбился ЦСКА
  • Я буду молиться, в каком направлении Мекка?
    • Vorrei pregare, in che direzione è La Mecca?
  • Я отдам свою свекровь взамен
  • Мне очень жаль, но я не знаю, где эти люди.
    • Mi spiace, ma non so dove sono queste persone.

Note

  1. ^ zona Secondigliano
  2. ^ è nominale e il verbo, pur non essendo infinito, rende comunque l'idea

Voci correlate