Kingdom Hearts: Chain of Memories (manga)

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Disambiguazione – Ritenta, sarai più fortunato. Se ti aspettavi il videogioco, vedi Kingdom Hearts: Chain of Memories.
Amano ci mostra la sua eccellente capacità nel disegnare.

Kingdom Hearts: Chain of Memories è un'opera a fumetti che riprende fedelmente[e la marmotta confeziona la cioccolata] la trama dell'omonimo videgioco.
La serie, composta da due soli manga[1], fa parte di una serie più grande che contiene tutte le trasposizioni mangofile dell'intera saga.

Trama

In teoria, il manga dovrebbe raccontare la storia dell'omonimo videogioco... ma no! Shiro Amano ha deciso di dargli un suo tocco personale, compiendo un magistrale lavoro di taglia e cuci (sopratutto il taglia), rendendola ancora più fresca e godibile, sopratutto se si è completamente ciechi. La vicenda si apre con Sora che, dopo aver sconfitto Ansem nel precedente manga/videogioco, si risveglia in un crocevia posizionato nel nulla; qui incontra un tizio incappucciato e senza volto, vestito completamente di nero, sotto evidente effetto di stupefacenti, che farnetica di perdere e trovare. Sora, ovviamente, gli dà retta e si dirige al cosiddetto Castello dell'Oblio, posizionato su una piattaforma di roccia levitante che stava poco più la. Entrando, incontra nuovamente il tizio di prima che, dopo essersi fatto prendere in giro dall'eroe del Keyblade e dai suoi amici, scompare donandogli una carta. Sora la utilizza, venendo trasportato immediatamente nella Città di Mezzo dove, in poco meno di sei pagine e con un solo combattimento, ritornerà in possesso di tutte le sue facoltà combattive. Lasciato anche questo mondo, il gruppo si ritrova faccia a faccia con un secondo losco individuo, che dice di chiamarsi Axel; parte subito una battaglia, che ovviamente si conclude in modo idiota con la sconfitta di Sora Non che avessero combattuto davvero, dato che Amano sembra avere un'allergia per gli scontri. Sora, dopo aver ricevuto l'ennesima carta, prosegue nel suo viaggio.
Ma ora entra in scena il secondo protagonista, inutile quasi quanto il primo: Riku. Ebbene sì, il ragazzo dai capelli color cocaina si è ritrovato anch'esso nel Castello senza un vero motivo. Qui, dopo aver smembrato una Malefica generata dai suoi ricordi, scopre che Ansem alberga ancora in sé e per passare il tempo decide di farsi tutto il castello a piedi.
Intanto, scopriamo che tutti i tizi incappucciati non sono modelli della D&G, ma bensì l'Organizzazione XIII, formata da Nessuno[2]. Questo distaccamento, formato da ben sei membri, è diviso in due parti. Tre di loro controllano i sotterranei, gli altri se ne stanno ai piani superiori; ovviamente anche qui c'è una sotto-trama complicata stile Kingdom Hearts: i tre dei piani superiori, tali Marluxia (Il capo), Axel e Larxene, vogliono sfruttare Sora per rovesciare l'Organizzazione e diventarne i capi[3], usando Naminé per modificare i suoi ricordi; i tizi del piano inferiore, invece, dovrebbero controllare i tre del superiore per impedire che attuino il loro piano. Logico, no?
Tornando a noi, Sora entra nell'unico mondo presente nell'intero manga (Se escludiamo Twilight Town e Crepuscopoli): Agrabah. Qui, in una vignetta e mezzo, Sora sbaraglia un folto gruppo di Heartless, salvando Aladinn dall'attacco delle creature. E così si viene a scoprire che esse sono state inviate da Jafar per prendersi la lampada del Genio... che il kamikaze l'arabo ha però ben deciso di liberare. Così, in circa due pagine di pura comicità Amaniana, Jafar viene sconfitto senza nemmeno tirare fuori un'arma e grazie all'aiuto del Genio stesso, tornato ad aiutare il gruppo. Dopo due vignette in cui vi è lo scontro tra la Copia di Riku e Sora, il Keyblade master va finendo stavolta a Crepuscopoli, dove vede Vexen venire ammazzato da Axel in un unico colpo[4].
Riku, intanto, è stato preso di mira dai piani bassi... che sono stati maciullati senza pietà mentre Sora farneticava ad Agrabah, mentre Vexen creava una sua copia. Intanto, lo stesso Riku si ritrova ad affrontare Zexion, che lo minaccia con un rafano... salvo poi essere diviso in due parti dall'amico di Sora che, dopo aver abbracciato l'oscurità, incontra DiZ, il tizio che si spacciava per Ansem, e Re Topolino, oltre che Naminé.

Differenze abnormi minime che rovinano completamente il manga e diffamano il videogioco impreziosiscono l'opera

Zexion legge il manga e si deprime per la sua patetica morte. Quella del videogioco a confronto era molto più dignitosa.
  • UN solo mondo;
  • Intere parti tagliate: combattimenti, mondi e parti della trama (tutti i mondi escluso quello di Aladin, la battaglia tra Riku e il suo clone, lo scontro tra Axel e Sora, le forme alternative di Marluxia);
  • Combattimenti non visibili per la pigrizia dell'autore (quasi tutti di Riku);
  • Combattimenti che durano ore ridotti ad un solo attacco (Sora vs Riku, Ansem vs Riku, Marluxia vs Sora);
  • Scene comiche e di vita dell'organizzazione inutili (vedasi Larxene che si ubriaca, Zexion&co che mangiano e che fanno incarichi settimanali come le pulizie);
  • Computer, cellulari e telecamere nel Castello dell'Oblio, usati dall'Organizzazione.

I combattimenti

I combattimenti sono coinvolgenti, coerenti, adeguati al contesto, lunghi il necessario e comprensibili. Sora le prende sempre, ad esclusione della battaglia con Marluxia. Paperino spara magie a caso e finisce sempre col congelare il pavimento. La trinity non colpisce mai. I combattimenti durano il tempo di quattro attacchi: se questi sono cinque, la battaglia è considerata troppo lunga. Di solito si riducono a Sora che para malamente.

Note

  1. ^ Ma più che sufficienti per stuprare descrivere fedelmente, con tanto di dettagli, l'opera originale.
  2. ^ Nessuno inteso come nome proprio.
  3. ^ Giusto per passare la serata.
  4. ^ Neanche stavolta combattimenti.