James Toseland

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« Mi ha insegnato tutto lui »
(Giovanni Allevi parlando di James Toseland)

Storia

James sta cercando attenzioni, scappa!

Biografia

James nasce nel lontano 5 ottobre del 3000 avanti Cristo nella selvaggia campagna inglese di Doncaster, che si colloca più o meno in quello che gli inglesi chiamano il South Yorkshire ( il sud del velo di York nessuno sa perché ).
Lo chiameremo J. così, per brevità.
Viene partorito da una Guzzi Falcone 500 abbastanza arruginita e da due litri di olio castrol purtroppo usato che gli lascerà un vago senso di dubbio per quello che pensa di dover fare per il resto della sua pur brevissima vita.

Sin da bambino dava indicazioni precoci di voler diventare un corridore di moto anche se, nello stesso tempo voleva dedicarsi alla musica ed al canto, pare per allietare le mucche che pascolavano nella verde campagna accennata qui sopra, dopo averle spaventate a morte e rese estremamente nervose con il fracasso della sua moto, come risultato non riuscirono più a produrre il latte, allora si sedeva al piano e le allietava con la musica, almeno è quanto si pensa ma non ci sono verifiche storiche ne tanto meno testimoni oculari a parte il bestiame di passaggio, ma quelli se ne fregano.

Eppure ci fu un eccezione...A quanto pare, i contadini del luogo si coalizzarono e lo aspettarono al varco, durante una delle sue scorrazzate per i campi, avendogli quindi teso un agguato, lo inseguirono armati di torce e forconi. Venne infilzato da un forcone esattamente nel fondo schiena, anche se per essere più precisini gli si ficcò profondamente nella chiappa destra, vuoi per la sorpresa vuoi per il dolore, la reazione istintiva fu di accelerare, la moto si impennò e schizzò via con un ululato terrificante e bestiale che non fece altro che peggiorare la situazione del bestiame presente alla scena, da cui la loro testimonianza di prima mano.

I contadini allibiti da tale spettacolo e di contemporanea acquisizione di velocità, non mancarono di notare che dopo aver attraversato il campo finì dritto dritto dentro uno steccato, guardandosi fra loro dissero Crash che in inglese significa testuali parole, "ti sei spiattellato". Questo termine lo troveremo successivamente nella sua carriera musicale avendo appunto fondato una banda di mentecatti, chiamata Crash con la quale canta e suona tutt'ora il piano per compensare eventuali delusioni derivate dalle ostentazioni negative di certe tifoserie.

Il repertorio di Giovanni ( J per gli amici ) non è dei migliori ma spazia dalle osterie, per finire alle canzonacce nello stile classico universitario, per decenza evitiamo di nominare i titoli più noti anche se i lettori sapranno benissimo di cosa stiamo scrivendo ( la ballata quella famosa che si tramanda oralmente ma pare scritta dall' abate Faria).

Dopo un certo lasso di tempo che si potrebbe calcolare in qualche secolo, J, cresciuto e rinvigorito a forza di latte e fontina, per togliersi quel brutto colore che aveva sin da piccolo ( olio Castrol usato ) che gli fece anche appioppare il soprannome di "scacazzutello", decise di fare fagotto, impachettò il suo amato piano ed imboccò la carriera di pilota da corsa.

Il periodo di formazione

James mostra l'unica cosa che sa fare, farsi scattare delle foto vicino ad un pianoforte

J, come tutti i bimbi di origine anglosassone, ebbe un intenso periodo di formazione prima su di una antidiluviana Lambretta con una cilindrata che superava i 6000 cc, taroccata con le sue stesse mani, produceva 4300 HP. Il mezzo era formidabile, unico disappunto erano le gomme che anche se sucessivamente fatte di gomma piena come i carelli di sollevamento aereoportuali, si disintegravano dopo 300-400 metri, ciò non tolse che si mise in luce per delle partenze fulminee con botto finale, per mantenere la sua nomea di crash.

Vestito molto elegantemente di una tuta in cashmire (noto materiale di derivazione dalle pecore di albione) ad ogni gara veniva letteralmente assalito dalle fans che fra urla e strilli lo zompavano sistematicamente. Effettivamente era uno così, detto belloccio che gli anni ed i varii botti non scalfissero minimamente, le malelingue insinuano che le sue prestazioni con le tifose erano come le sue partenze fulminee e poi spariva dalla circolazione.

Ma stiamo divagando, tornando alla sua formazione, sucessivamente lasciò l'amata Lambretta 6969 ed entrò in un team ufficiale: "TurboKillerRetromarciaJapanMotoRacing" questo segnò il vero inizio della sua fruttuosa carriera sportiva.

I Primi successi

L'entrata in campo

Alla prima gara non fece un grande impressione, ma, a partire dalla seconda vinse con una fuga in solitario, propiziata dalla partenza a razzo e dal fatto che le sue tifose che gli correvano dietro, bloccarono la pista e tutti gli inseguitori, questo stratagemma ripreso in più gare, gli consentì il primo titolo nazionale.

La seconda posizione nel campionato mondiale

Visti i successi ed il titolo nazionale, il team TurboKillerRetromarciaJapanMotoRacing decise di fare uno sforzo finanziario e con la scusa di un ottimo investimento offrirono un posto di sessantesima guida a J con uno stipendio di circa 23 euro annui da pagarsi a rate.

Il mezzo messo a disposizione fu la Mitica Ape Turbo 4500. Nulla a che vedere con la primordiale Lambretta 6969.
Data l'impossibilità di piegare in curva l'Ape tendeva ad andare dritta derapando con l'anteriroe, causando qualche fastidio alla guida aggressiva di J. A parte le prime gare in cui non aveva ancora in mano il mezzo il suo capotecnico Kazzutonakamoto sfruttando lo spazio cargo dell'Ape vi installò un bidone di olio che, collegato all'acceleratore spruzzava un leggero velo sulla pista con evidente gioia dei concorrenti inseguitori.

Al seguito di questa modifica provvidenziale J riuscì a piazzarsi secondo nel campionato mondiale, dietro l'allora campione in carica Agosumo Kakamoto.

Situazione odierna

...continua[1]

Voci correlate

Note (1)

  1. ^ Purtroppo