Jazzer

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Harry James mentre tromba una tromba.

Un jazzer è un fan della musica jazz. La scienza lo identifica come un truzzo all'antica, ma con MOLTO, MOLTO PIÙ STILE. Ormai però s'è distaccato dai truzzi a tal punto da arrivare a odiarli a morte. Il jazzer medio, a giudicare dall'aspetto e dagli ascolti, sembra appartenere a una leva anteriore al 1950.

Cosa fa un Jazzer

Un jazzer è un vintage poser che ascolta essenzialmente musica jazz e tutti i suoi sottogeneri, ma spesso ascolta anche altra musica (per altre informazioni vedi "Tipi di jazzer"). Un jazzer va anche nei locali dove suonano il jazz, compra i cd jazz, non scarica musica jazz da eMule (perché è l'unica musica che in mp3 secondo lui si sente male, pur essendo una epocale vaccata a meno di non essere un chirottero) e conosce la biografia di ogni cantante jazz comparso sulla terra. Frequenta solo locali jazz con nomi tipo BluNot e I Macachi oppure " per la gloria di Skar" , e questo vuol dire che è disposto a pagare anche 30 euro per bere un drink e ascoltare una band che non ha mai sentito nominare. Però è dal vivo quindi molto stilosa.

Se provi a chiedere a un jazzer di andare in un locale dove suonano musica decente, lui ti guarderà stranito. "E da quando quello che non è jazz si può definire musica?" sarà la sua risposta. A meno che non sia un jazzer moderato (vedi sotto).

Il jazzer è abituato ad applaudire dopo ogni assolo di tromba e soprattutto ama dimenarsi al ritmo della sua canzone preferita, ma senza alzarsi dal tavolo. Sul serio. Non ballano in piedi. Ballano seduti. A volte capita di vedere qualcuno dei jazzer che si mette a dimenarsi senza musica in apparenza. Stanno facendo risuonare il ritmo nella loro testa oppure semplicemente stanno guardando lo scontro fra Goku e Cell.

Il grammofono, l'iPod dei jazzer.

Il jazzer a scuola

Stranamente, poiché sembra che passi la sua vita solamente ad ascoltare jazz, il jazzer tende a non prendere mai meno di 8 alle superiori, un po' come gli esperti di prog metal e musica classica. Forse perché stanno simpatici ai professori più anziani, ossia tutti, ascoltando la loro stessa musica. Di solito si comportano in modo abbastanza tranquillo. A meno che non gli si offenda il jazz, offesa spesso lanciata a loro dai truzzi. In quel momento una bestia sino a quel momento sopita si risveglia dentro di loro, rendendoli simili a un death metaller; quindi iniziano a pestare a sangue, spesso usando come armi i loro strumenti musicali, riducendoli in una poltiglia. Quindi suona un assolo di strumento a fiato. I cool-jazzer hanno una certa affinità con gli emo, non arrivando però mai al taglio: si riuniscono con loro nei bagni e, per aiutarli a tagliarsi, suonano canzoni molto allegre come "Perdido Street blues", "My man", "Embraceable you" o "Georgia on my mind". Quindi possiamo anche essergli grati perché, anche se involontariamente, aumentano il tasso di morte degli emo.

Come riconoscerlo

Il jazzer è apparentemente un ragazzo normale se non fosse per quella vaga aria di superiorità che lo circonda. Un jazzer non si veste in modo convenzionale e infatti spesso indossa jeans e camicia; quando fa freddo mette un pullover (sopra la camicia), e se non mette la camicia spesso mette la Lacoste, Fred Perry o Polo Ralph Lauren. Più originale di così. Se fosse per loro indosserebbero sempre lo smoking il che li fa sentire più simili a Frank Sinatra. Se tuttavia si tratta di un jazzer moderato (vedi sotto), non è raro trovarne vestiti come o quasi come rockers. Si trovano essenzialmente nelle università e nei conservatori.

Un po’ di storia

I jazzer sono i truzzi degli anni '20. Una volta la musica jazz era molto popolare, quasi pop. Veniva suonata alle feste e nei locali, la gente si ritrovava per discutere dell’ultimo successo jazz e ballava il jazz proprio come un truzzo balla la house. Fu più o meno al tempo dello Scoiattolo Scrat dell'Era Glaciale.

I jazzer di oggi, però, non sono più nemmeno lontanamente assimilabili coi truzzi. Anzi, insieme coi metallari sono tra i loro più atroci nemici. Hanno quel tocco di vintage che li rende inattaccabili. Perché se uno ascolta un grande successo del 1923, non puoi mica dirgli "ma quanto mi fai schifo". Puoi al massimo fare: "Oh, che bello. No, non posso ascoltarlo. Ho lasciato la marmotta in forno".

Billie Holiday mentre soffre

Siamo forse negli anni '30 quando nasce lo swing. Un gruppo di gente depressa ha preso il jazz, che almeno aveva la caratteristica di essere un po' ritmato, e l'ha rallentato. Nascono canzoni tipo St. Louis Blues, che dice “Odio vedere il sole della sera tramontare. Se domani mi sentirò come oggi, farò le valige e farò la mia fuga finale”. Insomma negli anni ’30 i jazzer hanno inventato l’emo. Altro che My Chemical Romance. Ascoltatevi Billie Holiday e verrà anche a voi un gran desiderio di lametta. Altri esempi? " Il mio uomo ha altre due o tre ragazze e mi picchia. Quanto lo amo". L'avreste mai detto che Sentimental Mood non è una canzone dei My Chemical Romance? Una ventata di allegria era stata portata da Jaco Pastorius, riuscendo con i suoi allegri giri di basso ad attrarre molti rocchettari che magari ascoltavano Cliff Burton, Les Claypool o (sigh) Flea, ma per questo suo immane tentativo gli hanno crudelmente spaccato la testa fuori a un jazz-club, uccidendolo (fatto vero).

Benny (Per gli italiani Benito) Goodman, il re del Jazz.

Con l’avvento del pop, del rock e di tutto quello che segue, il jazz passa di moda. Così musicisti folli come Ornette Coleman e Max Roach decidono di impazzire del tutto creando il free jazz, che più che a musica assomiglia ai tipici e gradevoli suoni udibili nei servizi pubblici. Ora il jazzer, dopo un passato di pretruzzo e di preemo, e visto il grande intervallo che è passato (70 anni), ha subito una radicale trasformazione. È assimilabile ad un metallaro della terza età: come lui odia i truzzi e gli emo, e come lui ascolta un genere musicale che praticamente nessuno ascolta, ascolta dei cantanti con nomi impronunciabili (Ella Fitzgerald, Bix Beiderbecke) e come lui ha sempre una vaga aria di superiorità. Inoltre tra i jazzer come tra i metallari gli esemplari di sesso femminile sono più unici che rari.

Tipologie di jazzer

Si riconoscono in base al tipo di jazz che ascoltano di più, e agli altri tipo di musica che ascoltano e non ascoltano. Di conseguenza:

  • Hot-jazzer: ascoltano il jazz più ritmato e movimentato. Sì, sono quelli che ballano seduti al tavolino. Un hot-jazzer difficilmente sarà hot nel senso di trombabile.
  • Cool-jazzer: sono quelli depressi. Quelli che se la canzone non dura dodici minuti… come fai a chiamarla canzone? Generalmente non amano che qualcuno canti mentre i loro strumenti preferiti suonano. Sono gli unici esseri in grado di ascoltare un contrabbasso che suona alla cazzo per otto minuti e mezzo e poi hanno pure il coraggio di applaudire. Alcuni tra i più traviati ascoltano anche della musica emo.
  • Acid-jazzer: ascoltano acid jazz e fusion. È superfluo dire che per ascoltare questi generi devi essere anche tu sotto acid e/o particolarmente in fusion.
  • Free-jazzer: ascoltano solo free jazz, rumori messi a caso e peti. I più ferrati ascoltano anche musica concreta. è raro trovare i free-jazzer, perché vivono solitariamente, rinchiusi al Centro Igiene Mentale.
  • Jazzer moderato: sono i meno estremi dei jazzer; ascoltano tutto il jazz, ma anche gli altri generi: spaziano dal rock al blues, dal metal all'acustica. Li si può trovare mimetizzati in branchi di capelloni. Sono i più feroci nelle cacce al truzzo o all'emo, quasi al livello dei metallari. Anche loro, come gli Hot-jazzer, usano ballare da seduti.

Nessuno dei jazzer ascolta musica house, emo (tranne alcuni rari Cool-jazzer, ma proprio i più deviati) e, parlando in generale, musica truzza.

I Vecchi Idoli

Un jazzer serio li definisce immortali. Invece sono tutti morti. Sono perlomeno Louis Armstrong, Billie Holiday, Cole Porter, Benny Goodman, Glenn Miller, Tommy Dorsey, Charles Mingus, J.J. Johnson, Lester Young, Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Nat King Cole, John Coltrane, Harry James, Duke Ellington, Count basie, Miles Davis, Thelonious Monk, Bix Beiderbecke, Jaco Pastorius, Ella Fitzgerald, Frank Sinatra e (l'ultimo crepato in ordine di tempo) Joe Zawinul.

I Nuovi Idoli

Recentemente assistiamo a una rinascita del genere jazz. Di conseguenza anche i giovani jazzer possono finalmente sentire delle star vive e vegete. Questi ragguardevoli individui sono:

  • Tom Waits: Idolo principalmente dei Jazzer moderati, gli altri lo odiano perché lo ritengono un traditore; ha una voce che "sembra che abbia una ruspa sull'ugola", e oltre al jazz canta rock, blues e acustica. Si dice che al suono della sua voce i truzzi scappino terrorizzati e i bambini scoppino a piangere. Uno dei più feroci antitruzzi esistenti, ha pochissimi fan, oltre ai jazzer, ma è apprezzato anche dai rocker e dai metallari.
  • Michael Bublè: Senz'altro è quello che meglio rivendica lo stile jazz-swing nel ventunesimo secolo tanto da essere soprannominato il nuovo Frank Sinatra (nome datogli dai suoi discepoli jazzer).
  • Norah Jones: Una che fa sempre la stessa canzone. Ed è pure una canzone inascoltabile. È bassa ma ha le tette grosse.
  • Jamie Cullum: noto omosessuale grassottello che se possibile canta peggio di Malgioglio.
  • John Zorn: suona musica ebraica mista a free jazz e bossa nova. L'idolo dei rari free-jazzer lucidi di testa.

Le frasi dei jazzer

Se si ha di fronte una persona che pronuncia una di queste frasi, quella persona è un tipico esemplare di jazzer. Quindi puoi scappare o farti una canna sperando che passi.

  1. La musica jazz non si balla, la musica jazz si vive.
  2. Tutti quanti voglion fare il jazz. Perché resister non si può al ritmo del jazz. (Come negli anni '40).
  3. Il jazz non è una musica. Il jazz è uno stile di vita. (Provate a chiedergli quale).
  4. Amico, se non sai cos'è, allora è jazz.
  5. Nel mio iPod ci stanno solo dodici brani, perché ciascuno dura circa sei ore.
  6. Devo spiegarti cos’è il jazz? Ti risponderò con una frase di Louis Armstrong:"Cos'è il Jazz? Amico, se lo devi chiedere, non lo saprai mai". (Solo che Louis Armstrong sapeva cosa diceva, lui no)
  7. Il jazz è libertà popolare con stile ricercato. Almeno così mi hanno detto i ragazzi più grandi che ho incontrato al locale.
  8. Ah Ella, Ella. Quando c’eri tu…
  9. Stasera vado a una jam session. Ce l’hai un po’ di droga?
  10. Tatatata dudududu shalalala ppom. Ripreso dalla famosa tecnica scat (quella jazzistica, non offendete).
  11. Com’è che lo dici? “GIEZZ”? Non lo sai che si dice “GIAZ”? Sì, proprio “GIAZ” come l’amico di Wille il Principe di Bel Air. Pussa via, poppettaro di merda.
  12. Non posso venire stasera. Vado alle Scimmie a spendere il doppio di te. Pezzente.
  13. Il jazz è come una scorreggia. Piace solo a chi la fa. (Coltrane)

Voci correlate