Lamia Corporation

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Il migliore tra i modernissimi ed efficientissimi velivoli della Lamiera.

Lamia Corporation s.r.l., conosciuta più comunemente tra noi comuni mortali come LaMia, LaMierda o Lamiera (Línea Aérea de Mierda Internacional de Aviación) è stata una delle più importanti e prestigiose associazioni di sport estremi dell'America Latina, specializzata in rischiosi e adrenalinici voli della morte. Ebbe origine in Venezuela dove però i suoi fondatori originali furono costretti, a causa della crisi economica che colpì il paese, a venderla a poco prezzo al cartello della droga boliviano di Santa Blanca, che colse l'opportunità per sostituire il proprio sport ufficiale dello sniffare cocaina sulla schiena di un maiale con qualcosa di molto più speciale e innovativo.

Il loro slogan era ¡es de mierda!, traducibile in italiano come l'è 'nammerda!.

Storia

Un membro del cartello euforico e felice della bellezza di essere stato scelto come pilota, incoraggiato ed entusiasmato anche dai compagni stessi.
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Lamia Corporation

Una volta che il cartello di Santa Blanca prese il controllo dell'organizzazione, non sapendo cosa farsene di deltaplani, attrezzature da bungee-jumping, da arrampicata ecc. essendo i narcotrafficanti una massa di vecchi obesi rincoglioniti con il cervello bacato dagli stupefacenti che assumono, focalizzò la sua attenzione sui jet, cosa con cui invece avevano molta esperienza grazie al traffico internazionale di droga. I capi della banda cominciarono a costringere con la forza reclutare diversi membri inferiori e farli cimentare in acrobazie e gare clandestine aeree, le quali potevano sia consistere nell'arrivare da un capo all'altro nel minor tempo possibile (stile rally), che talvolta essere competizioni di stunt o addirittura vere e proprie corse faccia a faccia (stile Need for Speed/Fast and Furious, però in aereo, essendo le corse in auto ormai diventate troppo mainstream).

Non potendo però volare a lungo senza essere avvistati e non disponendo di abbastanza piste di atterraggio, dovettero mascherarsi di fronte alla "legge" come una vera e propria compagnia aerea di voli charter, i cui voli da un aereoporto all'altro erano anche le gare clandestine, ovviamente effettuate sbattendosene le palle delle varie misure e norme di sicurezza e tenendo gli ignari passeggeri totalmente all'oscuro di tutto ciò. Venivano piazzate anche scommesse sui piloti, sia dai boss del cartello stessi per il puro divertimento nel vedere i propri schiavi essere trattati come cavalli o cani, che da gente comune, cosa che sfruttò al cartello un guadagno esorbitante a tal punto da farli distaccare dalle classiche attività di traffico di armi e stupefacenti, protezione ed estorsione. La LaMia si prefissò anche i futuri obiettivi di estendere l'operazione a livello internazionale, organizzare corse consistenti nel girare il mondo intero in aereo il più velocemente possibile e battere la NASA nella corsa su Marte.

Volo LaMia 2933

Il pilota del volo 2933 pochi istanti prima dell'incidente. Non era nero, era solo talmente ricoperto di tatuaggi che non si vedeva più il suo colore originale.

Il volo LaMia 2933 (ebbene sì, in pochissimo tempo sono riusciti a farne così tanti) avrebbe dovuto essere un volo come tutti gli altri. Dall'aeroporto Pirù Pirù in Bolivia fino all'aeroporto di Rio il Negro in Colombia, il pilota doveva semplicemente battere il tempo record effettuato il giorno scorso da un suo collega, cosa che ovviamente richiedeva non perdere tempo prezioso per alcun motivo, così il pilota saltò lo scalo a Cobija dove avrebbe dovuto fare rifornimento di benzina, kerosene, viagra, anfetamine e olio di ricino per sostenere la gara più comodamente. Però, incredibilmente, qualcosa andò storto. Che ci crediate o no, snobbare le misure di sicurezza, in questo caso saltare lo scalo tecnico di rifornimento, può comportare a conseguenze poco piacevoli, come per esempio rimanere a secco di carburante ritrovandosi l'aeroporto completamente occupato. Di fronte a una situazione del genere, normalmente basta dichiarare lo stato di emergenza, riuscendo quindi a salvare la propria vita senza grandi problemi. Il fatto è che, facendo così, le forze dell'ordine, seppur corrotte fino al midollo, avrebbero investigato il caso scoprendo il business nascosto delle gare e delle scommesse operato dal cartello e mandandolo completamente a puttane. Quindi, il povero pilota, per non farsi catturare dagli infuriati boss del cartello ed essere sottoposto alle torture tipiche delle gang latinoamericane, facendosi cavare occhi, orecchie, unghie di mani e piedi, testicoli, capezzoli e tarzanelli, il tutto prima di essere cosparso di alcol e bruciato vivo, decise saggiamente di non dichiarare lo stato di emergenza, schiantandosi e lasciandosi uccidere nell'incidente.

Pur essendo ormai il business andato a Fanculo, visto che gli sbirri avrebbero investigato l'incidente comunque, la cosa in sé non dovrebbe generare chissà quali grossi problemi, visto che i boss del cartello di Santa Blanca vivono comunque in latitanza già da decenni. Peccato che si sono dimenticati del fatto che, per nascondere il business, si erano mascherati come una vera compagnia aerea, quindi quell'aereo stava trasportando dei passeggeri. E del fatto che non erano passeggeri qualunque, ma giocatori di una certa squadra di calcio brasiliana di nome Chapecoense. E del fatto che la cosa generò molto dolore, sconforto e amarezza dell'intera popolazione brasiliana, sudamericana e successivamente anche mondiale, essendo un tragico evento del genere problema fondamentale per la sicurezza e il futuro del continente.

L'America Latina intera piombò nel caos più totale. Si scatenarono rivolte violentissime, i narcotrafficanti del cartello di Santa Blanca furono per mesi rintracciati, scovati e inseguiti da folle infuriate composte sia da civili che da poliziotti stessi e infine linciati e uccisi, cosa di cui altri malviventi rivali approfittarono, facendo aumentare il crimine nel continente di circa il 135%. Però ne è valsa totalmente la pena, quindi pazienza.