K2 (montagna)

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Disambiguazione – Vorresti essere altrove? C'è anche la ovvia destinazione finale degli alpinisti dai 6 anni mesi in giù, vedi K2 (canale televisivo).
« L'anno prossimo vado al mare! »
(Alpinista impegnato nella scalata del K2)
Mai scalare il K2 senza berretto. Mai!

Il K2 è un immenso cumulo di monnezza che la Cina ha posizionato al confine con il Pakistan, al fine di evitare invasioni o sgradite visite da parte delle associazioni umanitarie.
Con i suoi 8611 m, il K2 è la seconda montagna più alta della Terra dopo l'Everest, ma tenendo conto di altezza, pericolosità e difficoltà tecniche, è considerato l'ottomila più impegnativo. Per questo, tra gli scalatori del K2 e quelli dell'Everest c'è una rivalità pazzesca, superiore anche a quella tra i sostenitori di Pelé e quelli di Maradona.
Si stima che ogni quattro alpinisti che tentano la scalata del K2, uno muore durante la salita, due riportano ferite invalidanti e il quarto arriva sulla vetta.
Per poi morire durante la discesa.

Il K2 è detto anche Chogori, che in pakistano significa "Ehi, la granita l'avevo chiesta piccola!", e Monte Godwin-Austen, dal nome dell'ufficiale inglese che nel 1881 vi compì le prime rilevazioni topografiche. Perdendo le chiavi della Jaguar a quota 7000 m.

Difficoltà

Il K2 ha il terzo più alto tasso di mortalità di scalata dopo l'Annapurna e la panza di Giampiero Galeazzi.
Tra le molte difficoltà in cui incorrono gli scalatori citiamo:

Il K2 nasconde insidie a ogni passo.

Vi sono diverse vie di accesso al K2, tutte accomunate dal fatto che chi le percorre è avviato a una morte cruenta e dolorosa.
Sul versante pakistano abbiamo:

  • La Cresta Ovest, scalata nel 1981 da una cordata di scalatori statunitensi.
  • La Parete Ovest, comprata nel 2001 da una cordata di imprenditori russi.
  • Il Pilastro Sud-Sudovest. Vi morì nel 1986 Renato Casarotto, un turista diretto a Jesolo che aveva sbagliato uscita in autostrada.
  • La Parete Sud, un infernale mausoleo di ghiaccio perennemente spazzato dal vento. Gli unici a scalarla sono stati il polacco Jerzy Kukuczka e, a loro dire, le gemelle Cappa.
  • Lo Sperone Sud-Sudest. È di gran lunga la via più sicura, con solo l'88% di incidenti mortali.
  • La Cresta Nordest, ideale per sbarazzarsi della suocera con la scusa di una salutare escursione in montagna.
  • Lo Sperone Abruzzi, una via scoperta nel 1909 dal duca Luigi Amedeo di Savoia-Aosta mentre faceva una passeggiata nella sua tenuta estiva di Ladispoli. Sì, il duca aveva una tenuta molto vasta. Luigi Amedeo di Savoia-Aosta, in frac, ghette e scarpe di vernice, arrivò fino a 6000 m. Poi tornò indietro perché si ricordò che quella sera aveva un ballo mondano a cui non poteva assolutamente mancare.

Sul versante cinese, invece, ci sono guardie armate e mine antiuomo.

Le scalate

Primi tentativi

Fin dal secolo scorso il K2 è meta frequente di alpinisti, geologi e mafiosi intenzionati a nascondere cadaveri a 8000 metri d'altezza.
Il primo tentativo d'ascensione fu compiuto nel 1902 dal noto esoterista Aleister Crowley, il quale, dando fondo alle sue capacità paranormali, tentò di teletrasportarsi sulla vetta. L'impresa non ebbe successo perché a causa dello sforzo profuso Crowley ebbe un attacco di emorroidi per il quale fu necessario il ricovero ospedaliero.

Negli anni '30 vi furono due spedizioni statunitensi. Gli scalatori del 1938 raggiunsero la quota di 7800 m, ma furono costretti a ritirarsi perché avevano dimenticato le carte da poker, indispensabili per ravvivare l'atmosfera in tenda.
La spedizione del 1939 si concluse con la sparizione del milionario Dudley Wolfe, che secondo alcuni sherpa fu concupito da uno Yeti in calore.

La conquista nel 1954

« PRIMI! »
(Lacedelli e Compagnoni piantando la bandiera italiana sulla vetta del K2)

Nel 1954 una spedizione patrocinata dal Club Alpino Italiano, dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, dall'Istituto Geografico Militare, dalle Giovani Marmotte e da Mondial Casa tentò la scalata del K2.
A capo della spedizione era Ardito Desio, autore del trattato Geologia Applicata all’Ingegneria e di vergognose leccate di culo ai suoi superiori. La via scelta da Desio era questa:

Semplice, no?

Gli scalatori si ritrovarono invece a fare un percorso lievemente diverso:

Qualcosa dev'essere andato storto.

Nonostante le immani difficoltà logistiche e l'assenza di collegamento che rese inservibile il loro Garmin, gli alpinisti Achille Compagnoni e Lino Lacedelli raggiunsero la vetta il 31 luglio. Un contributo fondamentale fu fornito da Walter Bonatti e dallo sherpa Amir Mahdi, i quali trasportarono a Compagnoni e Lacedelli le damigiane di grappa bombole d'ossigeno rivelatesi poi essenziali al compimento della missione.
L'impresa, che in Italia venne accolta con un sonoro "Fottesega!", venne però offuscata dalle pesanti polemiche tra i vari componenti della spedizione che diedero vita al cosiddetto Caso K2. In particolare:

Il professor Desio mentre tenta di connettersi a Youporn da una Lettera 22.
  • Bonatti fu accusato di aver tentato di raggiungere la vetta da solo e di aver consumato le risorse d'ossigeno riservate ai compagni, compromettendo così l'esito della scalata.
  • Bonatti accusò Lacedelli e Compagnoni di aver usato l'ossigeno fino in vetta, e non solo fino a quota 8100 come sostenuto dai due.
  • Mahdi fu accusato di aver cagato nella pentola del ragù.
  • Compagnoni e Lacedelli furono accusati di aver comunicato a Bonatti e Mahdi la posizione sbagliata del loro campo, costringendoli a un pericoloso bivacco notturno.
  • Desio accusò Bonatti di aver abbandonato Mahdi e di avergli pure ciulato il portafoglio.
  • Lacedelli e Compagnoni ammisero che Bonatti aveva portato loro l'ossigeno, ma non le orzate e i panini con la mortadella che avevano richiesto.
  • Desio fu accusato di essere un testa di cazzo, accusa a cui nessuno (nemmeno Desio) si sognò di controbattere.

Nel 2004, nel cinquantenario dell'impresa, il Centro Alpino Italiano riunì finalmente un consiglio di esperti per fare luce sulla vicenda. Il consiglio di esperti, dopo un accurato studio dei documenti esistenti e dopo aver interrogato i protagonisti ancora vivi (e grazie a un rito voodoo anche quelli morti), stabilì che avevano tutti ragione.

Reinhold Messner sostiene di aver scalato il K2 il 12 luglio 1979, ma quel giorno è stato visto alla Discoteca Belvedere di Cortina d'Ampezzo.

Altre spedizioni

Negli anni successivi, complice la diffusione di sport avvincenti come il curling e l'uncinetto, in pochi tentarono di scalare il K2.
Nel 1978 un certo Louis Reichardt tentò la prima ascensione senza ossigeno, arrivando alla ragguardevole altezza di 22 metri. Louis Reichardt, si scoprì poi, soffriva di vertigini.
La prima donna sulla vetta del K2 fu la polacca Wanda Rutkiewicz, che vi arrivò il 23 giugno 1986. La Rutkiewicz, che portava le basette e un bel paio di baffi alla Super Mario, dovette però sottoporsi a un test ginecologico prima di veder riconosciuto il suo primato.

Nel 2002 una spedizione composta da alpinisti di varie nazionalità tentò la prima scalata invernale, ma a causa dell'alto numero di scalatori (ben 23) e dell'esigua scorta di viveri (due pacchetti di Amica Chips e una bottiglia di chinotto) i componenti finirono col divorarsi tra loro.
Il 20 luglio 2007 l'italiano Stefano Vavka raggiunse la cima del K2 in solitaria, ma durante la discesa finì disperso in una bufera di neve. Fu ritrovato venti giorni dopo, in stato confusionale, sul lungomare di Riccione.
Nel 2008 un gruppo di alpinisti capeggiati dal valtellinese Marco Confortola e da Bernardino, il pappagallo invisibile appollaiato sulla sua spalla, tentò di scalare il K2 a occhi bendati. L'impresa stranamente non ebbe fortuna e l'intera spedizione precipitò in un crepaccio. Confortola si salvò a stento. Dopo il fallimento della scalata, l'unica superficie su cui si arrampicò furono gli specchi.

Voci correlate

Questa è una voce di squallidità, una di quelle un po' meno pallose della media.
È stata miracolata come tale il giorno 10 agosto 2014 col 33.3% di voti (su 9).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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