Il Popolo della Libertà
Attenzione: l'autore di questo articolo è ritenuto non neutrale.
Sto leggendo una voce spregevole, turpe, ripugnante. Ho visto una rappresentazione della realtà all'incontrario del vero. Invito cordialmente il gentile (e)lettore a chiudere la finestra ed abbandonare questo incredibile postribolo internettiano![1] |
Il Popolo della Libertà[2], agli onori della cronaca giudiziaria come Popolo dei Ladri o Popolo della Libido (abbreviato in PdL per sottolineare il valore aggiunto rispetto al PD che invece è tutta un'altra cosa[citazione necessaria]) è un partito politico italiano di stampo europeista che fa della democrazia interna e delle idee liberali il suo punto di forza, rifiutando culti della personalità e populismi.
Improvvisamente lanciato da Silvio Berlusconi come un lacrimogeno contro gli odiati comunisti il 18 novembre 2007, esso nacque come federazione di vari partiti, senza che questi fossero stati prima consultati. Solo alcuni di essi decisero poi di partecipare davvero. Primi fra questi i principali soggetti di centro-fascio presenti in campo da quando la rivoluzione liberale è iniziata a colpi di tritolo: Forza Italia, partito di ultras demo-cristo-liberal-ortodossi e anche un po' ricchioni, ma non ditelo in giro, e Rifondazione Fascista di Gianfranco Fini, partito conservatore nostalgico nato per riportare i treni all'affidabile puntualità di un tempo.
Sono inoltre confluiti molti altri partitelli di varia estrazione, a seconda di come girasse l'urna, e colore politico, che avevano precedentemente scroccato una camera nella Casa delle Libertà in cambio di piccoli lavori di manutenzione all'immobile: la Democrazia Cristiana per le Omonimie, il Partito dei Socialisti sfigati, i Riformatori Liberali, i Popolari Liberali ed i Liberali Liberali.
L'idea fu oggettivamente vincente, tanto che al suo esordio nelle elezioni del 2008 il PdL ha ottenuto la più grande maggioranza della storia d'Italia dopo essersi alleato al Nord con la Lega Nord ed al Sud con la Lega Sud.
A livello europeo il Popolo dell'Ilarità aderisce al Partito Populista Europeo, partito politico europeo di centro-nerchia fra le cui fila figura anche la stimata Angela Merkel.
Storia
NonNotizie contiene diffamazioni e disinformazioni riguardanti Il Popolo della Libertà.
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L'idea del partito unico
L'idea di costruire un partito unico di centro-destra italiano circolava fin dalla primo toga party di Stato ad Arcore, nel lontano 1994. Silvio Berlusconi, allora presidente di Forza Gnocca, proclamò: Saranno necessari tre, forse sei mesi. Ma presto avremo un nuovo partito: il partito unico liberaldemocratico.
Il margine d'errore del più grande statista degli ultimi 150 anni fu di soli 12 anni e 9 mesi, mentre nel 2002 arrivò la smentita "Con più partiti si prendono più rimborsi elettorali."
È proprio questa coerenza ed affidabilità ad ispirare fiducia nell'elettorato PDL, sempre più numeroso.
Tra i promotori dell'idea vi era in particolare l'esponente di Alleanza Nazi Anale, Massimo Tartaglia, che durante il Governo Berlusconi I si definì ministro dell'Armonia per il suo ruolo di mediatore fra il premier e la madunina del duomo di Milano, alla quale Silvio inoltrava le preghiere del Paese. Purtroppo in seguito i loro rapporti degenerarono.
La travagliata gestazione
Forza Italia organizza dei seminari che si propongono di far evolvere la Casa delle Libertà nel fantomatico partito unico del centro-destra e a tale scopo vengono convocati importanti biologi evoluzionisti quali il cardinal Bertone e Don Verzé.
Il 6 gennaio 2005, la Befana, militante di AN, propone una federazione che lo anticipi mentre i sovracitati scienziati lavorano alla sua evoluzione guidata. Nasce così un dibattito fra i leader della Casa delle criminalità a favore del progetto: da Sandro Bondi a Maurizio Gasparri.
Scusatemi, si parlava di leader. Arrivano però i no di AN, UDC e Lega Nord. Per la serie:
- Idealista : Aò a famo n'ammucchiata?
- Interlocutore : Perché no? In quanti semo?
- Idealista : Se porti tu moglie semo in 3!
In aiuto ai prodighi conservatori viene la clamorosa sconfitta alle regionali del 2008 che contribuisce a ricompattarli in un blocco unico ed a rendere credibile l'ennesimo discorso sconnesso di Berlusconi alla Camera, in occasione della richiesta di fiducia per il suo nuovo governo:
L'affermazione fomentò i membri della maggioranza e anche il Partito degli Incazzati, affascinati dalla sua verve futurista e menefreghista. Peccato che la sua geniale denominazione sia stata poi un po' rimaneggiata dall'ufficio marketing di Mediaset che riteneva il marchio Popolo della Libertà© più vendibile. Fottuti laureati in scienze delle merendine.
L'8 novembre Forza Italia, AN e UDC firmano il Manifesto delle libertà del futuro partito, redatto dall'alleato Roberto Calderoli per assicurarsi che fosse comprensibile ai colleghi, ma alle elezioni del 2006, pur essendo Silvio Berlusconi ancora amministratore di condominio della Casa delle Libertà, ogni inquilino corre per sé, dato che la nuova legge elettorale ha introdotto il blocco del traffico politico a targhe alterne.
L'opposizione al Governo Prodi
Alle elezioni del 2006 l'italiano medio si dimostra stranamente cieco a tutte queste buone qualità e Romano Prodi conquista a sorpresa la vittoria, probabilmente tramite brogli elettorali. Uno dei primi obiettivi raggiunti dal futuro PDL infatti fu proprio il minuzioso riconteggio delle schede elettorali, anche quelle rimaste inutilizzate e il grande scontro con la sinistra, accusata di contare le schede bianche come astensionisti invece di voti per Berlusconi.
FI e AN organizzano poi una manifestazione contro le mani in tasca agli italiani, anche chiamata finanziaria 2007, in cui il Governo Prodi viene accusato di essere un ladro dilettante e di metterli così ingiustamente in ombra.
In seguito l'UDC fa la verginella e si tira fuori dalla CdL, mentre AN continua a farla annusare senza toccare. Alcuni detrattori di questo partito sosterrebbero che il PDL sarebbe solo una Forza Italia allargata. La storia ci insegna che mai altra previsione fu più sbagliata e la mancanza di fede nel proprio leader porta solo alla rovina.
La svolta del predellino
Viste le fibrillazioni interne a Forza Italia Berlusconi opera un intervento a cuore aperto ed installa un bypass affermando:
Contemporaneamente si attende la caduta di Romano Prodi, ormai già ordinata online su MastellaBay.it, solo che il corriere sbaglia l'indirizzo e non arriva in tempo, causando molta irritazione nel centro-destra, ormai stufo di mangiare sempre lo stesso rancio alla mortadella.
Mentre i conservatori erano indecisi i progressisti[citazione necessaria] li bruciano sul tempo col Partito Democratico, prova tangibile che i comunisti frettolosi fanno i figli democristiani.
Così, per non essere da meno, Forza Italia e Alleanza Nazionale ruppero gli indugi e si fusero in un unico partito. In tutto il Pianeta si registrò una scossa sismica di magnitudo 9 della scala Richter, il cielo si oscurò e le tombe si scoperchiarono. La salma di Enrico Berlinguer emise un sonoro e gemebondo lamento.
Nella scelta del nome Gianfranco Fini sulle prime non si dimostrò particolarmente brillante: "Alleanza Italia" e "Forza Nazionale" furono le sue proposte. Fu allora che Silvio propose il nome: "Partito delle Libertà" ma il suo socio non concordava perché "partito" ricordava troppo l'odiato rivale e il plurale è una forma grammaticale troppo oltre per i loro elettori.
Si optò così, dopo una lunga serie di tentativi, per il più semplice Popolo della Libertà[3]. La creazione del nuovo partito venne ufficializzata da Berlusconi in piazza con la famosa Dichiarazione del Predellino, senza tutte quelle inutili perdite di tempo che sono i congressi costituenti.
La prima campagna elettorale
La campagna elettorale del 2008 vide accendersi i toni e le molotov da entrambe le parti soprattutto dopo l'annuncio da parte di Mediaset di voler acquistare l'Alitalia per convertirne gli aerei in ripetitori televisivi erranti e sistemare i figli di Berlusconi ai suoi vertici. L'annuncio venne visto dalla maggior parte degli avversari politici come puramente propagandistico, è risaputo che Berlusconi ha già piazzato da tempo tutti i suoi parenti.
Avvincenti furono poi gli scontri televisivi fra i due schieramenti, dato che la par condicio prevedeva che tutti i candidati alla presidenza del Consiglio si battessero all'ultimo sangue per il sollazzo dei telespettatori mentre il rinnovato panorama politico ne offriva ben quindici, trasformando il probabile duello in un torneo di arti marziali stile Dragon Ball. Purtroppo però, l'agognato scontro finale fra Veltroni e Berlusconi non ebbe mai luogo per il bene del loro figlioletto segreto, il piccolo Silter Veltrusconi.
La vittoria
Grazie alla rivoluzionaria idea di fusione e formazione di un soggetto politico nuovo che racchiudesse i vecchi schieramenti troppo divisi per vincere, il Partito Democratico perse le elezioni politiche del 2008 e la vittoria fu consegnata alla destra che, secondo le stime di Maurizio Gasparri, ha ottenuto complessivamente il 146.81%.
Il PdL al governo
Il 29 aprile 2008 viene tagliato il nastro della XVI Legislatura con l'elezione dei due presidenti delle Camere, entrambi pidiellini: Renato Schifani al Senato, eletto per le sue quote in Mafia S.p.A, e Gianfranco Fini alla Camera, per distrarlo mentre i grandi parlano di politica.
Il 9 maggio il Governo Berlusconi IV entra entusiasticamente in carica al Quirinale, sfondando la porta. Davanti il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano i membri del nuovo governo prestano dunque giuramento, con le mani rigorosamente dietro la schiena.
Dei 21 ministri complessivi del Governo, 17 appartengono al Popolo della Libertà, dei sottosegretari non si hanno notizie precise in quanto il loro numero è calcolabile solo grazie a complicate formule matematiche.
La scissione di Futuro e Libertà
Il 1 dicembre 2009 Fini critica aspramente Berlusconi in una conversazione privata con un magistrato, non stiamo neanche a dire di che colore, registrata a loro insaputa grazie ad un microfono provvidenzialmente acceso. Il numero due del PDL accusa il numero uno di sceglierlo sempre per ultimo nelle partite di calcetto, fargli scherzi come mettere cuscini scorreggioni quando si siede sullo scranno della Camera e confondere la leadership del partito con la monarchia assoluta.
L'apice della tensione si raggiunge il 15 aprile 2010 quando Gianfranco Fini accusa Silvio Berlusconi di essere Silvio Berlusconi e minaccia di andarsene di casa.
La polemica è talmente forte che persino il Presidente del Senato Renato Schifani dice qualcosa, come al solito indegna di nota, ma la dice.
Nei giorni seguenti Italo Bocchino annuncia la nascita di una corrente chiamata finiana e non bocchiniana per non confoderla con un'altra già interna al PDL.
Si verifica un duro battibecco tra i vecchi sposini durante un congresso nazionale nel quale Berlusconi chiede a Fini di lasciare la Presidenza della Camera, scatenando l'epica risposta di Fini:
Da essa sono stati tratti una linea di t-shirt, due sceneggiati teatrali, un telefilm e un romanzo storico.
Il 30 luglio 2010 si costituisce un nuovo gruppo parlamentare finiano denominato prima Fascismo e Libertà per l'Italia poi, dopo essersi accorti dell'ossimoro, Futurismo e Libertà. Eccone la prima dichiarazione:
cloffete, cloppete, clocchete,
chchch... »Segreteria Alfano
Di fronte queste argute parole di protesta contro il PDL si verifica un vero e proprio smottamento di parlamentari fuori dal partito e inizia per esso un periodo molto critico culminante con la disfatta alle amministrative del 2011 ed il famigerato complotto Ruby.
Nelle grandi città al voto si registra una clamorosa non perdita del centro-sinistra, che sorprende particolarmente a Milano dove Giuliano Pisapia riesce a battere Letizia Moratti rubandole la macchina e impedendole di fare campagna elettorale.
Di fronte la sconfitta, Berlusconi fa quello che qualsiasi altro buon leader politico avrebbe fatto: scaricare le colpe su altri e lasciare i problemi ad un sostituto: Angelino Alfano, appositamente rimosso dal Ministro della Giustizia[5] e nominato tramite inginocchiamento e spada[6] segretario de Il Popolo della Libertà.
Crisi economica e crisi di governo
Nel mezzo della crisi economica, causata completamente da fattori esterni ed indipendente dall'operato del governo, la maggioranza che sostiene Berlusconi comincia a sfaldarsi, soprattutto alla Camera dove l'emorragia di deputati è così copiosa da richiedere l'intervento di un famoso luminare della medicina, tale Dottor Domenico Scilipoti.
Grazie alla sua levatura personale ed al suo altissimo senso di responsabilità, si riesce così ad evitare il peggio, al modico prezzo di una cinquantina di sottosegretari e milioni di euro pubblici, per il bene del Paese[citazione necessaria].
Il 12 novembre 2011 però Silvio Berlusconi è costretto a dimettersi a causa di un complotto ordito alle sue spalle da Angela Merkel, che se l'era presa a morte per un'innocente burla, Giorgio Napolitano, stufo di stare sempre a dire "Bòni, bòni, nun v'ammazzate" e l'ambizioso, mediocre, senza scrupoli, professorino Mario Monti, che da sempre mirava a sostituirlo.
L'appoggio a Monti
A malincuore, il Partito sceglie di appoggiare il governo tecnico insieme a Partito Democratico e Terzo Polo nella speranza di riuscire ad infilare qualche leggina ad personam mentre gli altri sono distratti.
Le primarie e il ritorno del Cavaliere Oscuro
Il 29 ottobre 2012 Angelino Alfano ha annunciato l'istituzione di elezioni il 16 dicembre per individuare il Prossimo leader del Popolo della Libertà dato che Silvio Berlusconi affermò di volervi partecipare.
Furono in molti a candidarsi alle primarie:
- Silvio Berlusconi,
- Berlusconi Silvio,
- Silvio,
- Berlusconi,
- Il Cavaliere,
- Silvio Barzellettiere,
- Omino Silvio,
- Berluscamon,
- Silvio Pirata,
- Papi.
- Silvio pre-si-den-te!
In seguito all'ennesima condanna morte ricevuta dalle toghe rosse le primarie furono vinte proprio da quest'ultimo, pronto a riformare sia la Giustizia che la Costituzione italiana, colpevoli dell'ingovernabilità del paese tramite illegalità, corruzione e dittatura.
La fine del Governo Monti
Il 6 dicembre 2012 il PdL lascia la maggioranza che sosteneva il Governo Monti perché si rende conto, dopo più di un anno di sostegno indefesso, che è completamente in disaccordo con tutto quanto detto, fatto e pensato da questi tecnici incompetenti che li hanno costretti a votare pessimi provvedimenti con l'appoggio dell'Unione Europea, la BCE e l'internazionale comunista.
Campagna elettorale 2013
Dopo aver ripreso saldamente mano le redini di Angelino Alfano, Silvio Berlusconi inizia la tradizionale campagna elettorale a reti unificate in cui espone gli intenti del PDL:
- Abolizione dell'IMU e reintroduzione dell'ICI.
- Abolizione dell'Euro e ritorno alla Lira, col probabile valore di due arachidi e mezzo.
- Abolizione della giustizia.
- Abolizione delle carceri con l'appoggio del Partito Radicale.
- Abolizione delle pensioni.
- Abolizione della libertà di stampa che tanto i giornalisti confondono solo le idee ai cittadini.
- Abolizione della Costituzione Italiana con introduzione dello Statuto Arcoriano che unifica in un'unica persona le cariche di Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio.
- Abolizione del divieto di transito per i cani negli uffici pubblici, cosicché anche Dudù possa essere eletto.
Governo Letta
Le elezioni 2013 concretizzano quanto profetizzato dall'ottimismo berlusconiano: in un clima di rinnovata speranza e fine della crisi economica, da esse non esce nessuno sconfitto, tutti vincitori!
Soprattutto il PDL che, per un soffio di voti[citazione necessaria], ha quasi conquistato l'intero Parlamento.[8] All'indomani del voto dunque si è prospettato il problema di come costruire un nuovo governo che garantisca a tutto il Paese pace, giustizia e libertà dai magistrati. La prima scelta del Capo sarebbe ricaduta su se stesso, ma quegli arroganti comunisti del PD continuavano a ripetere che la maggioranza fosse loro e quindi spettasse a loro scegliere il premier. Berlusconi, magnanimo, gli concede questa soddisfazione, a patto che a sceglierlo sia lui.
L'onere ricade quindi su Enrico Letta, famoso statista, che crea il governo delle larghe intese, completamente diverso dal precedente sostenuto da PD, PDL e UDC.
Senza lo sguardo benevolo ma severo di Mario Monti però la convivenza risulta difficile e le scaramucce sono all'ordine del giorno, soprattutto per quanto riguarda la sciocca fissazione della Boldrini per i diritti umani, l'opinione di sinistra secondo cui ci sono problemi più importanti dell'IMU e quella nera della Kyenge. In ogni caso, si traccheggia finché le Toghe rosse non tentano il Golpe:
Al che si scatena, giustamente, la bufera del popolo delle libertà contro l'ingiustizia italiana e svariati ultimatum sono lanciati al governo.
Il banco salta ufficialmente perché secondo Silvio è impossibile continuare a governare con l'Iva che continua a crescere e i comunisti che si rifiutano di metterla a dieta.
Interruzione dello sviluppo e fork
Il programma PDL 1.0, troppo buggato per andare avanti, il 16 Novembre 2013 viene ufficialmente abbandonato dagli sviluppatori, i cosiddetti Falchi, che preferiscono riprendere lo sviluppo di un loro vecchio progetto, rimettendolo a nuovo: Forza Italia 2.0.
D'altra parte il popolo del web si sa, si affeziona ai propri programmi e spesso non è d'accordo col loro abbandono. Così, un piccolo gruppo di nerd amatoriali senza alcuno scopro di lucro[citazione necessaria] denominati Colombe, realizzano una fork del progetto iniziale chiamandola Nuovo Centro Destra.
Sarà usando questo software che Enrico Letta tenterà di sistemare il proprio sistema operativo evitando infauste Blue Screen Of Death a 5 stelle.
Requisiti per il tesseramento
- Avere all'attivo almeno tre processi per corruzione, 5 accuse per falso in bilancio e 3 per concorso esterno in associazione mafiosa[10];
- Avere una parlantina rapida e fluida e una bella faccia di bronzo così da dire tutto e il contrario di tutto con disinvoltura;
- Dire qualsiasi cosa passi per la testa, senza filtri. La genuinità è ciò che conta in questo partito. Tanto si può sempre smentire.
- Non lasciar mai parlare i propri avversari, che altrimenti rischierebbero di dire la verità.
- Essere pronti a tutto.
- Essere fraintesi.
- Saper negare anche l'innegabile.
Per quanto riguarda credere negli ideali di partito, tranquilli, non è strettamente necessario.
Curiosità
L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.
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- Pur rimanendo fuori dal PDL Pierferdinando Casini ne fa parte come informatore esterno.
- Il PDL basa la sua attività su sondaggi che esso stesso conduce con tanta maestria da non dover nemmeno intervistare nessuno.
- Come il PD, anche il PDL è una bestemmia diplomatica, col pregio che lascia più libertà di scelta e variazione.
- Se al PDL si toglie la L si ottiene il Partito Democratico.
Note
- ^ http://www.youtube.com/watch?v=wBK9Z9NBUpw
- ^ (su cauzione)
- ^ Che secondo Roberto Giacobbo può significare anche PdueLoggia
- ^ fra ano e vagina
- ^ Reso inutile dal Soviet Costituzionale.
- ^ Non pensate male! A Berlusconi si può dir di tutto tranne che sia frocio.
- ^ Qui di largo c'è solo il nostro ano.
- ^ Fonte: Michaela Biancofiore nei Talk Show.
- ^ Secondo i suoi sondaggisti, il PDL da solo arriverebbe al 15%, PDL+NCD invece al 70%. I berlusconiani evidentemente sono poco ferrati in matematica.
- ^ Nel giro di poco andranno tutti in prescrizione oppure una legge li renderà irrilevanti.
Questa è una voce in latrina, sgamata come una delle voci meno pallose evacuate dalla comunità. È stata punita come tale il giorno 6 ottobre 2013 con 87.5% di voti (su 8). Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto. Proponi un contenuto da votare · Votazioni in corso · Controlla se puoi votare · Discussioni |