Divina Commedia

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(Rimpallato da La Divina Commedia)
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   La stessa cosa ma di più: Nonsource:Divina Commedia.
Dante nel girone del solletico eterno.
« Non ragioniam di lor, ma guarda e passa. »
(Virgilio su incontro con Costantino e Daniele all'Inferno, girone degli imbecilli)
« Ed elli avea del cul fatto trombetta »
« Taide è, la puttana che rispose »
« A Carò! Nu te cruccià! »
(Virgilio a Caronte)
« ...quando colei che siede sopra l'acque puttaneggiar coi regi a lui fu vista!" »
« E dopo 'l pasto ha più fame che pria »
(Dante su Giuliano Ferrara)
« Nel mezzo di cammin di femminea vita, mi ritrovai in una selva oscura la cui via è spesso inumidita; tant'era attraente che qualcosa sotto la cintura era di dimensioni tali che nel pensier si rinnova la paura »
(Dante sulla Selva Oscura)
« Ed ecco, quasi al cominciar dell'erta, una lonza leggiera e presta molto... »
(Dante prima di intraprendere una dieta dimagrante)
Professore : Dante è arrivato a mettersi al centro dell'Universo. Cosa pensate possa significare, ragazzi?
Studente : Che è un po' egocentrico?
Dipinto medievale sulla Divina Commedia.

La Divina Commedia (famosa col nome di Divina Tranvata) parlava delle attività paramasturbatorie di Dante Alighieri, scritta da lui stesso per fare capire al mondo quali fantasie sessuali deviate avesse. Si può infatti vedere Dante quando si masturba sulla barca di Caronte mentre pensa al traghettatore stesso, oppure mentre fa un menage a trois con Paolo e Francesca, o addirittura mentre chiede a Lucifero di tenere fermo Giuda con la bocca per poterlo così penetrare analmente.

Dante tentò di farsi pubblicare tramite striscia satirica su "Cioè", testata culturale sulla pop-music per tredicenni. Infine, disperatissimo, iniziò a trascriverla nei cessi dei principali autogrill della A14.

Lì fu letta da Guido Guinizzelli, che la pubblicò tramite la Warner Music Snc., per poi scoprire che era tutta in rime perfette. Il libro poi ebbe così tanto successo che Dante (drogato dal successo) tentò disperatamente di dargli dei sequel, tra i quali:

Trama

Dante, in preda al panico per aver perso i suoi fazzoletti, inizia un viaggio mistico alla ricerca dell'essenza della vita. La sua infatti aveva recentemente subito una perdita di linea. Si fa accompagnare da Edgar Virgilio, poeta dell'antichità costretto a fare il motore di ricerca per sopravvivere.

Inferno

Dante era anche conosciuto come spacciatore di droga. La foto dell'epoca lo ritrae nella sua tipica espressione durante la quale ripeteva sempre "O tu le voi le paste?!?"
Un girone dell'inferno visto dall'alto: è il girone di ritorno del campionato dell'inferno serie B
Mai far incazzare un poeta!!!

La prima parte dell'opera è ambientata nell'Inferno. I due amici lo visitano da giù a su. Prima incontrano Caronte, un demone part-time assunto a progetto che fa gavetta prima di essere assunto come gondoliere a Parma; in realtà ha un'attività come sbarco-imbarco di clandestini in Italia (come disse Dante: "Li porta tutti lui con quel gommone!"). In seguito incontreranno una sfilza di dannati che subiscono le più dure angherie: mangiare merda, ascoltare i Pooh e Tiziano Ferro, essere rasati a zero con la ceretta, parlare con l'anima di Ratzinger, cambiare pannoloni ai demoni più anziani e eccetera. Così via fino all'ultimo girone, dove i più maligni, ossia gli ignavi, devono subire il contrappasso peggiore: gli vengono disegnati dei baffi con un pennarello e li si manda a celebrare un funerale vestiti da Pulcinella. I nostri due eroi, che posseggono lo stesso interesse di un criceto verso Pomeriggio Cinque, si stufano subito del posto e se ne vanno.
Ulteriori notizie il lettore potrà reperirle alla voce propria Inferno

Purgatorio

Nelle tre pagine del Purgatorio i troppi errori grammaticali rendono ardua la comprensione. Quello che è certo è che Dante viene colpito da un attacco di diarrea fulminante per avere accettato un "bevanda purificatrice" offertagli da Virgilio. L'altra cosa che si capisce è una sterminata fila di cessi e di cacanti con un angelo ogni tre metri per fornire supposte effervescenti.

Rappresentazione del Diavolo nella Divina Commedia. Si noti l'elegante toupè descritto da Dante e l'abbronzatura perfetta.

Ulteriori notizie il lettore potrà reperirle alla voce propria Purgatorio

Paradiso

Nell'ultima parte Dante si fa accompagnare da Beatrice, domatrice di aringhe, in Paradiso. Qui incontrano Dio, Amedeo Minghi (celebre figura biblica), due turisti tedeschi e un piattino da dessert con sopra della panna cotta (o almeno tale pareva, ma l'odore non era quello).

I temi della Divina Commedia

Il tema dell'Omosessualità

Come è ben noto la Divina Commedia offre interessantissimi[citazione necessaria] spunti di discussione sugli innumerevoli temi che il Poeta ci offre con magistrale chiarezza e bravura[come no].
Uno fra tanti, forse quello che ha tenuto più banco negli ultimi anni, è il tema dell'omosessualità, che è stato ripreso anche da attorucoli durante inutili spettacoli a programmi televisivi di nota fama e cultura.

Esempio palese, che ci apprestiamo ad esporre per meglio estrinsecare il busillis della questione, si trova nel primo canto del Purgatorio. Citiamo questo fra tanti poiché è ciò che meglio esprime la finezza dantesca nell'esporre contenuti delicati con un’abilità tale da non urtare la suscettibilità dei suoi contemporanei. Andiamo ora ad analizzare alcuni tratti significativi:

« vv. 49: Lo duca mio allor mi diè di piglio, e con parole e con mani e con cenni reverenti mi fè le gambe e 'l ciglio. »

Quivi si trova una duplice interpretazione, propugnata, da ambo le parti, da opinionisti di prim’ordine: I puristi continuano ad interpretarlo come un’intimazione del duca che con parole e con mani e con cenni reverenti fa inginocchiare Dante di fronte al vecchio (e libidinoso) Catone l'Uticense, in un atto appunto di ”Reverenza”. -Altri eminenti critici sostengono invece che Virgilio sia intenzionato ad eseguire una depilazione completa di gambe e sopracciglia, così da rendere il Poeta, notoriamente scimmiesco, presentabile al vegliardo.

« vv. 133-136: Quivi mi cinse sì come altrui piacque: oh meraviglia! Ché qual elli scelse l’umile pianta, cotal si rinacque subitamente là onde l’avelse. »

Altro passo di grande importanza per la comprensione definitiva di questo tema: In questi pochi versi Virgilio abbraccia Dante [mi cinse] come lo stesso amava. Ciò, che si evince dalle successive parole, dimostra che non era la prima volta che Virgilio ”stringeva” il Protagonista della Divina in queste cameratesche dimostrazioni di affetto, utilizzando perfino un sedicente ”bastone” (l’umile pianta) il quale "si rinacque subitamente".

Curiosità

Un'immagine tratta dall'imminente sequel.
  • La cosa curiosa della Commedia è che se si cambiano tutte le lettere "A" con la lettera "K" e tutte le lettere "P" con il simbolo "#" si ottiene un inno a Satana, però non in rima.
  • Incredibile come sebbene il viaggio duri una settimana Dante non abbia bisogno di mangiare, né di andare in bagno.
  • Le prime strofe possono anche recitare: "Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai nel culo una matita, oh che gioia oh che dolor!, era una Jolly Multicolor!"
  • Altra variante: "Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai nel culo una matita, non feci in tempo a fare un altro passo: mi ritrovai nel culo anche il compasso!
  • Ancora una variante: "Nel bel mezzo di cammin di nostra vita, mi ritrovai nel culo una matita, non eran gioie ma semmai dolori, era un Carioca a sedici colori. Ahi a dir qual era cosa dura, esta carioca lunga e assai pungente, che nel retto mi rinnova la scoreggia, e fu per trattar del ben che la cavai."
  • Ennesima variante: "Nel mezzo del cammin di nostra vita / Mi ritrovai in culo una matita / Oh che gioia! Oh che dolor! / Era una carioca dodici color."

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