L'occhio della madre

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La versione restaurata del primo piano dell'occhio della madre.

L'occhio della madre è la poetica espressione con cui ci si riferisce ad uno dei più importanti primi piani della storia del cinema: nel grande capolavoro del maestro Sergej Michajlovič Ejzenštejn, la corazzata Potëmkin, atto III, scena IV.

Introspezione (breve) a cura del professor Guidobaldo Maria Riccardelli (Attenzione : soporifero)

Tratto da "L'antologia e studio piscologico della precarietà e futilità dell'esistenza della percezione del primo piano dell'occhio della madre, volume I :

« Come mi accingevo ad esplicarvi, la nostra percezione dell'essere inteso come presenza all'interno del contesto cinematografico dipende solo ed esclusivamente dall'uso che il regista, dicasi 'l'autore', ci presenta come fondamentale o elemento di contorno nel complesso della scena presente. Sarebbe sciocco definire un primo piano un semplice primo piano, ed è per questo che il cinema espressionistico di Sergej Michajlovič Ejzenštejn ci ha permesso di conservare fino ad oggi, e si spera anche oltre[citazione necessaria], la concezione del primo piano di un'opera a se stante distaccata dal contesto cinematografico in cui è inserito. Dobbiamo quindi immaginarci un primo piano come parte non solo integrante dell'opera, ma anche come parte singola nel quale è possibile intravedere più di un centinaio di simbologie e raffigurazioni diverse (vedi riquadro "Altri libri del Professor Guidobaldo Maria Riccardelli", punto uno). Da notare, importantissima, la presenza dell'occhio al femminile, dicasi "della madre", e non del padre, probabilmente ideologia colma di significati nascosti che sono sicuro, siete desideriosi di scoprire quanto me. Sorvolando su quest'ultima parentesi, il contesto nel quale si inserisce l'opera dell'occhio della madre è fine a se stesso e può vivere separatamente dal piccolo capolavoro che stiamo esplorando. Per queste stesse ragioni, l'occhio della madre può vivere privo delle scene precedenti, senza contesto, solo grazie alla sua forza spirituale e ricca di significati tutt'oggi incompresi ai più. Ma torniamo a parlare dell'occhio nel dettaglio.Quale possiamo considerare la migliore idea di sempre nel mondo del cinema?Il primo piano? L'iride?Il fatto che l'occhio sia della madre? O semplicemente, la presenza dei tre elementi, che sapientemente fusi insieme dal maestro Sergej Michajlovič Ejzenštejn all'interno di quel capolavoro artistico che è la corazzata Potëmkin, sono inscindibili e creano quell'atmosfera di cui ci stiamo prolungando? Sicuramente l'iride colpisce molto, perdonate il gioco di parole, l'occhio dello spettatore (o della spettatrice, perdonate la pignoleria) a causa della perfetta simmetria circolare all'interno dell'occhio. Un dubbio sorge spontaneo... se l'iride è perfetto poiché incluso nell'occhio, l'occhio è altrettanto perfetto perché include l'iride? Sicuramente posso affermare di non aver mai visto un'iride talmente ben strutturato da suscitare simili dubbi a livello morale, che richiamano palesemente le domande del tipo "Chi siamo? Da dove veniamo? Si, ma quanti siamo?"[citazione necessaria]. Ma se l'iride colpisce per il suo insieme, altrettanto non possiamo dire della madre; infatti l'occhio (ricordo) appartiene a lei. Recentemente sono sorti dubbi su questa affermazione che riguardano una scelta del regista: l'occhio in primo piano è lo stesso mostrato precedentemente della madre, o il sommo Sergej Michajlovič Ejzenštejn ha utilizzato un altro occhio per il fatidico primo piano, più armonico e consono alle sensazioni che avrebbe dovuto suscitare? Per ogni dubbio e domande, ho scritto un libro anche a riguardo, che suggerisco ai curiosi del prolifero argomento (vedi il riquadro "Altri libri del Professor Guidobaldo Maria Riccardelli", punto due). Sorvolando ancora una volta su un'altro argomento, passiamo al fulcro del dibattito: quanto colpisce il primo piano dell'occhio della madre? La madre, sconvolta dalla perdita prematura e barbarica del figlio, ritrova nuova vita e ragione di lotta contro i crudeli soldati, in un concentrato di pianto, rabbia, e forza interiore fusi in un solo occhio. Già, uno. Perché non due? Sfortunatamente, non ho ancora scritto un libro a riguardo, ma un giorno ho intenzione di ampliare il repertorio delle mie conoscenze in questo campo e rendere pubbliche le mie scoperte e riflessioni. Facendo un passo indietro, è dunque possibile individuare nell'occhio della madre tutto il dolore e coraggio di una sofferenza incredibile, che poche volte mi ha emozionato in tale modo nel cinema del sommo Sergej Michajlovič Ejzenštejn. Possibile che Sergej Michajlovič Ejzenštejn avesse intenzione di trasmettere il doppio delle emozioni presenti nell'ideologia di base di mostrare l'occhio della madre, sfruttando un primo piano? Probabile, poiché l'emozione raggiunge il culmine solo quando l'occhio si trova perpendicolare alla telecamera, inquadrato millimetricamente in modo da risultare l'unico elemento sulla scena, importante o meno, eccezion fatta per un sopracciglio che si nota di sfuggita. Avviandoci verso una conclusione di questo primo capitolo della prima parte del primo atto del primo libro della prima serie della prima enciclopedia dei miei libri incentrati esclusivamente sull'occhio della madre, posso affermare che nel remake da me medesimo personalmente girato, le emozioni non sono quelle che ricordo, mi hanno strappato una o due lacrime più di una volta durante le proiezioni di "la corazzata Potëmkin". Ciononostante, le altre 17 bobine esistenti ricordano la perfezione e armonia delle scene, e mi riconducono all'indimenticabile, ultralodato e perfezionato, primo piano dell'occhio della madre. Grazie, Sergej Michajlovič Ejzenštejn. »

Curiosità (a cura del Professor Guidobaldo Maria Riccardelli

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Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici?

  • Questa scena, nel suo remake, è stata girata più di 55 volte.
  • La madre del film in realtà è un trans.
  • La madre portava le lenti a contatto blu, ma nel bianco e nero non si nota.
  • La madre è strabica.
  • Per ottente più realismo, Sergej Michajlovič Ejzenštejn ha fatto fucilare realmente il figlio dell'attrice sul set.
  • Dopo la morte dell'attrice, dei fan del film hanno profanato la tomba e depredato il cadavere dell'occhio, adesso conservato da qualche parte nella cameretta di un nerd.
  • Dopo aver girato questa scena più di 350 volte, l'attrice è divenuta cieca.
  • La madre è ermafrodita.
  • L'attrice che fa la madre nel remake del film è la signora Pina, la stessa che si è spesso prestata come controfigura per Marilyn Monroe.
  • Il figlio nel film ha meritato di morire : aveva appena comprato un pacchetto di figurine dei Gormiti.
  • Nessuno è intenzionato a fare un primo piano del tuo occhio, fattene una ragione.

Altri libri del Professor Guidobaldo Maria Riccardelli

1 Per la lista completa delle simbologie nell'occhio della madre, acquistate il mio ultimo libro: Centocinquantuno simbologie nell'occhio della madre del sommo maestro Sergej Michajlovič Ejzenštejn.

2 Occhio o non occhio? Riflessione interiore ed esteriore sulle capacità scenografiche di un semplice apparato visivo, e sul suo possibile coinvolgimento nel capolavoro indimenticabile del glorioso Sergej Michajlovič Ejzenštejn.

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