Ivan Pavlov

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Premio Nobel 1904 per le secrezioni salivari
« Quando sento suonare il campanello, per riflesso, ho sempre paura che sia Giovanni Rana »
(Pavlov)

Ivan Petrovič Pavlov (Rjazan, 1849 - Pasta Fissan, 1936) è stato quel tizio che sbavava davanti alla ciotole di cibo per cani, o almeno così asseriscono gli insegnanti di scienze delle medie che hanno passato il concorso con la "spintarella".

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Ivan Pavlov

Biografia

Figlio di Varvara Ivanovna, ricchissima possidente terriera, e di Bobby, il suo pastore tedesco, Ivan ricevette la classica educazione russa fatta di lavoro nei campi, scudisciate sulla schiena e letture obbligate di Dostoevskij. Indirizzato dalla famiglia alla carriera religiosa, espresse la sua contrarietà ruttando in faccia al prete durante la prima comunione.

Iscrittosi a medicina, si mantenne gli studi lavorando in una tavola fredda (in Russia non c'è niente di caldo). Qui ebbe la prima delle sue geniali intuizioni: le macchie di ketchup sui vestiti vengono via solo con l'aceto. L'importante scoperta scientifica gli spalancò le porte del mondo accademico: restano celebri le sue collaborazioni con M.I. Afanasiev, massimo esperto della ghiandola pancreatica, I.R. Tarkhanov, fisiologo di fama internazionale, e Gualtiero Quagliarulo, il miglior ricettatore di Posillipo.

Nel 1875 Pavlov pubblicò sul Lancet, autorevole rivista medica, il suo primo lavoro, un annuncio amoroso in cui si definiva "un tipo tranquillo, sensibile e sessualmente fantasioso". L'articolo destò molto interesse nell'ambiente scientifico.
Dal 1876 al 1878 fu invece impegnato a tentare di far funzionare il suo videoregistratore, con scarsi risultati.

Nel 1889, dopo quindici anni come docente di farmacologia all'Accademia di Medicina Militare di San Pietroburgo, decise finalmente di laurearsi. In lettere. Costretto a dimettersi per aver falsificato una ricetta per l'acquisto di Lexotan, Pavlov intraprese la carriera di spietato torturatore di cani, nascondendosi dietro a una rispettabile facciata di ricercatore scientifico. Proprio come Piero Angela. L'intensa attività di aguzzino gli valse i massimi allori nazionali e internazionali: la Medaglia Copley della Royal Society di Londra, il Premio Cittadino Russo da Non Mandare Assolutamente nei Gulag da parte del Comitato Culturale Sovietico, e il Premio Nobel nel 1904. Pavlov non presenziò alla cerimonia perché era rimasto incastrato con la barba nella zip dei pantaloni di un suo assistente. A ritirare il premio andò Fiocco di neve, un cocker spaniel di cinque anni, il quale tenne quello che i cronisti definiscono il discorso più toccante di sempre:

« BAU BAU UARF! »
(Fiocco di neve ritirando il Premio Nobel)

Il baffo marmoreo, l'eloquio forbito e la sua inconfondibile multitesticolosi, una malattia che nella società russa d'inizio Novecento era vista come fonte di vanto, fecero di Ivan Pavlov una degli opinionisti più apprezzati di Pomeriggio 5.

Il grande fisiologo morì nel 1936, sbranato da un barboncino che aveva tenuto a digiuno per due settimane.

Scoperte salienti

Fiocco di neve e Pavlov in un'immagine giovanile.

Apprezzato per i suoi studi sui nervi scrotali, che gli procurarono un finanziamento pubblico di centomila rubli subito sputtanato alle slot machines, Pavlov fu il primo a scoprire che il gelato può provocare mal di testa, soprattutto se mangi anche la coppetta di plastica.
Il suo nome resta però legato, oltre che alle innumerevoli denunce per molestia sessuale da parte dei suoi collaboratori, alla scoperta del riflesso condizionato. Per il suo esperimento Pavlov adoperò:

  • un cane;
  • un campanello;
  • del cibo per cani;
  • tanta crudeltà.

Nella prima fase, suonò il campanello e poi diede il cibo al cane. Nella seconda, suonò il campanello mentre dava il cibo al cane. Nella terza, percosse il cane con il campanello fino a lasciarlo privo di sensi.

Come risultato, ogni volta che sentiva il suono del campanello, il cane iniziava a sbavare. Pavlov replicò l'esperimento su sua moglie, sostituendo il cibo per cani con una borsa Louis Vitton: il risultato non cambiò. Aggiunse poi alla dimostrazione una quarta fase, in cui suonava il campanello ma lasciava il cane a bocca asciutta, ma lasciò perdere quando il cane impugnò un Uzi e tentò di farsi giustizia da solo.

Una delle tante, orribili sevizie a cui Pavlov sottoponeva i suoi cani.

Pavlov scoprì inoltre che:

  • un cane pungolato elettricamente prova dolore;
  • un cane con un peperoncino infilato nel retto corre più veloce;
  • un cane senza guinzaglio tende a morsicare le chiappe del postino.

Negli ultimi anni il suo lavoro venne pesantemente ostacolato dagli animalisti, che arrivarono al punto di imbrattargli i muri di casa con la scritta "L'UNICO PAVLOV BUONO È IL PAVLOV MORTO". Incalzato dall'opinione pubblica, Pavlov abbandonò la sperimentazione animale e inaugurò la sperimentazione sugli animalisti, con piena soddisfazione generale.

Pubblicazioni

  • Nervi centrifughi del cuore
  • Lezioni sul lavoro delle ghiandole digerenti, ovvero: non mangiate la peperonata alle undici di sera!
  • Cloro al clero (autobiografia)
  • Bau bau micio micio (pensieri in libertà)
  • Grande Enciclopedia Medica Sovietica di Madre Russia (137 uscite settimanali, la prima a soli €9,95!)
  • Ce l'avrebbe un Alka-Seltzer?

Voci correlate