J-Rock

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« HYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAY ARAKIRI DESU! »
(Il più grande chitarrista giapponese di tutti i tempi, Hide, esprimere in modo pacato il proprio parere )
Miyavi, la uoma dei tuoi sogni proibiti.
« Per me il fatto di avere 300 tatuaggi in ogni parte del corpo, incluse quelle dove non batte il sole, non mi avvicina in alcun modo ad Angelina Jolie. La nostra somiglianza è fuffa. »
(La dolce cantante/travestito Miyavi parla dei tatuaggi della nostra bella attrice)
« Ma è il loro CANONE DI BELLEZZA porca Yamaha! Non capisci niente, vai a farti fottere da una geisha! »
(Otaku su cantanti effemminati di band visual kei)
« Dunque, se ho ben capito quelli sono dei maschi. »
(Povero innocente in buona fede dopo aver visto la foto dell'unica band femminile visual kei)

J-Rock è il soprannome sfigato di Visual Kei[1] e si riferisce a quel tipo di band che sono presenti solo sul territorio dagli occhi a mandorla, e fanno schifo in generale a chiunque ne sappia un po' di musica (vedi:Metallaro). Il loro principale tratto distintivo è costituito dall'abbigliamento, il che ci porta a chiederci se essi per caso non suonino dei vestiti. Niente di più sbagliato: infatti è loro comune abitudine suonarsi i peli delle ascelle. Esse sono conosciute come strumenti musicali in giappone da tempo immemorabile, e solo loro conoscono i segreti di questa antica arte.

Stile

La caratteristica che contraddistingue gli adepti di questo genere musicale è il colore dei vestiti. Questo può sembrare perlomeno strano a chi è pratica di musica, poiché si è spesso portati a pensare che questa tematica debba vertire su cose come chitarre, batterie, bassi, eccetera. Ma in terra nipponica, si sa, molte cose sono ribaltate, strette, allungate, mandorlate, effemminate, e insomma non sono come uno ci si aspetta che debbano essere, nella normale concezione delle cose. Spesso i cantanti, e molto di frequente l'intera band, tendono a indossare capi vestiari simili nella fattura per un occidentale a capi femminili. Ciò che il nostro occhio non vede è che in realtà questi vestiti sono privi del Feromone Della Donna. Questo è una sostanza che viene messa dalle fabbriche di vestiti su capi da donna per fare in modo che, alla stagione dei saldi, le creature dotate di apparato riproduttore interno ne comprino a tonnellate. Se si è a conoscenza di questo particolare e si controllano le gonne indossate dai maschi visual kei, notiamo che il Feromone Della Donna, detto anche "Odore dello Sconto Selvaggio", è assente.

Colori

Ma parliamo dei "colori".

Si dividono in 3 tipologie, e solo queste, perché il Visual Kei pare immune alle millemila ramificazioni tendenti alla perdizione del metal.

Essenzialmente vanno dal chiaro allo scuro.

AAAAAAAAH! Qualcuno li porti via! VIA! Sto avendo un attacco epilelfjdhvbld....
  • Oshare Kei - coloro che vestono questo genere musicale sono i più controversi sotto tutti i punti di vista. Questi individui indossano cose che nemmeno il peggior truzzo di tutta la Repubblica delle Banane si sognerebbe anche solo di poter immaginare di comprare. Iniziamo dal vestito peggiore: la gonna e le cose che assomigliano alla gonna. Gli Oshare Kei sono coloro che più fanno uso di gonne. Raramente si vestono completamente da donna, ma non è meno vero che ciò è successo, e che ha anche scatenato orde di fungirl amanti dello yaoi. Spesso sono indossate sopra i jeans quando va bene; quando va male sono indossate una sopra l'altra, strappate, macchiate, ornate di un numero immane di cinture e ciaffi, spille, teschi, madonne, santi, Fabrizio Frizzi ed altre cose abominevoli. Oltre a questo capo indegno che nulla a che vedere con i kilt scozzesi, questi empi ed immorali soggetti trovano il tempo di tingersi i capelli di colori che farebbero vergognare un punk gay, e di indossare altre boiate tipo ali finte, coroncine, e scarpe con tre metri di suola, comune a tutte e tre le colorazioni.
Madre? Sei tu, Madre?
  • Visual Kei classico - questo tipo di stile è il più antico. Risale agli albori della piaga giapponese, gli anni '80, anni sventurati sotto molti punti di vista, tra l'altro anche per la nascita del Visual Kei/J-rock. Il Visual Kei degli albori dell'atrocità umana prevedeva delle creste atroci alte fino a un metro, cotonate, di colori fosforescenti, vestiti oversize, trucco da baldracca, e sopracciglia simili a balle di fieno, comuni in tutto il mondo in questa decade sventurata. Più recentemente coloro che propugnano questa variante classica e "semplice" (ehm) sono quanto di più inquietante possa esistere, dopo il Nagoya Kei. Purtroppo hanno il viziaccio di farsi piacere look osceni ispirati al '700 europeo, vedremo così band che sembrano spuntate da una puntata di Jean Claude, e alcuni di loro sembrano proprio la temibile Madre. Costoro in ogni caso sono soliti farsi foto di gruppo che sembrano tratte da un meeting di tutti i peggiori film orror nati nella Terra del Sole Nazista, e di cui Samara è la onnipresente guest star pucciosa.
  • Nagoya Kei - qui c'è da fermarsi a rifettere per un attimo (lo so, per alcuni di voi potrebbe risultare difficile, ma sforzatevi: contate fino a settordici) sul nome che è stato dato a questa corrente. Se la prima e più abominevole categoria, l'Oshare Kei, significava "Stile Dai Colori Epilettici", e il secondo si riferisce a tutta la faccenda della classificazione per vestiti, questa dicitura prende ispirazione direttamente da una città. Dato che questo stile ti fa cagare in mano appena vedi l'alluce del chitarrista, ci dobbiamo chiedere che tipo di città oscena e teatro di terribili eventi cruenti e sanguinolenti deve essere Nagoya. Il mistero è tuttoggi irrisolto, nessuno è mai riuscito a entrare a Nagoya per via delle enormi statue di My Little Pony che sorvegliano le porte della città. I " musicisti " di questo genere hanno come assoluto obbligo di indossare lenti a contatto dai colori quanto più possibile innaturali, di spruzzarsi sangue di Hello Kitty sulle vesti e di prodursi con trucco scenico le più orribili ferite, suture, mutilazioni su quanta più superficie del corpo riescono a mettere le mani (o i tentacoli). Perché facciano tutto ciò, è sconosciuto.

Pericoli quotidiani

Ciao, mi chiamo Mario!

Nella vita di tutti i giorni, i visual keiari[2] sono degli elementi molto pericolosi per il fatto che a prima vista possono sembrare degli esemplari femminili di indubbio fascino. Quel che può portare a infarti, dopo avero scoperto a forza di gesti e di segni, e di tastate in parti intime, che questi individui sono degli esseri muniti di verga tra le gambe, è che ci si accorge che questi sono molto più affascinanti delle loro controparti donne. Questo fenomeno è dovuto al fattore "Femminilizzante Dei Gusti" come viene definito dai più noti frociologi. In parole povere le donne giapponesi, demoralizzate dai loro maschi poco dotati, sono diventate quasi tutte lesbiche. Ma i maschi continuavano a esistere, così queste hanno chiesto loro, molto espressamente, di vestirsi almeno come loro, per attutire il dramma di dover farsi piacere un portatore di Piccolo Pene.


Follie derivate

Esiste una compagine di connazionali nipponici i quali, a causa della mistura chimica nociva che viene prodotta dalle loro fumetterie, si trasformano in cose che nemmeno l'immaginazione più ardita potrebbe partorire. Essi molte volte rovinano nell'idiozia più pura, e alcune volte possono anche prendere di mira alcune "attività" che sarebbero comunemente loro sconsigliate, come suonare una canzone dei Maximum the Hormone vestiti da Sweet Lolita sopra la base stessa della canzone mentre si fanno passi sbilenchi di un ballo appena accennato e si propugnano espressioni cretine come fossero l'espressione massima della soddisfazione personale, esemplificato nell'area sottostante.


Ma insomma questi, se suonano, che diavolo di genere fanno?!?

Breve storia della perdizione
Come lo chiamo io, fanno il genere così denominato Grande Genere Orrendo della Macedonia Musicale: "Grande" perché purtroppo ha espansione in altri continenti; "Genere" perché per fortuna ha caratteristiche oscene che lo distinguono dai nostri bei Metal e Punk; "Orrendo" perché è di una bruttura inarrivabile; "Macedonia" poiché mischia senza il dovuto ritegno cose che non si beccherebbero mai tra di loro, nemmeno se l'inferno gelasse, e "Musicale" perché si serve di onde sonore per esprimersi. Per descrivere al meglio come appare, vi farò una descrizione di come nacque la personale visione giappa del rock-metal anni '80.
L'in(s)contro
Un giorno Keith Richards passeggiava lungo la Via del Cammino Lunghissimo Verso La Lucina di Natale dell'Illuminazione, come suo solito, quando il Grandissimo si perse tra le fronde di cazzo della funesta Foresta dei Froci (alberi da frutto giapponesi). Quand'ecco, venne a lui in soccorso Hideto Chounnomekeparenakarie Matsumoto, un povero strimpellatore di noce a corde.
La salvezzitudine
Hide, abbrevieremo così per non romperci il cazzo, chiese all'onestro uomo Illuminato come mai stesse vagando nel giardino di sua nonna Ketemagna Laverdura?. Keith, con la sua flemma degna di un sant'uomo, concesse al povero sventurato di conoscere la fonte delle sue sofferenze profonde. Quindi, Hide lo trascinò via dopo avergli staccato la mano dalla mascella di chiuaua a mandorla di sua zia e lo depose là dove doveva andare, alla stazione del treno più veloce della terra: Lo Shin-katsukescemike-son.


Elettristupeficio!
Richards, traboccante riconoscenza al suo mentore che gli aveva fatto recuperare la via perduta, gli fece dono dei 4 elementi che secondo qualche cretino greco tengono in piedi l'universo. No, non acqua, fuoco, terra, e aria, ma la Chitarra elettrica, il Basso, la Batteria e la Figa. Hide, dotato di questi straordinari strumenti a lui finora sconosciuti, ebbe la folle idea di radunare i suoi amici del pokerino del venerdì per vedere come farli funzionare. Nacquero così quelli che oggi sono considerati i progenitori del male assoluto: gli X Giappone.

Possiamo qui osservare Hide mentre tocca per la prima volta una chitarra, e la sua conseguente gioia che si manifesta con una crisi epilettica.
J-rock = unicorni
Tuttavia, per essere diventato il soprannome sfigato del visual kei, il J rock qualcosa deve pur esser stato. Ebbene vi fu un tempo, in un regno molto lontano, in cui il J rock era effettivamente un genere. Certo, un genere come lo può essere qualsiasi cosa con davanti un J che sta a dire che " è quel genere lì, però japponese " (tuttora eminenti tuttologi non sono riusciti a spiegarsi questa definizione). Questa musica era caratterizzata dal fatto che i suoi esponenti si vestivano perlopiù come persone normali, e suonavano perlopiù cose normali, con caratteristiche normali, facevano concerti normali, sebbene tutto ciò fosse fatto una lingua incompresibilmente complicata. Col passare del tempo fu evidente come tutto ciò attirasse davvero poco la popolazione predominante di fungirl nippomani arrapate. In quel periodo gli X giappone avevano già fatto la loro comparsa e dato origine a diverse altre band per via del sistema di gemmazione. Tra queste, divenne di moda indossare degli smoking [3], facendo somigliare pericolosamente i loro membri a persone non disturbate. Poiché la differenza tra questi e i j-rocker era ormai diventata labile, tutto si confuse in un melting pot degno della più multicurale capitale britannica. Le fungirl, attirate dall'effeminatezza degli uomini in smoking e gonna, non badarono più a distinguere tra le due cose: j-rock e visual kei si fusero, nonostante il primo fosse cinquantredici volte più diffuso del suo compagno drogato/fatto/bruciato dagli acidi. Le band che si possono riconoscere oggi come J-rock sono perciò diventate animali mistici, degli unicorni musicali, per l'appunto. Che triste destino!

Note

  1. ^ Senza ypsilon perché in terra nipponica non conoscono ancora l'utilizzo di questa vocale, come accade per l'uso della ruota
  2. ^ Neologismo che ho creato perché non so come cazzo chiamarli
  3. ^ non chiedetemi perché, d'altronde chi li capisce?

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